Articolazione sacroiliaca: trattamento chirurgico

A cura di: Dr. Salvatore Roccalto
Data pubblicazione: 20 giugno 2025

Dove si trova l'articolazione sacroiliaca?

L’articolazione sacroiliaca unisce, sia a destra che a sinistra, le due estremità del corpo umano, il tronco e gli arti inferiori mediante la giunzione tra l’osso sacro, ultimo distretto della colonna vertebrale e l’osso iliaco, osso del bacino.

A cosa serve l'articolazione sacroiliaca?

La sua funzione è quella di ammortamento delle sollecitazioni meccaniche che si dirigono dall’alto verso il basso, dal basso verso l’alto e in torsione e realizza tale funzione come un giunto articolato che nel fisiologico si muove di pochi millimetri 2-4, su tutti i piani dello spazio.

Anatomicamente questa articolazione ha una forma a C, è costituita da cartilagine ialina, membrana sinoviale, capsula articolare e robusti legamenti.

Disfunzione dell'articolazione sacroiliaca

L’articolazione sacroiliaca può andare incontro a processi patologici che ne determinano una alterata funzione.

Possono essere di natura genetica, anatomica, traumatica, metabolica e infiammatoria.

Come si manifesta il dolore?

Quando l’articolazione è divenuta disfunzionale si manifesta con una varietà di sintomi.

Il dolore è quello predominante la sede più frequente è la regione lombare e glutea, ma può irradiarsi anche agli arti inferiori dalla regione inguinale, alla coscia, alla gamba e al piede, l’irradiazione dolorosa può interessare anche l’addome.

Il dolore si accentua ai cambi di posizione, classicamente peggiora in posizione seduta e nelle posizioni statiche in generale, può essere presente anche a letto alterando la qualità del sonno.

Altri sintomi

Altro sintomo è la percezione di instabilità e parestesie a carico degli arti inferiori, in forma cronica avanzata può essere presente anche la disfunzione vescicale e del canale anale.

Come fare la diagnosi?

Questa varietà di sintomi, comuni ad altre patologie, rende difficoltosa la diagnosi per chi ignora la disfunzione dell’articolazione sacroilica, portando a diagnosi e trattamenti errati in particolare sulla colonna vertebrale lombare, sull’anca e sul ginocchio.

La diagnosi è prevalentemente clinica, matura dal colloquio con il paziente e da un accurato esame clinico mirato ad escludere patologie in altri distretti e a confermare la disfunzione sacroilica mediante manovre e test specifici:

  • distrazione,
  • compressione,
  • extrarotazione della coscia,
  • Faber test,
  • Gaenslen test,
  • test del dito.

Nel caso in cui il sospetto sia fondato si procede con un ulteriore test diagnostico che è quello dell’infiltrazione dell’articolazione.

Quando ricorrere all'intervento chirurgico?

Quando la patologia disfunzionale dell’articolazione sacroilica diventa cronica, con resistenza ai trattamenti conservativi, la persona affetta dal problema è fortemente invalidata dal dolore e dalla perdita delle proprie capacità funzionali; tale quadro patologico trova la soluzione solo nel trattamento chirurgico.

In cosa consiste l'intervento?

L’intervento chirurgico è mininvasivo e consiste nel neutralizzare l’articolazione disfunzionale mediante artodesi.

L’intervento consiste nell’indurre la fusione dell’articolazione sacroiliaca attraverso l’inserimento, mediante un’incisione cutanea di circa 5 cm, di 3 dispositivi in titanio poroso a sezione triangolare che stabilizzano primariamente l’articolazione e che determinano nel corso di alcuni mesi una vera fusione articolare.

Gli impianti vengono inseriti utilizzando una cannula di lavoro progettata per proteggere i tessuti molli: il chirurgo raggiunge l’osso non tagliando, ma semplicemente “spostando” i tessuti muscolari che si frappongono, questi ritornano spontaneamente al loro posto una volta rimossi gli strumenti chirurgici.

Quanto dura l'intervento?

La durata dell’intervento è di circa un’ora, la degenza ospedaliera è di 4 notti, i sintomi preoperatori migliorano subito nell’immediato postoperatorio anche se il recupero ottimale avviene in alcuni mesi.

Nella mia attività, l’intervento è sempre preceduto dall’esecuzione di radiografie e TAC che vengono effettuate nella preospedalizzazione in regime di day hospital.

È con questi esami strumentali che l’intervento viene pianificato stabilendo numero degli impianti da inserire, la loro misura e la loro disposizione.

La pianificazione chirurgica è una procedura a mio giudizio indispensabile per un buon esito dell’intervento.

Patologia dell'articolazione sacroiliaca: intervento chirurgico - video Dr. Roccalto

Autore

s.roccalto
Dr. Salvatore Roccalto Ortopedico, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 presso università di Perugia.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Terni tesserino n° 1487.

Specialista con oltre 4000 interventi chirurgici in ortopedia e traumatologia, con focus avanzato in chirurgia vertebrale. Laureato in Medicina (1986), doppia specializzazione in Chirurgia Generale (1993) e Ortopedia e Traumatologia (2001). Ha conseguito master in chirurgia vertebrale presso istituti di eccellenza come Rizzoli e le università di Verona e Padova. Pioniere nella collaborazione interdisciplinare ortopedia-neurochirurgia, leader italiano nel trattamento della disfunzione sacroiliaca con artrodesi iFuse

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