Corpo spongioso uretrale con qualche deposito calc

Dottori da un ECD penieno/scrotale è uscito qualche piccolo deposito calcifico per quanto riguarda il corpo spongioso uretrale. Premetto che soffro di prostatite cronica e ho anche calcificazioni periuretrali dall'eco prostatica. Questi piccole calcificazioni del corpo spongioso uretrale possono restringere il calibro dell'uretra? Sono potenzialmente gravi? Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Le calcificazioni, in qualunque organo si trovino, denotano in genere la presenza di precedenti infiammazioni guarite. Si tratta di formazioni minuscole che non é verosimile pensare possano esercitare un’azione ostruttiva.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie per la risposta. Queste infiammazioni che danno poi origine a calcificazioni genito-uretrali sono sempre correlabili a qualche infezione del tratto urinario o possono anche non essere per forza associabili a presenti o passati batteri? Volevo inoltre sapere secondo lei quale esame colturale sia il più attendibile da eseguire in questi casi. Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Le calcificazioni si formano sulla sede di precedenti focolai infiammatori, su base infettiva e non infettiva, comunque non più attivi e quindi - almeno teoricamente - non in grado di positivizzare colture su urina e/o liquido seminale.
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Utente
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Io presento ancora sintomi di prostatite quali diminuzione del mitto e vado spesso in bagno, in più ho fastidi vari nella zona pelvica e dolore al testicolo sinistro. All'ultima esplorazione rettale (fatta da poco) l'urologo mi ha detto che ho ancora la prostata un pò infiammata, ma è così da tantissimo ormai e questa infiammazione non vuole passare. Le ultime colture fatte (anche queste ultimamente) sono tutte negative e non so più che pensare se ho dei batteri che mi mantengono l'infiammazione attiva e quindi i disturbi e che magari non escono fuori dalle colture o se veramente io abbia una prostatite cronica di natura abatterica. E in quest'ultimo caso non so proprio come potrei risolvere sinceramente dopo così tanto tempo (più di un anno!). Per questo prima dottore le chiedevo quale esame colturale possa essere il più attendibile e come vada questo eseguito per avere un risultato comunque certo. La prostatite di natura abatterica in un ragazzo giovane io non ci credo molto sinceramente.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Che lei non ci voglia credere è affar suo, ma la gran parte delle cosiddeddte "prostatiti croniche" (che pure è un termine impreciso) non ha, ovvero non ha più, una causa infettiva, decapitata dalle terapie antibiotiche precoci che quasi sempre vengon messe in atto.
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Utente
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Dottore come mai allora queste infiammazioni si protraggono così a lungo senza riuscire a risolverle? Di antibiotici ne ho presi diversi su indicazioni degli urologi che mi hanno visitato in media sempre tra i 6gg e i 12gg in pratica tutti prescritti senza manco aver constatato una infezione conclamata e con antibiogramma ma solo sulla base dell'abitudine del medico che li prescriveva più la solita serenoa. Continuo comunque ad avere il disturbo o meglio i disturbi e non so perchè ne cosa posso fare.
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Utente
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Comunque sono seriamente preoccupato che questa situazione di nfiammazione cronica alla prostata possa portare nel tempo ad un irrigidimento del collo vescicale e rimanerci quindi in questa situazione a vita. Mi sembra assurdo che non esistano soluzioni soprattutto per ragazzi della mia età.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
La lettura di almeno alcuni dei consulti fra le centinaia che ogni anno ci vengono posti su questo argomento le confermerà che per le irritazioni prostatiche a lungo decorso non esistono terapie codificate di sicura efficacia. Ogni specialista si regola in base alle sue abitudini ed alla sua esperienza. Spesso, più di farmaci ed integratori hanno importanza le rigorose attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere indirizzato ad una generale regolarità, in particolare riguardo ad alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale.
