Effetti collaterali da sopensione antidepressivo

Desidero ricevere un consulto a proposito della sospensione o meglio dell'alleggerimento del farmaco xeristar 30.Brevemente tengo a dire che di e' stato somministrato da un medico psichiatra, xeristar 60 (o cymbalta) e l'ho preso x + di 2 anni,avendo dei sicuri benefici sullo stato generale di salute.Poi, in modo autonomo ho cominciato a diminuire il dosaggio,x circa 6 mesi ho preso una pillola xeristar 30, e successivamente sempre autonomam., ho cominciato a prenderne una a giorni alterni.Da dire che qualche avvisaglia (lieve)l'ho avvertita gia'a settembre ma ho pensato che la causa fosse il cambio di stagione.L'alternanza della pillola l'ho iniziata da poco + di una settimana,ma le conseguenze si sono subito fatte sentire(tremolio delle gambe,dolore alle braccia,movimenti improvvisi delle gambe durante il sonno e soprattutto paura di guidare avvertendo uno stato confusionale forte,etc..).Mi sono informato un po' dalle rubriche gia' pubblicate, che sintomi da astinenza possono essere normali, ma in me c'e' la forte paura di dover iniziare da capo ,ossia avvertire tutti quei sintomi, propri di persone affetti da DAP.Desidero tanto avere un consulto personale da un medico psichiatra specializzato x diagnosticare sullo stato attuale di salute in cui riverso, per comprendere se l'azione del farmaco e' servito a curare o solo a tamponare quegli stati di malessere.
Grazie anticipatamente.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
la sospensione autonoma non andrebbe ai fatta. Primo perchè il paziente non è in grado da solo di stabilire se sia il momento o meno di sospendere una terapia. Secondo, perchè le modalità di sospensione autogestite, nella gran parte dei casi non si rivelano adeguate e espongono a disagi ed effetti avversi. Le consiglio di rivolgersi di nuovo ad uno specialista per la valutazione della sua situazione attuale.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Egr utente,

Lei scrive che vorrebbe comprendere "se l'azione del farmaco e' servito a curare o solo a tamponare quegli stati di malessere". Nel mondo medico-scientifico non tutti Le daranno la stessa risposta. Le do la mia.

Se parliamo del Disturbo da Attacchi di Panico (ho capito bene?), è discutibile quanto l'effetto curativo sui sintomi sia spiegabile dal farmaco o dal miglioramento avvenuto nel frattempo spontaneamente (che è probabile), però l'assunzione del farmaco può ridurre la frequenza delle ricadute (renderLa più resistente contro le ricadute), dunque permetterLe dei periodi più lunghi di benessere e di poter associare al farmaco anche le cure psicoterapeutiche (ad esempio, di tipo cognitivo-comportamentale, di rilassamento), i quali, nei periodi più "bui", possono essere difficili e talvolta traumatici. In altre parole, questo disturbo può non essere guaribile con la sola cura farmacologica, la quale può essere comunque insostituibile e utile in associazione con le tecniche psicoterapiche suddette.

E' vero che i sintomi da sospensione degli antidepressivi è un fenomeno noto, ma spesso è difficilmente distinguibile dal fenomeno "rebound" (il ripresentarsi dei sintomi per i quali è stata prescritta la cura, talvolta anche con l'intensità maggiore di prima, se la riduzione della dose è brusca) e dal fenomeno di ricaduta (a distanza di tempo variabile) del disturbo originario, il quale per la sua natura si presenta con miglioramenti e peggioramenti spontanei quando lasciato scoperto dalla riduzione del dosaggio del farmaco.

I sintomi che riferisce Lei sono più tipicamente i sintomi da sospensione, però i sintomi come ansia, paura, "stato confusionale" possono essere anche propri del Suo disturbo originale. La gravità del disturbo e il grado di permanenza dei sintomi residui possono contribuire alla sindrome da sospensione.

Per questo, prima di iniziare a sospendere un psicofarmaco (e in generale, un farmaco prescritto dal medico), non è prudente accontentarsi di autoosservazione e decidere da soli, ma bisogna accertarsi, facendosi visitare, che il tempo per scalare il farmaco è obbiettivamente arrivato. Anche i tempi e le modalità dell'eventuale scalare devono essere concordate con lo specialista che deve avere la possibilità di conoscere bene la Sua situazionne psichica precedente e attuale, e per questo è necessaria la conoscenza di Lei dal vivo.

