Come superare il fallimento.

Buongiorno a tutti,
ho 33 anni e sono fallita, perlomeno nella sfera lavorativa.

Premetto che sono già in psicoterapia, ma sebbene abbia avuto dei benefici nella cura di alcuni miei disturbi, questo scoglio è difficile da superare.
Forse non c'entra la psicoterapia, se la realtà è il fallimento dovrei solo avere il coraggio di accettarlo, senza illudermi più su nulla.
Ma sto davvero male, e non faccio che pensarci. é un chiodo fisso che non mi permette di vivere serenamente neanche le relazioni.

Soffro da quando avevo 13 anni di disturbi alimentari e la malattia mi ha condizionato non poco, Ora per fortuna, almeno col cibo, sto un po' meglio.
Come tutte le ex-anoressiche ero perfezionista e bravissima a scuola e penso che l'idea che ho di me sia ancora in parte ancorata a questa immagine.
Ero bravissima, se non avessi avuto continui crolli.
A 18 anni ho lasciato la scuola per farmi ricoverare. risultato: mi sono diplomata in ritardo ed ho iniziato l'università tardi.
MI sono laureata alla triennale in tempo ma dopo ho avuto un altro crollo. Ho cominciato a considerare la mia laurea inutile, sono stata ossessionata e in dubbio su cosa fare nella mia vita senza saper decidere. Nel frattempo mia madre è morta e più che diventare responsabile mi sembra di essere regredita.
Non sapendo decidere ho continuato con la specialistica, ho fatto tutti gli esami, ma non sono mai riuscita, o non mi sono mai decisa a finire la tesi.
sono 10 anni che navigo nel buio, fra lavoretti inutili e malpagati, una tesi rimasta sospesa nel nulla e il disturbo alimentare.Ho buttato letteralmente nel cesso la mia vita.
In realtà non sono stata del tutto ferma. Ho tentato di fare dei master post-laurea per specializzarmi in qualcosa, ma purtroppo, per diverse ragioni, non ho mai vinto la borsa di studio che mi poteva permettere di frequentarli, e sono, tra un rimando e l'altro arrivata a questa età.
Ora sto frequentando un corso di qualifica della regione ma con poca convinzione perché è totalmente al di fuori del mio ambito, Ogni tanto cerco ancora master, ma a 33 anni ancora spero di imparare cose nuove e di concorrere con quelli 10 anni più piccoli di me?

In un attimo di ottimismo (o pazzia), qualche mese fa, ho persino ripreso la tesi, ma a che mi serve? è troppa la vergogna, è troppo il senso di colpa per queste tasse pagate inutilmente, è troppa la difficoltà nel farla. Non accetto di non essere in grado di scrivere e continuo solo a farmi del male pensandoci.
Non so perché ho scritto tutto questo. Volevo essere precisa per rendere davvero il peso della situazione che vivo. Ci sono attimi in cui ancora penso di poter fare di tutto, ma non è cosi. Ci sono giorni in cui penso che se sparissi il dolore sparirebbe, ma so che è l'umore che mi fa brutti scherzi.
ero ambiziosa, ma non posso continuare a rovinarmi la vita. ho bisogno di lavorare, ma non sono in grado di fare nulla,
vorrei buttarmi alle spalle tutto questo e tornare a sorridere.
scusate lo sfogo.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

a me non sembra che la questione lavorativa, per come Lei sta VIVENDO sia una questione sganciata dalla psicoterapia che sta facendo, proprio perchè incontra i problemi che fanno parte dell disagio che vive.

Ne ha parlato con lo psicoterapeuta?
Se sì, cosa è emerso?
Se no, come mai?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Non dico assolutamente che sia sganciata dalla psicoterapia che sto facendo.

Se però ho sentito il bisogno di scrivere anche qua e perché non sto trovando alcun tipo di risposta a questo disagio.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Ok, ma Lei ne ha parlato in terapia?
[#4]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Si ne ho parlato. è emerso che sarei sicuramente più tranquilla con una diversa situazione lavorativa,
ma questo lo sapevo anche da me. Ne dovrò riparlare ancora, anche se forse non sono in grado di far percepire quanto mi angosci questa situazione.
[#5]
Psicologo attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Gentile Utente,
mi arriva come se lei percepisse un forte senso di frustrazione verso quello che, fino ad ora, non è riuscita a fare ma anche un senso di tristezza verso se stessa.

Tuttavia ci sono alcuni elementi della sua storia che vorrei sottoporle come possibile spunto su cui lavorare.

Lei si sente una persona perfezionista e di conseguenza se si cimenta in qualcosa deve essere sempre al top.

