Difficoltà di diagnosi dell'uretrite

Gentili dottori, un mesetto fa avevo un rapporto sessuale occasionale non protetto (rottura del preservativo). Circa 15 giorni dopo, rilevavo delle costanti perdite dal pene bianco-giallognole-verdognole, specie dopo non aver urinato da molto. In caso contrario, il liquido permaneva più o meno trasparente, seppur mai davvero abbondante. Mi recavo da un medico di base, il quale avendomi visitato e rivoltomi domande circa la mia vita sessuale, rilevata l'infezione, mi prescriveva un tampone uretrale. Mi recavo al laboratorio, il quale lasciava fare a me l'operazione, dicendo di inserire due campioni di tamponi per circa due cm all'interno dell'uretra. Tempo alcuni giorni e Ricerca micoplasmi; reaplasma; germi comuni, stafilococco coag. positivo; miceti = NEGATIVA. Si evidenziava un ceppo isolato ("rare colonie di stafilococchi coagulasi negativi non ritenute significative per l'esecuzione dell'antibiogramma"). Sulla base di questi esiti il medico di base mi prescriveva l'amoxicillina, di cui cominciavo a prendere una pillola. Dopodiché, incerto -a pelle- circa il fatto che rare colonie di stafilococchi potessero provare una tale sintomatologia, mi rivolgevo ad amici specializzandi, dottori conoscenti degli amici specializzandi; mio urologo di fiducia via telefonica e guardia medica. Tutti concordavano che le "rare colonie di stafilococchi coagulasi negativi", a loro dire comuni in tutti gli individui, non giustificassero quei sintomi e che il medico di base avesse prescritto un'analisi assolutamente generica, laddove al laboratorio si sarebbe dovuto richiedere di ricercare clamidia e gonorrea. Pentitomi di aver preso la prima pillola di antibiotico, sospendevo la terapia ed esattamente tre giorni dopo mi recavo in un altro laboratorio (in cui mi infilavano nell'uretra del pene ben quattro tamponi, per circa 7 cm, con un dolore cane ed al terzo tampone facendomi anche sanguinare lievemente). Secondo i dottori consultati, una sola pillola di amoxicilllina non avrebbe inficiato i tamponi, i quali davano -nuovamente- esito negativo. Stupidi, amici specializzandi mi chiedevano di ripetere le analisi, stavolta con urinocultura, magari in un centro specializzato per infezioni sessualmente trasmissibili, che nella regione Marche in cui mi trovo semplicemente non esiste. Dopo 80 euro di analisi sono praticamente a zero, non so cosa ho nè so cosa fare. Sono un ragazzo di 28 anni, anche ipocondriaco e vi chiedo gentilmente consigli su come procedere, cosa fare, a chi rivolgermi, perché comincio a sentirmi disperato ed abbandonato a me stesso, dopo che ospedali, guardie mediche e pronto soccorso non sanno cosa dirmi e si limitano a liquidarmi con formule generiche. Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Il referente per tutte le patologie dell'apparato urinario è lo specialista in urologia, non ci pare che lei sia ancora stato valutato direttamente da nostro Collega, cosa che è ovviamente doverosa. La sostanziale negatività degli accertamenti parrebbe escludere infezioni rilevanti ed anche i suoi sintomi non paiono così significativi. D'ogni modo, solo la valutazione specialistica diretta può interpretare la situazione in modo corretto.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Sì dottore, capisco. Anzitutto la ringrazio davvero per la risposta. Io non ho potuto recarmi dal mio urologo di fiducia perché studente fuori sede, anche se l'ho contattato telefonicamente, e lui mi ha chiesto -come gli altri- di integrare le prime analisi laboratoriali con altre nuove, finalizzate a cercare i batteri della clamidia e gonorrea. Ma, come dicevo, l'esito è stato negativo (anche se, tuttavia, ho assunto una sola pillola di amoxicillina tre giorni prima dei 4 tamponi uretrali). A questo punto, escluse clamidia e gonorrea, non resterebbe che attenersi ai primi due tamponi uretrali (quelli che ricercavano -con esito negativo- micoplasmi; reaplasma; germi comuni, stafilococco coag. positivo; miceti), i quali rilevavano un solo ceppo isolato: "rare colonie di stafilococchi coagulasi negativi non ritenute significative per l'esecuzione dell'antibiogramma", ed in relazione ai quali il medico di base mi aveva prescritto due compresse al giorno di homer amoxicillina, da prendere per sei giorni. Quello che mi premeva capire è se, sulla base della sua esperienza, statisticamente parlando, queste "rare colonie di stafilococchi coagulasi negativi non ritenute significative per l'esecuzione dell'antibiogramma" giustificassero il meato urinario costantemente umido-bagnato (anche se non troppo), con liquido trasparente, con attitudine a divenire bianco-giallastro se non rimosso dopo circa 7-8 ore (dalle relative macchie giallo-verdastre, una volta essiccatesi, su fazzoletti od indumenti intimi). Oppure questo tipo di sintomatologia è incompatibile con quei batteri (ed in quelle quantità), così che sarebbe necessario orientarsi alla ricerca di altro (ma non so cosa, dal momento che ho già ricercato, invano, micoplasmi; reaplasma; germi comuni, stafilococco coag. positivo, miceti, chlamydia trachomatis e neisseria gonorrhoeae). Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Potrebbe trattarsi di secrezione prostatica in modestissima quantità. la valutazione specialistica diretta è comunque necessaria.
