E' giusto parlare dei farmaci prescritti in passato?

gentili dottori,
vorrei fare una domanda che forse voi riterrete stupida.

nella vostra pratica clinica decidete di apportare variazioni di una terapia di un vostro paziente,se il paziente segnala le medicine che hanno sortito beneficio in passato e altre non hanno sortito effetto,voi lo interpretate come un'interferenza da parte del paziente?

oggi ho una visita di controllo,nel quale probabilmente il medico mi eliminera' talofen gtt,per roptare per un antipsicotico atipico(testuali parole sue dell'ultima visita)
dal momento che in passato ne ho assunti diversi (tra cui abilify e ziprexa che hanno sortito effetti disastrosi)e seroquel che invece ho tollerato benissimo sia in termini di effetti collaterali che in termini di beneficio,posso far presente questa cosa al medico,o potrebbe considerarla un'ingerenza?

e' giusto che i pazienti dicano da subito se ci sono farmaci che hanno fallito in passato?

grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Sono informazioni che di solito si chiedono esplicitamente: quali medicine sono state prese, per quali periodi, se la persona ritiene che abbiano funzionato.
Questo non significa che sempre il paziente abbia una chiara idea del fatto che i medicinali abbiano o meno funzionato, dipende molto anche dal fatto che fossero terapie di un solo farmaco o associazioni.
Il suo psichiatra comunque non sa già i farmaci che ha già assunto in passato, visto che non è la prima volta che lo vede ?

Inoltre, perché si pone questo problema, se cioè sia giusto o meno far presente al medico le informazioni sui farmaci passati ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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