Nella sua vita però le aspettative che lei nutriva verso se stessa non sono state attese sia al liceo sia all'università per problemi legati all'anoressia(che come sa è legata all'idea di perfezione verso il proprio corpo).

E' come se le conseguenze del suo ideale di perfezione l'abbiano allontanata di molto, nella vita di tutti i giorni, anche dal solo avvicinarsi a quell'idea, e questo la fa sentire una persona che vale poco.

Dietro il suo forte senso di giudizio che sembra avere verso di sè, mi sembra fare capolino qualcosa che si trova se stessa e che le può essere di grande aiuto, e mi riferisco al seguente virgolettato:

"In un attimo di ottimismo (o pazzia), qualche mese fa, ho persino ripreso la tesi".

Potrebbe esserle utile soffermarsi su cosa l'ha spinta a questo momento di "ottimismo" perchè, a mio parere, l'origine di questa forza interna è parzialmente slegata dall'idea di perfezione e del giudizio.
Tuttavia, questa forza interiore che le ho accennato finisce per rimanere imbrigliata dall'idea che lei ha di sè: "è troppa la vergogna, è troppo il senso di colpa per queste tasse pagate inutilmente, è troppa la difficoltà nel farla. Non accetto di non essere in grado di scrivere e continuo solo a farmi del male pensandoci."

Per cui le consiglio di lavorare su quello che la fa stare male perchè è strettamente correlato all'immagine che ha di sè ed all'autosabotaggio che la fa rimanere con la sensazione di immobilità.

Concludo con una postilla riguardo il suo ultimo intervento relativo alla sua relazione con lo specialista che la segue, se lei avverte che il suo disagio non viene percepito fino in fondo allora credo sia il caso di parlarne perchè vivere un clima di forte empatia è predittore di una efficace psicoterapia.
[#6]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Buongiorno dottore
e grazie per la sua risposta.

Concordo con quello che dice, in terapia abbiamo lavorato sia sul mio perfezionismo che sulla tendenza all'autosabotaggio.
Non è la prima volta che abbandono qualcosa: ho abbandonato la danza da piccola, il liceo a pochi mesi dalla fine dell'ultimo anno, e poi questa tesi specialistica. Ora sto facendo un corso di formazione e penso costantemente di doverlo abbandonare.

Ma in aggiunta alla mia tendenza (caratteriale/patologica) adesso c'è il peso dell'età. Mi sveglio ogni mattina con la consapevolezza degli errori fatti in passato e con il dubbio di avere la possibilità di riaffermarmi in futuro.

Ho intrapreso una laurea specialistica che non volevo fare ed è forse anche per punirmi di questa scelta sbagliata che non ho mai terminato la tesi. Al senso di fallimento per questa cosa iniziata e mai finita si aggiunge il rammarico per ciò che avrei voluto fare e non ho fatto. e ancor più l'atroce dubbio "è ancora giusto cambiare rotta alla mia strada o sono troppo vecchia?".
so che mi direte che ormai è passato, non ci dovrei pensare più, e dovrei preoccuparmi solo del presente.
ma il mio cervello sembra in qualche modo inceppato su questa tematica non dandomi respiro.
So anche che è stupido, e non credo dipenda solo da questo, ma più volte mi capita di sognare di farmi del male per liberarmi da un dolore che non passa mai.
Ho visto psicologi, psichiatri..ma la mia vita è ancora avvolta in una triste nebulosa la cui sola certezza è quella di orbitare intorno ad un disturbo alimentare.

Sono rammaricata dalla mia incapacità di crescere e di vivere in questo mondo e non accetto di essere cosi debole e fallita. però di fatto, non trovo nessun mezzo per vivere un po' meglio.
scrivere qui è l'ennesimo tentativo, l'illusione che qualcosa, qualcuno mi possa illuminare e farmi vedere dove sbaglio continuamente e ostinatamente.

Mi scuso per il lungo sfogo che non so se abbia senso perché è stato scritto d'impulso senza rileggere.
[#7]
Psicologo attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Salve,
sembra tormentarla oltremodo questo dolore legato alla frustrazione nel non riuscire a portare a termine ciò che inizia.

Mi chiedo se la sua psicoterapia stia continuando o meno, in quanto tali disagi andrebbero affrontati in quella sede in maniera approfondita.

La sua tendenza a interrompere i suoi progetti potrebbe essere correlata a fattori di stampo ansioso-ossessivo che la fanno rimanere all'interno del circolo vizioso (comincio - interrompo - sto male perchè ho interrotto).

Il disturbo alimentare di cui parla, ha con molta probabilità, una relazione con ciò che ha portato qui, tuttavia come le ho detto queste sono tematiche molto delicate e che vanno affrontate in un percorso di psicoterapia.
DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.

Leggi tutto