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Utente
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Be', potrebbe trattarsi di secrezione prostatica. La consistenza del liquido è come quello pre-eiaculatorio, ma forse leggermente meno densa. Stesso dicesi per il colore trasparente. Se non fosse che, al mattino, dopo le ore di sonno in cui non è stato pulito, questo liquido acquista una consistenza bianco-giallastra per nulla rassicurante. Inoltre, talvolta, durante il giorno, sento un moderato prurito lungo il condotto uretrale, sino alla base del pene. In attesa di recarmi dall'urologo (non ho potuto perché lontano da casa), giorni fa ho cominciato ad assumere le compresse di homer amoxicillina, come mi aveva prescritto il medico di base (dal momento che, a parte le "rare colonie di strafilococchi non caugulasi negative", nulla era stato trovato da già ben due sessioni di tamponi uretrali), senza tuttavia riscontrare alcun giovamento..
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Il fatto che l'antibiotico non modifichi il quadro ed i tamponi risultino ripetutamente negativi starebbe a dimostrare l'assenza di una componente infettiva significativa.
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Utente
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Buongiorno, dottore. Mi sono recato dall'urologo il quale, in linea con quanto lei aveva -malgrado la distanza- già ipotizzato, ossia che le perdite da me riscontrate fossero delle secrezioni prostatiche, ha stilato il seguente referto:

"Visita urologica urgente per riscontro di perdite biancastre uretrali successive ad un rapporto non protetto. Paziente asintomatico; riferisce unicamente gocciolamento post-minzionale. Duplice esame colturale negativo. Il paziente ha comunque assunto terapia antibiotica con Amoxicillina mattina e sera per 7 giorni su consiglio del Medico Curante. All'esame obiettivo pene normoconfermato, didimi ed epididimi nella norma per volume e consistenza in assenza di nodularità palpabili. All'esplorazione rettale prostata congesta, con aumento di volume del lobo destro. Si consiglia Topster, una supposta la sera per 10 giorni; a seguire Riflog, una supposta la sera per 20 giorni; Congeprost, una cpr la mattina a digiuno. Tra 30-40 giorni rivalutazione urologica".

