Operazione via transfenoidale

Buonasera.

Una informazione: L'operazione neurochirurgica per via transfenoidale ( via nasale ), può rimuovere neoplasi quali ( cordoma, meningioma ecc ), nella parte anteriore del chiasma ottico dove la stessa neoplasia si poggia appena su?? Generalmente, che tipo di approccio si usa per le neoplasie situate in quel posto? Retromastoideo e possibile?

Grazie
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Salve,
Se non è un medico, credo fare domande di questo tipo implica un'ansia di ricerca e un rischio di ottenere informazioni sbagliate o interpretare male le informazioni ricevute.
Ogni neoplasia (o qualsiasi altra patologia all'interno del cranio) ha una via di approccio chirurgica commisurata a:
sede topografica
vascolarizzazione
rischi generici (età, cardiopatie gravi, altre gravi affezioni).
L'esperienza del medico, in questo caso del neurochirugo, permette di scegliere la via migliore a più basso rischio. Quando l'esperienza di uno specialista diventa così grande da padroneggiare bene una tecnica, in casi ben selezionati si può a volte toccare o superare dello stretto indispensabile i limiti di una via chirurgica.
La via transnasosfenoidale o translabiosfenoidale (più comunemente transfenoidale) è una via esplorata dai più grandi neurochirurghi per raggiungere la sella turcica alla base del cranio, evitando di dover aprire una craniotomia superiore (attraverso la volta cranica) ed riducendo i rischi legati al solo percorso chirurgico. Alcuni di questi grandi erano H. Cushing in era premicroscopio, J. Hardy in epoca più recente.
La via transfenoidale si sviluppa attraverso la cavità nasale lungo il setto, che porta alla parete anteriore del seno sfenoidale. Attraversato quest'ultimo, aprendone la parete antero-inferiore, si giunge direttamente alla sella turcica, ove è contenuta la ghiandola ipofisi.
Solo alcuni chirurghi particolarmente esperti possono spingere la via chirurgica oltre i suoi limiti considerati le pareti laterali verso i seni cavernosi, e superiormente il diaframma della sella verso lo spazio intracranico.
Dalla ipofisi si formano gli adenomi ipofisari (10-15% dei tumori intracranici), che rappresentano quindi l'indicazione principe della via transfenoidale. Insieme a questi tutte le altre patologie intrasellari (craniofaringiomi, metastasi, c. dermoide, altri) possono essere ugualmente raggiunte senza dover attraversare o toccare il tessuto nervoso.
I cordomi e i meningiomi raramente sono contenuti (almeno prevalentemente) all'interno della sella turcica, più spesso aggettano sulle pareti (rispettivamente posteriore e anteriore) del seno sfenoidale.
La via retromastoidea non ha nulla a che fare con la regione del chiasma ottico.
I meningiomi della regione del chiasma ottico si raggiungono convenzionalmente per via transcranica pterionale.
I più cordiali saluti,

Dr. Alessandro  Rinaldi

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dott,
grazie per la sua risposta.

Le volevo porle un ultima domanda:
in caso residui di neoplasia ( cordoma ) ubicata sul versante sinistro risultante isointenso alla corteccia cerebrale e un altro residuo ubicato sul versante pre-pontino destro, che approccio può essere usato in caso di intervento?

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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Egregio signore
ripeto che lei chiede pareri superspecialistici fuori luogo in questa circostanza.
La prima cosa a questo punto sarebbe avere una visione della documentazione.
In secondo luogo una prima opzione di trattamento su residui tumorali in aree cosi' delicate puo' essere la radioterapia.
Solo in caso di recidive o residui importanti o con gravi conseguenze cliniche si puo' prendere in considerazione un trattamento chirurgico.
Ci si trova di fronte a due aree non contigue che quindi andrebbero raggiunte in tempi chirurgici separati. L' area prepontina si puo' raggiungere dal davanti per via pterionale, dal lato per via subtemporale, da caudale per via retromastoidea.
L' area laterale alla sella turcica si raggiunge per via orbito-zigomatica transcavernosa.
Trattasi di due approcci estremi da utilizzare con rischi elevati in caso di gravi sintomi con pericolo delle funzioni.
Tutto questo con beneficio d'inventario per mancanza di ogni documentazione.
Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta,

ho dimenticato di scriverle nella domanda precedente:

se un cordoma del clivus si trova e raggiunge il chiasma ottico ( senza creare compressione e senza creare disturbi ), e rimane li, fermo in quel punto per tutta la vita, può convivere con il chiasma stesso o andrebbe a rovinarlo e/o mangiarlo con il passare del tempo?

La ringrazio anticipatamente
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Prego,
si teoricamente potrebbe, dipende dall'età. Se il p. è giovane il rischio nell'arco della vita che il tumore si accresca è alto.
E' anche vero che la radioterapia sul nervo ottico non è proprio un toccasana.
Ripeto, l'argomento andrebbe discusso con calma con tutta la documentazione clinica in corso di una visita.
Cordiali saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottore,

chiedo scusa se la disturbo ancora e le chiedo scusa se non mi sono fatto capire nella domanda precedente:

una persona, può convivere con un cordoma per tutta la vita ( ponendo il caso che la neoplasia non ricresca ), o C'è il rischio che il cordoma vada a rovinare i nervi su cui si poggia ( ad esempio chiasma ottico, trigemino, tronco ecc? C'è qualche controindicazione o studio che dimostri questo?

Grazie ancora
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Ad una serie di domande poste senza mai presentare un accenno di storia clinica o un solo referto radiologico concludo molto brevemente dicendole che il cordoma è un processo espansivo e in un arco di vita lungo può creare molti problemi se si sviluppa in corrispondenza del chiasma ottico o di altri nervi cranici.
Addio
[#8]
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Utente
Utente
Buonasera,

problemi riguardanti tutto la compressione dei nervi stessi?

Grazie