Sensi di colpa del passato, paura del futuro

Gentili Dottori,

ho sempre ricevuto un valido aiuto e tanti chiarimenti in questa sezione (soprattutto la Dott.ssa Massaro è stata una guida nel mio percorso di psicoterapia).

Con la terapeuta abbiamo deciso di iniziare a diradare le sedute. La psicoterapia psicodinamica che ho seguito è durata circa 1 anno e mezzo con 2/1 seduta settimanali.
Ho ancora delle cose su cui lavorare, ma posso tentare di farlo anche in autonomia. Come si vede, leggendo tra i miei consulti, ho 30 anni e ho avuto un passato difficile: il mio vero padre mi ha abbandonata, mia madre ha saputo poco fare la "mamma" nonostante mi ami, ho perso il mio padre adottivo tragicamente per un tumore, ho subito violenze da un ex abusante.

Ciò che per anni mi ha tenuta in piedi erano le mie fantasie: la notte fantasticavo di essere la più bella del mondo, forte, in carriera, corteggiata e desiderata e di non avere paura di nessuno. Queste fantasie sono state la mia salvezza ma anche la mia rovina.

5 anni fa, ho trovato un uomo fantastico, che mi ha aiutata molto e a cui io devo tutto. Tuttavia, è passato molto tempo prima che io riuscissi a dargli quello che meritava. Lui ha già una bimba e io ci ho messo tanto ad essere una compagna degna di lui. Ero immatura, gelosa della figlia, spesso pensavo al mio ex (incredibile dato che mi maltrattava), ho anche civettato in chat con un ragazzo conosciuto per lavoro. Il mio ragazzo non si è mai arreso, mi ha sempre amata, non per il mio aspetto fisico (cosa per cui sono sempre stata molto apprezzata dagli altri) ma per ciò che avevo dentro (anche se a quel tempo sembravo avere ben poco). Si capisce bene che provo il disgusto per quella che ero e mi sento indegna di lui.

La psicoterapia ha tirato fuori da me tanta sofferenza e mi ha resa la donna che sono ora: con tante fragilità e paure ma con la maturità di amare un uomo al 100% per ciò che è, amare sua figlia e prendermi le mie responsabilità.

Con un passato di abbandoni come il mio, vivo costantemente nel terrore di perdere tutto, soprattutto l'amore. Sono ben cosapevole di due cose: il passato è passato e non si cambia (ma io non riesco a perdonarmi), il futuro è incerto e nessuno sa cosa può capitarci (ma io vorrei essere sicura al 100% di essere "in salvo"). So di essere una persona ansiosa per natura, ma come posso vivere il presente che è meraviglioso (dovrei sposarmi a breve) senza cotinuare a condannarmi per il passato e temere il futuro?
Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

Lei domanda: "So di essere una persona ansiosa per natura, ma come posso vivere il presente che è meraviglioso (dovrei sposarmi a breve) senza cotinuare a condannarmi per il passato e temere il futuro?"

Ma questo è proprio il lavoro che deve fare in terapia e immagino siano quegli aspetti dei quali parlava come ambiti su cui lavorare ancora.

Una volta chiariti i molti aspetti dolorosi del passato, lo step successivo è proprio quello di elaborarli perchè non facciano più male nel presente nè siano ingombranti o scomodi.

Lei arriva da una storia pesante e capisco le Sue difficoltà attuali, ma è proprio per questo che deve chiedere al terapeuta COME FARE per lasciare andare il passato, per perdonarsi (se pensa di dover avere qualcosa da perdonarsi).

Tenga presente che siamo umani, imperfetti e proprio perchè Lei ha una storia del genere alle spalle e NON ha avuto dei riferimenti su cui poter contare (di solito sono le figure di attaccamento quali i genitori ma possono essere anche altre figure), mi pare perfettamente ovvio che per un certo periodo Lei abbia utilizzato delle strategie che non solo non funzionavano, ma magari hanno pure peggiorato la situazione.
Ma lo ha fatto nella Sua sofferenza, nell'inconsapevolezza del problema e delle ragioni che La facevano soffrire...

