Non accetto che il mio compagno sia già padre

Buonasera,
ho 30 anni e da 7 mesi ho una relazione con un uomo di 40 anni.
Siamo molto innamorati e la nostra storia va a gonfie vele nonostante i 300 km che ci separano:io vivo infatti nella mia città d'origine,che è anche la sua,mentre lui vive stabilmente in una nuova città da più di 10 anni.
Circa 6 anni fa in questa nuova città il mio compagno ha conosciuto una donna,dopo un paio di mesi dall' inizio della loro frequentazione lei è rimasta incinta,hanno così deciso di tenere il bambino e di sposarsi.Il loro tentativo però non è andato a buon fine: attualmente sono separati e tra pochi mesi divorzieranno.
Tutto questo per spiegare l'origine del mio malessere.
Non è molto la questione del matrimonio a crearmi disagio, anche perché si è trattato di un "matrimonio riparatore" e non provo quindi gelosia nei confronti della sua ex moglie, bensì è la presenza del bambino a destabilizzarmi .
Ho sempre saputo della sua esistenza , anche perché il mio compagno vedeva il figlio tutti i week-end ma, da quando sono entrata nella sua vita, lo tiene solo per 2 fine settimana al mese in modo da poter coltivare anche il nostro rapporto che è agli inizi e che per di più è un "rapporto a distanza". Io per il momento non mi sento ancora pronta a passare i miei week end con suo figlio, sebbene l'abbia conosciuto e sebbene ci sia anche simpatia tra di noi.
Il mio problema sta nell' ingiustificata gelosia che provo nei confronti di questo bambino.
Sono gelosa del posto che lui ha nel cuore del mio compagno, ho paura che a causa sua io non potrò mai avere una famiglia tutta mia visto che la sua presenza porta via tempo e risorse economiche.
Mi vergogno anche solo a pensare queste cose,ma non riesco a reprimere certi pensieri e sentimenti.
So anche che il mio problema non è il bambino in sé ,ma quello che lui rappresenta per me, ovvero:il passato del mio compagno e quello a cui io dovrò rinunciare.
La verità è che avrei voluto un rapporto esclusivo, un uomo tutto mio che mettesse sempre me davanti ad ogni scelta,con il quale costruire una famiglia"normale"con dei bambini solo nostri.
So bene che ero al corrente della situazione sin dall'inizio ma purtroppo non possiamo scegliere di chi innamorarci.
Il mio compagno è ovviamente a conoscenza di questo mio forte disagio,e cerca di non farmi pesare troppo la situazione perché sa che non nutro nessun tipo di astio nei confronti del figlio e soprattutto perché capisce che il mio comportamento non è dettato dalla cattiveria.
So benissimo infatti che suo figlio, come me, è solo una vittima di decisioni altrui...siamo io e lui a vivere una vita che non abbiamo scelto,ma in cui ci siamo ritrovati catapultati...io però ho ancora la possibilità di scegliere,di decidere del mio futuro...non voglio assolutamente che la mia vita sia condizionata dagli errori altrui.
Ed è per questo che non faccio altro che chiedermi:Starò facendo la cosa giusta?Riuscirò mai ad accettare suo figlio e vivere serenamente il suo passato e,di conseguenza,il mio presente?Stiamo solo perdendo il nostro tempo?
Forse sarebbe più giusto che lui trovasse una donna più matura che sappia capirlo ed accettare il suo passato, e che io trovassi un uomo senza un passato così "ingombrante".
Lo amo molto e non riesco ad immaginare la mia vita senza di lui, ma a volte penso che l'unica soluzione sia quella di separare le nostre strade.
Spero che qualcuno possa aiutarmi a trovare una soluzione alternativa o quanto meno a darmi qualche suggerimento per iniziare a scacciare i brutti pensieri che mi attanagliano.
Grazie di cuore.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
un figlio nella vita di un partner rappresenta sempre un valore aggiunto all'esistenza, non una limitazione.

la sua gelosia e possessività credo debba essere analizzata adeguatamente e superata per evitare che possa danneggiare il legame stesso..