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Utente
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La ringrazio per l'intervento dottore ho imparato bene a mie spese che questo problema non ha facile guarigione e ogni prostatite sembra come "unica" nel senso che ogni terapia è diversa e non esistono soluzioni uguali per tutti. Comunque ne approfitto per chiederle una cosa riguardo le norme preparatorie per una spermiocoltura associata a spermiogramma che ho prenotato in ospedale. Se ho parecchi giorni di astinenza va bene lo stesso o si può in qualche modo inficiare l'esito sia per quanto riguarda la ricerca batterica che quella spermatica? Lo chiedo perchè parecchi giorni di astinenza mi facilitano l'esecuzione dell'esame. Però mi preoccupa il fatto che magari parecchi giorni possano congestionare la prostata che è già cronicamente infiammata. Lei che suggerisce? Vanno bene lo stesso tanti giorni di astinenza prima di sottoporsi a spermiogramma con coltura? Grazie sempre.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
In genere si consiglia 4-5 giorni, che ci pare costituiscano un buon compromesso. Sarebbe sempre opportuno che immediatamente prima della raccolta del campione di liquido seminale si urinasse e su queste urine si facesse una urocoltura.
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Utente
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Grazie per la risposta Dottore. Ma se invece si facessero più giorni di astinenza sarebbe male per l'esame?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Il risultato potrebbe non essere realistico.
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Utente
Mi sono dimenticato di chiederle riguardo l'urocoltura da fare prima della raccolta del liquido seminale, se si deve scartare il primo getto d'urine o se si deve urinare "tutto" nel contenitore. Purtroppo su internet stanno troppi pareri discordanti non si capisce niente. Grazie per le precisazioni.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
No, in questo caso è utile fare la coltura già del primo getto, per individuare possibili contaminanti opportunisti presenti nell'ultimo tratto dell'uretra.
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Capito. Mentre per quanto riguarda la ricerca per clamidia quest'ultima è meglio con la spermiocoltura e urinocoltura o con il tampone uretrale? Ho letto su diverse fonti che poi viene consigliato il metodo pcr. Grazie sempre.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Clamidia ed ureoplasma si individuano su tutti i liquidi biologici con una ricerca specifica. La scelta dipende dallo specialista, in base alla presentazione dei sintomi. É possibile anche una diagnosi sierologica sul sangue.
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Le sue precisazioni mi sono molto d'aiuto la ringrazio per il servizio che offre tramite questo sito. Ho l'appuntamento con il mio urologo a fine mese e sto sempre avendo dei problemi urinari ma soprattutto strane perdite di liquido trasparente filante dal pene dove a volte sul glande scorrendo la pelle è come se si tornassero delle bollicine d'aria con tale liquido inodore e trasparente. Raramente sempre sul glande noto come se quest'ultimo fosse "umidiccio" e quando capita avverto invece uno sgradevole odore che puntualmente rimedio con della semplice acqua fresca senza utilizzare prodotti chimici aggressivi ma ritorna sempre. A tal proposito lei ritiene più indicative le analisi pcr sulle prime urine o magari il Tampone? Inoltre vorrei precisare che sto sotto terapia ancoticoaluglante per trombosi da un pò di tempo e volevo sapere se un'eventuale tampone uretrale possa essere controindicato con l'assunzione di anticoagulanti. Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Quando esiste una secrezione uretrale attiva, l'esame più facilmente predittivo è la coltura da tampone. Proprio perché la secrezione è facilmente prelevabile, il tampone non viene passato "a secco" e non vi è alcuna possibilità di creare lesioni.
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Utente
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Dottore la ricerca sierologica sul sangue per la clamidia in genere è attendibile come test? Serve a vedere gli anticorpi? Inoltre volevo sapere se assumere un anticoagulante cambi qualcosa? Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Gli anticoagulanti non hanno influenza. La positività sierologica va comunque messa in relazione con eventuali segni e sintomi. Potrebbe riferirsi anche ad una infezione precedente e non più attiva.
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