Inoltre, se anche si torturasse per anni perchè non riesce a perdonarsi, che cosa pensa potrebbe mai ottenere?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Carissima Dott.ssa Pileci,

si intendevo proprio dire che questi sono ancora gli aspetti su cui devo lavorare.
Lei sa sicuramente come si svolge una terapia psicodinamica. Sono stata io a cercare questo tipo di terapia. La prima volta avevo scelto basandomi solo sul feeling che avevo sentito con la terapeuta ed era andata male.

La mia attuale terapeuta mi aveva sconsigliato una terapia cognitivo-comportamentale perchè io avevo proprio bisogno di snocciolare il mio passato e io mi sono trovata d'accordo (so che anche nella TCC succede ma forse in minor misura?), in ogni caso.. abbiamo analizzato a lungo il passato e le cause che hanno portato a molti errori; le abbiamo anche elaborate, ma io non trovo pace comunque. Mi chiedo: ma una volta trovato l'uomo più fantastico del mondo, come si fa a rischiare di perderlo così? Non trovo giustificazioni.

Per quanto riguarda il futuro: sì, ho naturalmente più fiducia in me stessa e nel "potercela fare" ma fatico a vivere il presente, pur provando, pur avendo gli strumenti, pur avendone parlato mille volte con la terapeuta.

Vorrei sinceramente essere una di quelle meravigliose persone che vivono il presente, pianificano sì il futuro, ma godono del momento presente.
[#3]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Vorrei anche segnalare che la mia terapeuta mi aveva detto che ero pronta per camminare da sola e le credo perché non ha mai sbagliato e mi conosce molto bene ma da quando abbiamo diradato ho ricominciato a sentirmi angosciata, impaurita e sento la sua mancanza..tutto questo mi rattrista molto.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Anche il distanziamento delle sedute rappresenta un lutto.
Segnalando che è possibile, e anche necessario, camminare sulle proprie gambe,
da un lato rende contenti,
dall'altro si sente l'assenza di quella "alleata terapeutica" su cui si faceva affidamento..

Provi ad iniziare a dare delle risposte da sola dentro di sè,
senza chiedere aiuto qui per colmare il vuoto "fisico" della Sua terapeuta.


Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

Lei afferma di essere una persona ANSIOSA, come peraltro era chiaro anche dai consulti precedenti;

Lei scrive: "abbiamo analizzato a lungo il passato e le cause che hanno portato a molti errori; le abbiamo anche elaborate, ma io non trovo pace comunque. "

e

Lei domanda: "So di essere una persona ansiosa per natura, ma come posso vivere il presente che è meraviglioso (dovrei sposarmi a breve) senza cotinuare a condannarmi per il passato e temere il futuro?"

Se le cause fossero state analizzate e soprattutto ELABORATE (ma Lei cosa intende per elaborazione?), ora Lei non dovrebbe stare meglio dopo anni?

Inoltre, la Sua richiesta é. "ma come posso vivere il presente?"

COME FARE è un'indicazione pragmatica che deve darLe il terapeuta, fa parte delle prescrizioni di un terapeuta, come Le era già stato scritto qui anni fa.

Scopo di una psicoterapia è rendere il pz. autonomo e indipendente. Se anche il pz. comprendesse tutto ma non sapesse COME FARE, non potrebbe diventare autonomo e indipendente.


Cordiali saluti,
[#6]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Grazie Dottore.ssa per il suo prezioso aiuto, seguirò i suoi consigli. Un caro saluto
[#7]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Effettivamente non capisco cosa si intenda per elaborare. Potrebbe spiegarmelo?
[#8]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Ci ho riflettuto: sì penso di aver elaborato il mio passato con la terapeuta. Abbiamo rivissuto le emozioni congelate per tanto tempo, abbiamo dato loro un nome, un significato, una causa. Lei intende questo? Eppure io adesso non so perché mi sento angosciata e questo non sapere dare un senso mi angoscia.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

è Lei che deve dare significato a ciò che scrive. Lei scrive: "abbiamo analizzato a lungo il passato e le cause che hanno portato a molti errori; le abbiamo anche elaborate, ma io non trovo pace comunque. "

"Abbiamo rivissuto le emozioni congelate per tanto tempo, abbiamo dato loro un nome, un significato, una causa. "

Questo lavoro, cioè rivivere, dare un nome, significato e causa a che cosa è servito, dunque?