Insomma, la diagnosi dell'urologo ricondurrebbe il mio stato sintomatico a quello di una prostatite, della quale non dubito la sussistenza, stante l'avvenuta ispezione rettale. Quello che mi lascia, tuttavia, assai perplesso è stata l'espressione di paziente "asintomatico", e la parte "riferisce unicamente gocciolamento post-minzionale". Il gocciolamento non è unicamente post-minzionale, ma soprattutto in più momenti della giornata, per quanto trasparente e modico. Le perdite, se non pulite/lavate entro un certo numero di ore, acquistano la consistenza di un liquido ben più denso, e non solo biancastro (come nei primissimi giorni dal presentarsi della sintomatologia), ma decisamente giallo. Inoltre, mi lascia perplesso che il dottore non abbia trascritto il pur modesto prurito (ma mai bruciare) che, talvolta, seppur non in via permanente, rilievo lungo il condotto uretrale del pene, sino alla sua base (e per base intendo quella perianale). Mi premeva pertanto chiederle, in via teorica, se la presenza di questi sintomi (altalenante seppur modesto prurito e colore giallastro delle secrezioni, se non rimosse entro un congruo numero di ore), potessero esclusivamente associati ad una prostatite, pur in assenza di esiti colturali significativi. Tanto più considerando la mia giovane età, ho compiuto 28 anni da pochissimi mesi. In estrema sintesi, mi interessava capire se fosse più probabile la sussistenza di un non meglio identificata infezione, che poi abbia infiammato anche la prostata (da qui colore giallastro delle secrezioni e, talvolta, prurito); oppure se l'INTERO quadro sintomatico rientrasse pacificamente tra quelli ordinariamente riscontrabili in una prostatite abatterica. Perché se così non fosse, avrei cominciato a curare la prostata, senza tuttavia rimuovere l'infezione a monte. Grazie di cuore.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Se esiste una secrezione e su questa è stata effettuata la coltura con esito negativo, la possibilità che vi sia (ovvero che vi sia ancora) una componente infettiva è davvero molto scarsa.
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Utente
Utente
Gentile dottore, mancano soltanto due supposte di topster alla fine della terapia cortisonica e la situazione è rimasta invariata: talvolta, durante la giornata, il meato uretrale esterno è leggermente bagnato di un liquido trasparente, dalla consistenza simile a quella del liquido pre-eiaculatorio. Raramente, spesso a seguito dell'eiaculazione, il condotto uretrale mi prude (cosa che non mi succede quando urino). Ma, SOPRATTUTTO, al mattino mi ritrovo i seguenti sintomi: esercitando una lieve pressione lungo l'uretra sino al meato, ordinariamente e quotidianamente (parlo sempre del mattino), mi ritrovo la fuoriuscita di un liquido (della quantità di due o tre gocce) di colore bianco-giallastro. Questo liquido NON ha la trasparenza delle urine, nè il colore o la consistenza di liquido seminale o preiaculatorio. E' un liquido che in via mia non ho MAI rilevato prima in vita mia, sottolineo, simile a pus. Oltretutto, se pulito con della carta igienica e messo ad essiccare all'aria, questo liquido lascia sulla carta un alone dal colore INDUBITABILMENTE verdastro. Oltretutto -e questo sintomo sembrerebbe essersi presentato da quando ho cominciato ad assumere il topster- al primo mattino l'urina ha un odore molto inteso e pungente, forte, ma decisamente diverso dall'odore delle urine come rilevato nei miei 28 anni di vita. A parte i suddetti sintomi, non rilevo bruciore nè dolore. Semmai, come dicevo, soltanto talvolta del prurito, a seguito dell'eiaculazione. Va però aggiunto che lo sperma ha odore, colore, consistenza e quantità di sempre, e se messo anche esso ad essiccare all'aria su della carta igienica, non macchia la base di alcun colore anomalo. Alla luce del predetto quadro sintomatico rinnovo, prima di recarmi nuovamente dall'urologo ed al fine di carpire più informazioni possibili, nuovamente queste domande: 1) l'altalenante prurito dell'uretra è compatibile con una prostatite? 2) L'odore intenso delle urine mattutine nonché questo (seppur contenuto) liquido bianco-giallastro che mi ritrovo al risveglio (nè urina nè sperma, ma molto più simile a pus) sono coerenti con una prostatite, o più verosimilmente segnalerebbe una quale infezione in corso, tanto più che la terapia con topster e congeprost non hanno mutato il quadro sintomatico? Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
In effetti bisognerebbe riuscire a raccoglie su tampone proprio questa secrezione mattutina più densa. Dubitiamo però sulla reale possibilità una coltura positiva. Eì tipca delle protatiti corniche lanegatività di tutti gli accertamenti
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Utente
Utente
Va bene, dottore, capisco. Ma qualora avessi della febbre la sera o durante il giorno, ciò non sarebbe indice di un'infezione batterica in corso? Non sarebbe indice di una prostatite da infezione batterica, la quale necessiterebbe prima di essere identificata e quindi di un ciclo di antibiotici per essere debellata? Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Tranne che nei casi di febbre alta ed evidenti complicazioni non è opprtuno assumere antibiotici in modo empirico. Questo è il motivo per il quale si eseguono questi test batteriologici.
