Gestione della paura e dolore

Salve, sono un ragazzo di 20 anni e sto soffrendo molto ultimamente per una ragazza, con la quale avevo instaurato un rapporto spontaneo, sincero, intimo e senza etichette che purtroppo non è sfociato in una relazione perché lei non se la sentiva e non si fidava, purtroppo. Ho avuto reazioni esagerate successivamente con lei, come pianti, e non ho rispettato il fatto di essere amici provandoci una sera con lei, tradendo la sua fiducia e tutti i suoi problemi che le avrei detto che avrei rispettato. Ora lei si è sentita pronta per una relazione e si è messa con un altro. Sto provando a andare avanti, a smettere di pensare a quello che poteva essere e alla situazione in generale, anche se è difficile. Sto provando a capire il perché reagisca alla sofferenza, come quella del rifiuto, con un tale egoismo e egocentrismo che mi porta a rovinare i rapporti e a migliorare come persona, acquisendo più sicurezza e fiducia. È difficile ma ci sto provando nonostante le crisi di pianto quotidiane. Il problema è che tutti siamo compagni di università e non so cosa fare. Io ancora ci penso molto e ci soffro, dovrei andare in quell’ambiente, vederli e sentire ansia,sofferenza e disagio annesso? Provare a resistere al dolore o semplicemente evitare di frequentare un loro stesso ambiente in quanto doloroso per me? Non sono molto sicuro di tutto al momento, spero di essere sulla strada giusta. Gradirei una vostra opinione sulla situazione in generale e magari qualche consiglio, vi ringrazio
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazzo, succede purtroppo che non sempre l'innamoramento, l'amore siano corrisposti, anche se l'investimento emotivo era sincero e profondo. Sono tappe maturative, anche dolorose, comprendo..dato che Lei frequenta l'Università non potrà star lontano a lungo dagli altri ragazzi e ragazze, cerchi magari qualche altro rapporto privilegiato, con cui studiare e preparare una materia diversa.. Può darsi che Lei abbia sbagliato tono o che abbia voluto troppo accelerare i tempi, non si tormenti, anche a corteggiare, stare con una donna si impara , avrà altre occasioni sicuramente, cerchi di diventare un buon osservatore, per meglio comprendere chi ha davanti con sensibilità, rispetto ,intuizione.. Ognuno è un mondo e ognuno è la sua storia..questo è fondamentale tener presente..Forse Lei che soffre per insicurezze dovute al passato, regge difficilmente il rifiuto e non ha tenuto abbastanza presente il fatto che anche questa ragazza poteva essere per qualche motivo , piena di paura di sbagliare, di soffrire e tendeva a prendere tempo..
Ci riscriva se crede, cerchi di studiare e andare avanti , il successo ci rassicura a tutti i livelli, anche in quello relazionale..
Restiamo in ascolto con molti auguri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Salve, la ringrazio per la sincera e accurata risposta, Quello che mi chiedo io è : dovrei affrontare la questione? Tornare all’università con tutte le cattive sensazioni che potrebbero farmi male, provando a uscire dalla comfort zone? O semplicemente aspettare che mi stabilizzi emotivamente e che mi senta pronto, chissà tra quanto, di frequentare il suo st sso ambiente con tranquillità? Certe ansie, paure e sofferenza vanno affrontate o è solo masochismo?
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Carissimo, io penso che nella vita e’ meglio avere coraggio e attraversarle le paure, a piccoli passi magari.
Non si tratta di masochismo, ma di non bruciarsi opportunita’, niente incoraggia più del successo.. una vittoria, anche piccola.. ci rende più forti ...non si dia troppe colpe.. e non sia troppo esigente con se’ stesso.. Lei e’ molto giovane , siete molto giovani. ..Per quel poco che ci dice temo che abbia sofferto, che la sua vita affettiva sia stata poco felice.. quel pianto era fatto, e’ fatto di tanto dolore, di tante delusioni, non solo del rifiuto di questa ragazza..Forse le farebbe bene parlare con un Collega de visu, per essere aiutato a riflettere , rileggere e superare tante brutte cose.. si rivolga allo Sportello Giovani della sua Università.. Lei sembra sensibile e intelligente, diventera’ piu’ forte anche man mano che imparerà ad essere attento agli altri, sempre, per capire le sfumature, il non detto, ma studi intanto con determinazione e passione ..le faccio molti auguri per la sua vita.. ci scriva se le fa piacere..
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Sono andato all’universita per quasi 6 per, li ho visti e nonostante sia stato colto da un attacco di ansia non indifferente, sono riuscito a resistere. Il problema è che faccio fatica ad andare avanti, non faccio altro che pensare alla mia voglia di chiarirmi, a cosa le vorrei dire per riallacciare il rapporto nonostante lei lo escluda come possibilità. Nonostante sia consapevole che, almeno al momento, sia inutile provare a chiarirsi o a ristabilire un rapporto, non riesco a smettere perché semplicemente non voglio e fatico a “convincermi” che una cosa che voglio, nonostante non sia sana o andata, non debba essere fatta. E temo di non riuscire a smettere.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, mi dispiace, ma purtroppo nessuno di noi e’ Onnipotente.. a volte .. bisogna saper perdere.. lasci passare un po’ di tempo e intanto vada avanti con coraggio, magari tra un anno siete cambiati e si vedra’.. si conceda un intervallo, sia saggio.. può fare altro .. intanto..!
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Il problema è che è quasi inconscia la problematica. Appena non ho nulla su cui concentrarmi e mi distraggo dalle distrazioni con le quali cerco di riempire la giornata per non pensarci, inizio a parlare da solo, in prima persona, come se ce l’avessi davanti e come se dovessi spiegarmi o giustificarmi con me stesso. Sono 3 mesi ormai che mi sveglio nel corso della notte e ci penso, faticando a riaddormentarmi. Mi rendo conto sia forse immaturità perché non riesco ad accettare una situazione sgradevole e dovrei capire che non posso ottenere sempre ciò che voglio ma penso che in realtà sia solo per paura di soffrire e dover accettare il tutto. Vorrei smettere di pensarci e di volerci pensare.