Però, più che su questo, vorrei che focalizzasse la Sua attenzione sul COME FARE, perchè -ribadisco- se anche tutto il resto fosse chiaro, Lei oggi ci sta dicendo che sta male, nonostante tutto.

Cordiali saluti,
[#10]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Sì, è vero. Io ho iniziato a stare molto bene, ho raggiunto obiettivi lavorativi e personali estremamente importanti, ero serena. Quando con la terapeuta abbiamo deciso di diradare le sedute ero forte ed estremamente orgogliosa di me. Poi ho ricominciato a sentirti angosciata senza saperne trovare motivo ed ora non capisco che cosa sia che mi disturba.. Io ho dato un significato a tutto ciò che mi è accaduto e mi sento libera dal passato, perciò non comprendo questo malessere.
[#11]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Io ho vissuto in una famiglia dove era proibito esprimere emozioni quali rabbia, malcontento, tristezza. In più, ho vissuto contnui strappi dalle persone me care,oltre ai traumi già raccontati. La mia terapeuta ha ritenuto necessario che io imparassi a rivivere certe emozioni, considerandolo sano e normale. Lei diceva sempre che io ero rimasta una bimba in cerca di accudimento e piano piano siamo riuscite a portarmi nell'età adulta. Avevo imparato a gestire i miei momenti no e le mie fragilità capendone le cause e accettando che è umano provare ansia o angoscia a volte...ma ora non capisco cosa stia succedendo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Nei consulti precedenti come ad esempio questo https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/561942-ansia-sintomi-e-terapia.html , Lei riferisce che non basta saper gestire l'ansia, riportando quanto emerso in seduta, ma che bisogna conoscere e approfondire le cause.

Ora, mi pare che Lei abbia fatto una terapia rogersiana e dice di aver imparato a gestire l'ansia. Poi ha fatto una terapia dinamica e dice di conoscere bene le cause.

Ora dovrebbe farsi aiutare dalla terapeuta ad utilizzare questi strumenti. Inutile scrivere qui sui progressi, su ciò che ha fatto, ecc... perchè da qui non possiamo darLe una mano sull'uso degli strumenti che già dovrebbe avere.

Non saprei dirLe se sia già arrivato il momento di ridurre il numero di sedute, perchè ovviamente Lei non è una mia paziente e quindi non posso fare nessun tipo di valutazione, tanto meno on line, ma discuterei col curante anche questo aspetto.

Cordiali saluti,
[#13]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Concordo su tutto Dott.ssa. Le faccio però un'ultima domanda. Sul fatto del futuro, dell'avere paura, ho sempre utilizzato una tattica inconsciamente: io nel dubbio sto sempre all'erta, così se capita qualcosa, sono pronta. Ho vissuto così tutta la mia vita, come un soldato, che è inquieto quando sente silenzio e attende gli spari, che forse gli sono più famigliari. Obiettivamente: nessuno di noi sa se domani la nostra vita sarà uguale, cambierà in meglio o in peggio, preoccuparsene è inutile e irrilevante in quanto non in nostro potere (se non in minima parte), se io capisco questo, la mia mente dovrebbe tranquillizzarsi oppure sono destinata, per indole, a preoccuparmi? Ne parlerò sicuramente anche con la terapeuta. Un sincero ringraziamento.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
E un'ultima domanda: secondo lei lo scopo della terapia è imparare a gestire le emozioni? Io all'inizio pensavo che fosse avere molte meno emozioni negative, poi ho capito che purtroppo non è così. Per me stare bene coincideva con stare sempre bene a livello emotivo. Ma perché ad esempio io spesso mi ritrovo a provare angoscia apparentemente dal nulla? Agli altri capita? Io non credo...ho molta confusione..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

purtroppo essere consapevoli anche di molte cose NON sempre aiuta e quello che Lei scrive è una chiara dimostrazione.

Lei scrive: "preoccuparsene è inutile e irrilevante in quanto non in nostro potere (se non in minima parte), se io capisco questo, la mia mente dovrebbe tranquillizzarsi oppure sono destinata, per indole, a preoccuparmi?"

Come vede, certamente Lei è consapevole, ma non sa COME FARE per affrontare l'ansia.