Non dovrebbe porre il suo partner, nelle condizioni di scegliere, lei o il figlio, sono due amori differenti e complementari....

Chieda aiuto ad uno psicologo ne trarrebbe un grande vantaggio in consapevolezza

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Randone,
innanzitutto grazie per la risposta così tempestiva.

Avevo già pensato di rivolgermi personalmente ad uno psicologo perchè è una situazione che mi fa soffrire non poco.
Lei pensa che con l'aiuto di uno specialista riuscirei a superare questa gelosia?
Un'ultima domanda, la mia è una reazione normale o ,secondo Lei, è da considerarsi una reazione "limite"?

Grazie ancora.
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Ogni reazione non è sempre univoca, correla con infinite altre variabili psichiche e di coppia.

Eviti le diagnosi, soprattutto autodiagnosi, si rivolga ad un collega e risolverà di certo.

Sono certa che anche la sua coppia ne guadagnerà notevolmente
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Sono gelosa del posto che lui ha nel cuore del mio compagno, ho paura che a causa sua io non potrò mai avere una famiglia tutta mia visto che la sua presenza porta via tempo e risorse economiche."

Gentile Utente,

la gelosia e tutte le emozioni che proviamo sono assolutamente legittime, perchè ci segnalano un nostro disagio e -in un caso come quello che sta descrivendo- credo di capire sia in disaccordo con le Sue convinzioni di base, ovvero cominciare una relazione con un uomo che non abbia alcun vincolo. Non solo: l'avere un figlio, in effetti, comporta concretamente delle scelte e delle rinunce. Se la bimba sta male ha la priorità, nelle decisioni per la figlia il Suo ocmpagno è costretto a vedere la ex moglie e relazionarsi con Lei, nelle scelte e per tutta la vita lui sarà per sempre legato alla ex moglie e alla figlia.

Operativamente questo può essere un bel problema anche qualora Lei decidesse di sposarlo e vivere con lui. Le Sue convinzioni in merito pretendono l'esclusività di un rapporto sentimentale.

Tutto ciò è comprensibile.
Però c'è anche una posizione drastica da parte Sua su tutto ciò.
Infatti Lei dice: "So anche che il mio problema non è il bambino in sé ,ma quello che lui rappresenta per me, ovvero:il passato del mio compagno e quello a cui io dovrò rinunciare."
A quali rinunce si riferisce esattamente?
Crede di dover rinunciare ad avere figli un giorno a causa dell'esistenza di questa bambina? Ne avete parlato insieme, Lei e il Suo compagno?

Io comprendo sia il Suo disagio, sia le domande SENSATISSIME che si pone nel valutare la situazione con costi e benefici (Starò facendo la cosa giusta?), ma ritengo dovrebbe mettere a fuoco in tutto ciò anche che cosa perderebbe se rinunciasse alla relazione con quest'uomo.

Lei potrebbe immediatamente decidere di stare con qualcun altro che non ha figli nè precedenti matrimoni alle spalle, ma... starebbe bene come sta bene con il Suo compagno? Tenga presente che noi non ci innamoriamo a comando delle persone e fa bene a mio avviso a tener conto di questa bimba e dei problemi che potrà creare.
Però Le domdando anche se questo uo timore di non essere messa al primo posto dal Suo compagno abbia origini ben più antiche e se non ci sia modo di comprenderlo ed elaborarlo. A questo credo sarebbe utile una consulenza psicologica.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Pielici,
La ringrazio molto per la Sua risposta che, Le confesso, mi ha molto rincuorata, ultimamente mi è capitato spesso di pensare di essere una brutta persona e di pensare cose sbagliate.

Le rinunce a cui faccio riferimento sono le tipiche rinunce di chi sta con un uomo separato con figli al seguito: niente cerimonia religiosa per un eventuale matrimonio (con grande dispiacere della mia famiglia), non poter condividere l'emozione per una gravidanza o per la nascita di un primo figlio (lui già ci è passato), dover prendere le decisioni riguardanti la mia vita e la mia famiglia sempre in virtù di un altro nucleo familiare.
Si tratta in sostanza di rinunciare ad avere una vita "tradizionale".

Con il mio compagno, anche se è presto, parliamo spesso di andare a vivere insieme, di sposarci e di avere dei bambini. In realtà lui negli ultimi tempi si è informato anche sul possibile annullamento del matrimonio, è stata una sua iniziativa ed io gli ho suggerito di valutare molto bene questa possibilità prima di agire. Non vorrei che facesse tutto questo solo per me, il mio desiderio è che lui prenda le sue decisioni in piena autonomia senza farsi influenzare nè da me nè da nessun altro. Il mio compagno già in passato si è fatto spesso condizionare nelle scelte importanti della sua vita dalla sua ex e dalla sua famiglia e io vorrei che adesso lui iniziasse a pensare un po' più a se stesso, anche se ciò dovesse andare a mio discapito.

Per quanto riguarda il timore di non essere messa al primo posto invece non so darLe una risposta. Le posso però dire che ho una famiglia molto bella e unita e che i miei genitori non mi hanno fatto mancare mai nulla nè dal punto di vista materiale nè da quello affettivo.

La ringrazio davvero di cuore per il Suo consulto e per il tempo che mi ha dedicato.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Come Le dicevo anche prima, quando proviamo delle emozioni (es fastidio, o anche rabbia), non siamo delle persone pessime, perchè non esistono emozioni positive e negative.
Le emozioni altro non sono che indicatori di come stiamo e di ciò che accade attorno a noi, basti pensare alla paura che è il chiarissimo indicatore di un pericolo e che orienta le nostre scelte, come ad esempio chiedere aiuto o vicinanza protettiva a qualcuno.

Quindi direi di evitare il giudizio, perchè tanto non Le serve a prendere una decisione a riguardo nè a risolvere alcun problema :-)

Se però rilegge le Sue rinunce, si renderà conto che non è sempre vero che siano rinunce: ma chi lo dice che, per la nascita di un vostro bimbo, non proverete le emozioni di gioia, entusiamo, estasi, paura, ecc...? Tutto ciò non si prova solo per il primo figlio.
E' vero che lui ci è già passato, ma in un contesto diverso (o sbagliato?), e CON LEI e IN UNA RELAZIONE IMPORTANTE neppure lui ci è mai passato.
E anche per quanto riguarda la cerimonia, al di là di ciò che vorrebbero i Suoi, Lei che cosa vorrebbe? La cerimonia tradizionale o un uomo di valore con cui costruire la Sua vita e percorrere la strada?

Legga questo articolo: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/40-quando-le-nostre-convinzioni-ci-fanno-ammalare.html

Talvolta, se ragioniamo in maniera molto rigida, rischiamo di metterci la zappa sui piedi! Ora, è vero che Lei sia infastidita dalla bimba, ecc... ma che fare per risolvere il problema e gestire la situazione senza rovinarsi la vita?

In altre parole, ok, Lei avrebbe preferito altro, ma dal momento che la situazione è questa, quali possono essere le soluzioni per continuare la relazione ed essere felici?
[#7]
dopo
Utente
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Gent.ma Dott.ssa Pielici,

mi sono presa qualche giorno per riflettere sulle Sue parole.

Innanzitutto voglio ringraziarLa, le Sue osservazioni sono state illuminanti per me.

Ho pensato di provare a passare almeno un giorno con il mio compagno e suo figlio, per mettermi alla prova e per capire se questa situazione è davvero insostenibile per me...o se si tratta solo di un "mito" da sfatare! :-)

Pensa sia una buona idea?