Le consiglierei di non scalare ulteriormente il farmaco, ma di tornare all'assunzione di 30 mg ogni giorno e farsi visitare da uno specialista (per motivi etici, non posso darLe i nomi), con il quale concordare la dose, le eventuali modifiche della terapia con Xeristar e l'opportunità di associarne i metodi non farmacologici.

Vorrei chiederLe perche', prima di scalare, non ha chiesto il parere dello stesso psichiatra che Le ha prescritto il farmaco?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#3]
dopo
Utente
Utente
Devo dirle Dottore, che lei ha centrato del tutto quella che e' stata la mia richiesta di diagnosi o meglio richiesta di giudizio sulla mia autodiagnosi.
E quindi, la ringrazio sentitamente per l'impegno profuso e per la professionalita' con la quale ha trattato il quesito.
Detto cio', Le volevo dire che x cio' che concerne una terapia psichica (credo sia quaesta la terminologia esatta..altrimenti mi perdoni l'ignoranza), avevo gia' pensato circa 2 anni e mezzo fa ,alla terapia cognitivo.comportamentale, e spesso io stesso chiedevo allo specialista (una volta che svisceravo dettagliatamente le possibili cause della mia malattia, che potevano essere legate e, al carattere, e all'infanzia)di consigliarmi una terapia abbinata alla cura farmacologica.Ma mi e' stato sempre sconsigliato, perche' richiedeva un'assidua frequentazione dallo psicoterapeuta che poteva durare anche un anno o piu', e che con tutte le problematiche legate al lavoro e alla famiglia mi sarebbe stato impossibile.

Egregio Dottore, comprendo appieno quanto da Lei scritto, tengo a dire che il mio fare era solo frutto della necessita' di non sentirmi dipendente a vita da questo farmaco che spesso peraltro scarseggia nell'approvviggionamento delle farmacie.

Mi piacerebbe ricevere un consiglio (se le e' possibile), di uno specialista psicoterapeuta capace di diagnosticare per bene il mio stato d'essere senza vagare nel nulla o peggio cambiare e ricambiare medici .Le invio la mia mail, e se puo' , in forma privata, farmi sapere nella zona Puglia. Basilicata Calabria di essere a conoscenza di qualche professore al quale posso rivolgermi.La ringrazio anticipatamente.

Prima di chiudere, volevo farle sapere che attualmente mi capita di avvertire il malessere solo ed esclusivamente in auto quando guido da solo....appena scendo, niente piu', mi sento bene, tranquillo.Come mai...perche'?

Infinitamente grazie.
[#4]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

è tipico di alcuni disturbi d'ansia avvertire i sintomi, senza apparenti motivi, e solo in determinati contesti (ad esempio, negli ambienti chiusi o solo in alcuni tipi di ambienti chiusi, come il salone dell'autovettura), mentre questi scompaiono appena ci si allontana da tali condizioni specifiche. Appunto, si chiamano nel linguaggio tecnico "fobie specifiche". Avvertirlo soltanto se ci si troviamo da soli corrisponderebbe alla forma più attenuata del disturbo, ma ci indica anche che si tratta comunque di un disturbo psichico (della sua ricaduta, se Le succedeva così anche in passato; di un'evoluzione, migliorativa, del DAP, se ancora no).

Nella psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale non è la regola che il trattamento duri per anni. Forse il Suo medico si riferiva ad un altro tipo di psicoterapia.

Sentirsi "dipendente a vita" da un medicinale può essere un frutto della mentalità che purtroppo ha la nostra società, che usa i farmaci per tamponare e cacciare via i disaggi ma raramente per prevenirli; con questa mentalità si diventa dipendenti dai farmaci, e la nostra società lo è, ma Lei non deve seguire questa ottica. Il farmaco, e in particolare nel caso del Suo disturbo, serviva (e, chissà, forse potrà riservire) come la profilassi e la prevenzione.

Gentile Signore! Devo confessarLe che non conosco abbastanza i medici delle regioni vicini alla Sua città. Posso consigliarLe di fare una ricerca su internet o anche sul nostro sito, dove sono iscritti molti specialisti. Abbiamo anche la sezione "Psicoterapia". Purtroppo il trovare il "proprio" specialista (quello giusto) richiede spesso, appunto, una ricerca.

un saluto!

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