Tutti abbiamo le nostre ansie ma, dal momento che Lei ha sempre vissuto (per ovvie ragioni, vista la Sua storia) a stare in guardia, avrebbe dovuto imparare a vivere la Sua vita modificando questo atteggiamento e imparare a occuparsi di un problema solo e se dovesse presentarsi. E non è detto che un problema pensato debba poi davvero presentarsi nella nostra vita.

Obiettivi e finalità (scopo) della terapia secondo il modello che utilizzo io vengono definiti all'inizio del trattamento, rivisti durante la terapia e la terapia termina quando questi obiettivi sono raggiunti.

Ma in linea generale, tutti proviamo anche emozioni o sensazioni "negative" e sgradevoli. Attenzione, però, perchè anche un'emozione sgradevole come l'ansia è molto utile, se "letta" correttamente e utilizzata a proprio vantaggio, così come la tristezza, la rabbia, ecc...

Per tutta la vita proveremo anche emozioni "negative" oltre a quelle positive, ma il problema non è tanto questo, quanto non lasciarsi spaventare da un'emozione del genere.

Comunque fa benissimo a riparlarne con la terapeuta.

Se Le fa piacere, ci aggiorni in futuro.

Cordiali saluti,
[#16]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
La ringrazio tanto di queste parole. Ma come può la terapeuta insegnarmi a preoccuparmi di un problema alla volta o preoccuparmi solo quando si presenta realmente un problema, se non sono io a provarci e riprovarci finché non impari a farlo? E inoltre, per me normale è provare ansia o angoscia quando capita qualcosa per cui provarlo, come è possibile che queste emozioni spuntino così dal nulla?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"Ma come può la terapeuta insegnarmi a preoccuparmi di un problema alla volta o preoccuparmi solo quando si presenta realmente un problema, se non sono io a provarci e riprovarci finché non impari a farlo?"

Questo è il lavoro della terapeuta, il lavoro Lei lo deve fare FUORI dalla seduta e Le era stato già ribadito qui: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/520279-un-parere-sul-mio-ultimo-incontro-psicoterapeutico.html

Inoltre, più che preoccuparsi dovrebbe occuparsi, come ho scritto sopra.
Ci sono moltissime tecniche in psicoterapia utili per raggiungere questo risultato.

Per quanto riguarda:
"E inoltre, per me normale è provare ansia o angoscia quando capita qualcosa per cui provarlo, come è possibile che queste emozioni spuntino così dal nulla?"

Ok, proviamo determinate emozioni quando la situazione lo richiede. Ovviamente parlo di situazioni esterne ma anche interne a noi.
Le emozioni non spuntano mai dal nulla, anzi sono preziosissimi segnali. Vero è che la persona ansiosa è poco abile a "leggere" correttamente questi segnali e quindi potrebbe facilmente spaventarsi.

Cordiali saluti,
[#18]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Ne parlerò con la terapeuta, penso che comunque la mia terapeuta voglia che io trovi in autonomia delle modalità per gestire l'ansia o forse dovrebbe darmi dei consigli su come fare? Sono punti sui quali ho sempre avuto una certa confusione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

se Lei, come qualunque persona che diventa un paziente di uno psicoterapeuta, riuscisse a trovare in autonomia le modalità per gestire l'ansia o comunque per stare bene, non solo lo avrebbe già fatto da tempo, ma non sarebbe mai diventata una paziente.

Ribadisco, quindi, come già Le era stato detto, questo è compito del terapeuta, ma non a livello di consigli, ma di precise PRESCRIZIONI.

Come vede, la sola consapevolezza, per quanto molto importante, non basta.

Cordiali saluti,
[#20]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Ma quindi lei mi percepisce ancora in alto mare? Come è possibile allora che la terapeuta mi abbia fatto diradare le sedute?
[#21]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

questo non posso saperlo io da qui. Lei non è una mia paziente, questa valutazione deve farla Lei.
Per questa ragione Le ho suggerito di riparlarne con la terapeuta, fissando specifici obiettivi terapeutici.

Cordiali saluti,
[#22]
dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Grazie, lo farò senz'altro. Un saluto
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Prego.
Buona serata!