Lettura esame bioptico dopo pr

Buongiorno, mio padre, 65 anni, è stato sottoposto il 15 dicembre ad un intervento di prostatectomia radicale previa linfadenectomia pelvica.
prima dell'intervento presentava PSA a 6,2 ng/ml, gleason score 3+3 su 2/12 prelievi al riscontro bioptico.
Dopo l'intervento è stata fatta una nuova stadiazione che riporto: adenocarcinoma prostatico (gleason score 3+4) bilaterale con interessamento pari al 15% del parenchima. la neoplasia si estende all'apice prostatico a destra e alla bse prostatica, infiltra la capsula prostatica e infiltra focalmente i tessuti molli extracapsulari in corrispondenza della regione postero laterale di destra dove un microfocolaio di tumore giunge al margine chirurgixo indicato in inchiostro di china. Presenza di infiltrazione degli spazi neurali. Non evidenza di angioinvasività neoplastica peritumorale. Restanti margini di resezione chirurgica (indicati in china), zona di transizione, vescicole seminali e dotti deferenti indenni da neoplasia. Associati quadri di PIN ad alto grado. Linfonodite reattiva con istiocitosi dei seni. Stadiazione istopatologica: pT3a; N0.
A fine gennaio è previsto il primo prelievo e dosaggio di PSA post intervento.
Domando: alla luce di tale diagnosi, quali sono le pospettive di sopravvivenza future di mio padre ? E' necessario fare altro (es. radioterapia) o è ragionevole aspettare ? Lui ha già preso molto male diagnosi ed intervento e l'ulteriore ricorso a radioterapia so che lo abbaterebbe ancora di più ma naturalmente, qualora fosse necessario, lo persuaderemo.
Grazie
[#1]
Dr. Andrea Moiso Urologo, Andrologo 234 6
Gentile utente,
l'esito istologico pT3a N0 con Gleason 3+4 è un po' un limbo in cui la scelta tra attesa e monitoraggio del PSA rispetto alla radioterapia adiuvante sono opzioni da discutere direttamente con il paziente. Personalmente, basandomi piu' che sulla classificazione pT3a, sul referto istologico, anche se il PSA di partenza era inferiore a 10 (bisognerebbe conoscere i valori di PSA in seconda e quarta giornata post-operatoria), credo che l'opzione radioteraia sia migliore rispetto alla vigile attesa. E' però una mia opinione basandomi su quanto da lei descritto e che necessita sicuramente, per essere confermata, di valutazione diretta mediante visita e colloquio con il paziente. Contatterei i colleghi che hanno in cura suo padre e discuterei con loro quale strategia seguire.
Cordialmente

Dott. Andrea MOISO
www.amandrologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie, dottore, mio padre deve vedere il suo medico (che lo ha operato) a fine gennaio e in quell'occasione senz'altro discuteranno di tutto.
L'unico problema è che mio padre è convinto di non dover far più nulla dopo l'operazione e temo una sua reazione in termini depressivi quando, come mi pare sia probabile, il medico gli prospetterà un ciclo di RT.
Ancora una domanda: quanto dura in termini di sedute e di tempo (quanti mesi ) un ciclo di RT adiuvante ?
Grazie ancora.
[#3]
Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Anche a mio personale avviso (perchè in questi casi è vero che ci sono delle linee guida nazionali ed internazionali) è più sicuro sottoporre il paziente ad un ciclo di radioterapia adiuvante piuttosto che osservare. C'è da dire però che anche la strategia della vigile attesa può essere perseguita con sufficiente tranquillità in quanto un'eventuale risalita del PSA di certo non cambierebbe la situazione visto che la radioterapia potrebbe comunque essere intrapresa in un secondo momento. Probabilmente potrebbe concludersi con maggiore efficace una teorica fase 1 di terapia, ovvero prostatectomia radicale + radioterapia.
In questi casi è opportuno avere molta serenità e affidarsi ai consigli del proprio urologo evitando quanto più possibile troppi giri di consultazioni che potrebbero inevitabilmente confondere le idee.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo