Blocco emozionale con le ragazze

Sono un ragazzo di 21 anni, premetto che ho avuto più di una ragazza, ho avuto rapporti sessuali e la mia vita non ha particolari problemi (famiglia agiata, ottima università, buoni amici, ecc), le mie relazioni sociali sono più che buone, non sono timido, ho buoni rapporti intimi con amici e amiche, insomma tutto "regolare" se così si può dire. Le donne mi piacciono molto(amo loro ed i loro corpi!), so stare con loro, e non ho nessuna difficoltà a parlarci, però quando sono da solo con una ragazza con cui vorrei stare, non riesco a provare niente, cioè è come se mi bloccassi emozionalmente, praticamente mi concentro su me stesso e tutte le emozioni scompaiono. E' bruttissimo perché io so di piacere molto ad alcune ragazze e quando sto da solo con loro vedo che loro sono presissime da me (e dalle emozioni che provano verso di me) ed io vorrei provare lo stesso, vorrei riuscire ad abbandonarmi alle emozioni che ho provato verso di loro (quando non eravamo soli fra di noi), ma non ci riesco! Non è questione che io non riesca a dir loro quello che provo, è proprio che io non provo più niente verso di loro quando le ho davanti, divento una persona vuota senza sentimenti. Mi sembra di illuderle/mentire baciandole, perché vedo che loro sono prese ed io no!

Ad esempio, con una delle prime ragazze con cui sono stato ero emozionatissimo all'idea che lei piaceva a me ed io piacevo a lei e così quando siamo arrivati sul punto di stare insieme da soli(senza altre persone nei paraggi) ho cercato di metterci nella condizione di baciarci, e ci sono riuscito... ma mentre ci baciavamo non mi assaporavo il suo bacio, anzi "pensavo" con la testa, più che godermi quei momenti abbandonato al mio corpo! Soltanto più tardi, ho provato per lei tante emozioni (amore, malinconia ecc), ma so che se mi si fosse messa davanti in quei momenti(in cui mi mancava ecc) tutto sarebbe scomparso, perché io sarei stato rapito dalla mia "testa", dai miei pensieri.

In questi giorni è finita la storia più lunga che ho avuto con una ragazza, di quasi due anni. Lei è, ancora, molto innamorata di me, io invece in tutto questo tempo di relazione non sono riuscito a capire cosa provo per lei, perché in questi due anni è come se fossi stato sempre estraneo alla relazione, addirittura mentre ci baciavamo qualche volta ho pensato "ma quando la finiamo di baciarci" e non perché non mi piacesse lei, ma perché non riuscivo ad abbandonarmi a lei(cioè mi sembrava tempo perso stare a baciarsi, a coccolarsi... insomma stare insieme!)! Infatti dopo varie peripezie abbiamo deciso di lasciarsi, perché io non riuscivo a ricambiare il suo amore, perché quando ero con lei, era come se fossi da un'altra parte... e questo chiaramente lei non lo sopporta(va).

Da cosa può dipendere questa impotenza emozionale che ho verso le donne quando le ho davanti? Mi sento forse minacciato da loro(consciamente no di certo!)?
Grazie
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazzo, lei senza dubbio sembra un tipo brillante, carino, sicuro, però queste situazioni emotive in cui viene a trovarsi mi fanno pensare che non tutto sia in lei così semplice e risolto, c'è un aspetto di " spectactoring " in cui lei è portato a far emergere la parte più razionale di lei e si osserva e si interroga e si perde perciò la gioia, la magia del contatto, c'è ansia insomma , anche essere così ben quotato può essere scomodo e difficile da reggere.. c'è una certa dose di ansia, anche legata all'età penso,qualche colloquio con uno psicoterapeuta maschio le farebbe bene.
Inoltre io penso che forse se lei fosse in maggiore intimità emotiva con le ragazze che bacia potrebbe essere più appagato, meno preoccupato ed anche meno centrato sui gesti . giusti o sbagliati , perchè comunque in maggiore consonanza emotiva..e anche fisica.
Essere superficiali va bene per molti, ma non per tutti, alla fine..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

anche secondo me dal tuo racconto emerge una certa ansia che ti distrae dalla tua vita e dal momento con le ragazze che frequenti e ti impedisce dunque di vivere bene quel momento.

Tu scrivi: "...ma mentre ci baciavamo non mi assaporavo il suo bacio, anzi "pensavo" con la testa, più che godermi quei momenti abbandonato al mio corpo..."

Quello che ti succede, con buona probabilità, non è tanto l'assenza delle emozioni, quanto un'ansia che copre tutto e un pensiero che, forse, va a giudicare ciò che provi e che fai.

Concordo sul fatto che uno psicologo psicoterapeuta potrà aiutarti a riconoscere e gestire questi aspetti emotivi di te.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Magda Muscarà Fregonese
riporto alcune cose che ha scritto:
"Inoltre io penso che forse se lei fosse in maggiore intimità emotiva con le ragazze che bacia potrebbe essere più appagato, meno preoccupato ed anche meno centrato sui gesti . giusti o sbagliati , perchè comunque in maggiore consonanza emotiva..e anche fisica."

In realtà io sono molto in intimità con le ragazze che bacio (non le bacio per "sport") e non sono affatto preoccupato dei miei gesti, cioè a livello conscio sono tranquillo (magari dubitassi di me a volte!). Le dirò di più, nei rapporti sessuali che ho avuto, la qualità del rapporto è sempre stata direttamente proporzionale al grado in cui io dimenticavo me stesso, cioè più ero focalizzato su qualcosa di esterno a me più il rapporto poteva essere prolungato(e con esso il piacere), mentre riconosco che tantissime volte il rapporto sessuale è stato, sicuramente per la ragazza, insoddisfacente, causa mia ansia. Ma ansia non da "prestazione", cioè sono sicuro di non soffrire di eiaculazione precoce e che le mie prestazioni sessuali dipendano quasi unicamente da come sto mentalmente, se sono stressato, questo stress fa si che non mi rilassi durante il rapporto e che quindi raggiunga l'orgasmo molto velocemente, senza che io possa godermi il rapporto vero e proprio.

Gentile Dr. Angela Pileci, anche del suo commento riporto un tratto:
"Quello che ti succede, con buona probabilità, non è tanto l'assenza delle emozioni, quanto un'ansia che copre tutto e un pensiero che, forse, va a giudicare ciò che provi e che fai."
Probabilmente è così, però questo pensiero è inconscio, perché in realtà io non mi giudico, se non per il fatto che mi sembra di fingere in quel momento, mi sembra quasi di baciare controvoglia a volte.


Sicuramente andrò a parlare con uno psicologo, ma prima vorrei delle delucidazioni ulteriori, mi spiego: sono un ragazzo a cui piace culturalmente tutto, sono molto affascinato dalla psicologia(da tanto tempo); fin da quando sono piccolo mi sono interessato a capire i comportamenti degli altri, sopratutto nei miei confronti, sono rimasto folgorato da figure come Jung e provo un notevole piacere nell'indagare me stesso, in me c'è una certa voglia di capire chi sono e da cosa derivano i miei comportamenti. Da quando mi sono lasciato ho cercato di capire "cosa c'è in me che non va", il perché di alcuni miei comportamenti e ho scoperto svariate cose leggendo su internet. Premetto che sono una persona con un'intelligenza sopra la media e che non prendo per oro tutto quello che luccica, cerco di essere critico verso le cose e dunque non voglio essere frainteso, non mi sto "autodiagnosticando" niente, la mia, per adesso, è solo volontà di capire cosa sta succendo (e cosa è successo) dentro di me.

Ho scoperto di manifestare principalmente i sintomi di due "sindromi/malattie/quello che sono":
- Sindrome dell'abbandono: ho paura di essere lasciato per qualcun altro (che penso sempre migliore di me), soffro per delle stupidate perché mi sento escluso dalla vita della persona con cui sto (o anche dagli amici), anche se non è assolutamente vero, mi sento solo e penso che nessuno mi capisce, penso proprio di poter essere abbandonato perché mi sento inutile per gli altri
- Sensitività interpersonale: non so se è il termine adatto, sto definendo il fatto di percepire le parole/i gesti delle altre persone sempre rivolti verso di me, penso che tutti mi controllino in ogni istante, mi stiano osservando e me li immagino sempre critici verso di me, infatti me la prendo spesso per cose dette dagli altri. Per di più io penso di capire quello che loro stanno pensando e ovviamente penso sempre che agiscano per/contro di me, per questo sono tremendamente egocentrico quando sto con gli altri.

Queste due cose le ho appena scoperte, mi si sono chiarite molte situazioni del mio passato leggendo circa questi due argomenti. Adesso sto cercando di capire come influenzino la mia vita e se siano la causa del 90% dei miei problemi latenti. E chiedo a voi se questo problema che ho con le ragazze sia riconducibile a qualche problema di ordine più generale, oppure no.
Quando voi parlate di ansia, che tipo di ansia è? Non mi sono mai reputato ansioso, però a volte(spesso ultimamente) sento che c'è qualcosa che mi ruba energia, che non mi permette di concentrarmi al massimo(e quindi di rendere al massimo), si può definire questa ansia?

Vi ringrazio e spero che rispondiate a tutte le domande poste in questo lungo commento. Fino a che non avrò fatto un po' di ordine nella mia testa circa queste nuove cose che ho scoperto, non so più a cosa rivolgere la mia attenzione.
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Attivo dal 2013 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve,
se ho capito bene Lei vorrebbe un consiglio/aiuto in quanto un 'blocco' emotivo non le permette di vivere pienamente le relazioni amorose: "quando sono da solo con una ragazza con cui vorrei stare, non riesco a provare niente, cioè è come se mi bloccassi emozionalmente ... mi concentro su me stesso e tutte le emozioni scompaiono ... vorrei riuscire ad abbandonarmi alle emozioni ... è proprio che io non provo più niente ... divento una persona vuota senza sentimenti".
Da ciò che ho letto potrei ipotizzare che Lei è molto portato per l'uso del pensiero, "una persona con un'intelligenza sopra la media", talmente portato all'uso e forse all'abuso di questa facoltà che ha finito per affermare: "ho paura di essere lasciato per qualcun altro (che penso sempre migliore di me.." e "penso che nessuno mi capisce" e ancora "penso proprio di poter essere abbandonato" e poi "penso che tutti mi controllino in ogni istante" per finire con "penso di capire quello che loro stanno pensando".
Mi permetta di chiederle una cosa, quanto tempo passi ogni giorno a dare ascolto alla tua testa, ai suoi pensieri e quanto al tuo cuore?

La saluto riproponendole una sua frase emblematica: "addirittura mentre ci baciavamo qualche volta ho pensato 'ma quando la finiamo di baciarci'".

Come i colleghi precedentemente le hanno già scritto, credo che una psicologa psicoterapeuta potrebbe aiutarla a ri-conoscere e gestire al meglio questi suoi aspetti caratteriali.


Cordialmente
Dr. Andrea Antonelli
www.psychelist.com
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dopo
Utente
Utente
Dr. Andrea Antonelli Costaggini, la ringrazio anche per il suo consulto. Faccio qualche altra precisazione.

"Da ciò che ho letto potrei ipotizzare che Lei è molto portato per l'uso del pensiero, [...], talmente portato all'uso e forse all'abuso di questa facoltà..."
Esattamente io abuso e ho abusato delle mie facoltà "mentali". Detto in parole povere, fin da piccolo mi sono sforzato di capire quali fossero gli atteggiamenti degli altri(per quale motivo è un'altra faccenda), cercando di capire cosa pensassero le persone attorno a me e ho sviluppato una notevole abilità (così l'ho chiamata fino alla settimana scorsa) nel riconoscere gli "intenti" degli altri, anche solo dalla tonalità di voce. Questa mia, che ho creduto, capacità unica è stata con il tempo "migliorata", "affinata", cioè consciamente io ho lavorato su questa cosa, scoprendo poi (qualche giorno fa) che è una sorta di "malattia" chiamata, o che si riconduce, al termine di "sensitività interpersonale". Più precisamente mi sono ritrovato nelle parole di un vostro collega, scritte qui: https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/176048-sindrome-da-abbandono.html
"La "fissazione" su aspetti relazionali è tipica come dicevamo dei disturbi che comportano sbalzi d'umore uniti a sintomi di tipo ansioso, ossessivo, ma anche di condizioni in cui è alterata la lettura della realtà, ovvero la centralità di se e del proprio "qui e ora" riferita però ai comportamenti altrui (come se gli altri agissero in riferimento ai nostri parametri e volendo fare e dire cose che come scopo principale hanno quello di suscitare in noi reazioni). Questo aspetto si chiama sensitività interpersonale ed è tipica dei disturbi dell'umore."

Dato che questa mia presunta "capacità" è una cosa che ho chiara (ne ho parlato con altre persone... è come se l'avessi "studiata"), riesco benissimo ad eliminarla(almeno credo), difatti in questi ultimi giorni sto provando a vivere senza di essa e noto alcuni miglioramenti (difatto non me la prendo più per molte cose, non mi sento più messo in causa da tutti, anzi riconosco che le persone nella maggior parte dei casi non ci pensano minimamente a me... mi sento già più sollevato, ma ancora è presto per tirare le somme). Devo ancora capire se ci sono delle conseguenze anche sui miei rapporti one on one con le donne.


Rispondo alla sua domanda:
'Mi permetta di chiederle una cosa, quanto tempo passi ogni giorno a dare ascolto alla tua testa, ai suoi pensieri e quanto al tuo cuore?'

So di essere una persona "mentale", ma non sottovaluto completamente i miei bisogni fisici ed emozionali. Sono abbastanza sportivo, pratico sport differenti (nessuno più a livello agonistico), mi piace correre e sentire l'aria, la fatica, il mio corpo... in questi momenti la testa è scollegata. Mi piace leggere poesie (e scriverle), pratico la fotografia(intesa come arte) a livello professionale, insomma cerco di coltivare anche i miei sentimenti, ma non ci riesco quando sono a tu per tu con una persona di sesso opposto. Sono appassionato di molte cose come ho scritto nel commento precedente e adoro raccontarle agli altri, divento quasi incosciente nel mostrare qualcosa che mi affascina e nello spiegarle non seguo una linea logica, quanto ciò che sento in quel momento. Insomma, la mia vita non è, e credo non potrebbe essere, solo di "testa".


Oltre alle domande poste sopra vorrei porne una più schietta, di carattere informativo. Questi miei sintomi sono "comuni"? Possono essere ricondotti ad una qualche "sindrome"?

Vi ringrazio.

EDIT: per completezza aggiungo che qualche volta, con qualche ragazza non è stato sempre così. Più di una volta ho sentito un impulso irrefrenabile di baciare qualcuno, una passione amorosa. E' successo anche con l'ultima mia ragazza (tutto a beneficio della sua felicità aggiungo), però alla fine tutto è sempre tornato come prima.