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Utente
Utente
Buonasera dottore, mi sono recato nuovamente a visita, stante l'inefficacia della terapia per la prostata. Mi è stato consigliato di effettuare questo trio di analisi: tampone uretrale (nuovamente), urinocoltura e spermiocultura. Dato il mio quadro, mi consiglierebbe di orientare il laboratorio alla ricerca di qualche batterio specifico, o basta farsi prescrivere queste analisi in via generica? Grazie mille.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Potrebbe essere utile estendere la ricerca, oltre ai batteri generici, anche agli intracellulari (clamidi, micoplasma).
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Utente
Utente
Grazie mille.
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Utente
Utente
Gentile dottore, come lei aveva intuito a suo tempo, si trattava di secrezioni prostatiche dovute ad una congestione della prostata. Terzo esame del giro di due mesi, urinocoltura, spermiocoltura e tampone non hanno rilevato, ancora una volta, nulla. Per cui non c'è alcuna infezione batterica in atto. Quanto alle perdite, queste sono terminate già da una settimana, appena qualche giorno successivo ai controlli suddetti. Il medico di base ha, in ogni caso, consigliato l'assunzione di dieci supposte di prospidol (mentre l'urologo mi consigliò 90 capsule di un integratore chiamato prostagil). Sulla base della sua esperienza, posso chiedere se trattasi di prodotti realmente efficaci? È l'ultima domanda che le rivolgo, ringraziandola sentitamente per la disponibilità dimostratami in queste settimane.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
... Sulla base della sua esperienza, posso chiedere se trattasi di prodotti realmente efficaci? ...
Se lei ha letto almeno qualcuno degli infiniti consulti resi per lo stesso motivo avrà già compreso quale sia il nostro parere sull'efficacia di codesti prodotti.
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Utente
Utente
Sì, dottore, son poi passato a leggere del vostro parere sull'efficacia di questi prodotti. Confermata, tra l'altro, nel mio caso, dalla totale inefficacia del ciclo di supposte Prospidol. Se non fosse che i dottori non fanno che prescrivermi integratori o presunte supposte antinfiammatorie. Eppure la soluzione non offre segni di miglioramento, ed io, a 28 anni, con ottima alimentazione e peso-forma, praticante sport regolare e senza far uso di fumo o droghe, mi trovo ormai da agosto con questa inspiegabile prostata congesta che mi provoca numerosi fastidi. Possibile che all'alba del 2020 non ci sia un farmaco realmente efficace per scongiurare l'infiammazione prostatica? Mi sento completamente abbandonato a me stesso. Oltretutto, in questi mesi, la sintomatologia è mutata. Le costanti perdite che mi ritrovavo ordinariamente al mattino e, talvolta, in alcuni momenti della giornata, sono cessate del tutto da oltre un paio di settimane. Eppure, la cessione di questi sintomi ha lasciato il campo ad altri sintomi. Che stavolta sono: un impellente bisogno di urinare al mattino, cosa che mi porta a svegliarmi anche diverse ore prima dell'orario di sveglia (nonostante i miei accorgimenti a non bere più acqua dopo le 19.30) e, cosa assai singolare questa (che da un paio di settimane è fissa, e prima mai avvenuta), un primo gettito di liquido trasparente alcuni secondi precedenti a quello dell'eiaculazione. Come si spiega tutto ciò? E, ribadendo la prima domanda, affidandomi alla sua gentilezza e disponibilità, non c'è un farmaco di sicura efficacia contro l'infiammazione prostatica?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
L'unica risposta onesta a questa sua domanda è purtroppo un "no".
Se vogliamo andare oltre le prescrizioni convenzionali di integratori alimentari ed anti-infiammatori, un approccio promettente potrebbe essere quello delle onde d'urto a bassa intensità. Questo approccio è a grandi linee un aggiornamento in chiave moderna e tecnologica dell'antichissima pratica del "massaggio prostatico" indirizzato a riattivare la circolazione e drenare le secrezioni.
Prostatite

La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.

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