Shock anafilattico.

Shock anafilattico: cosa fare se

n.verna
Dr. Nicola Verna Allergologo

Lo shock anafilattico è una reazione allergica severa a rapida evoluzione in cui si manifestano importanti segni e sintomi cutanei e sistemici (che interessano, cioè, l’intero organismo) con esito potenzialmente fatale. L'articolo fornisce le indicazioni per la gestione di tale condizione medica.

Cos'è uno shock anafilattico?

Con il termine anafilassi (dal greco ἀνα-/ana + φύλαξις/phylaxis = iper-protezione) si intende una reazione allergica severa a rapida evoluzione in cui si manifestano importanti segni e sintomi cutanei e sistemici (che interessano, cioè, l’intero organismo) con esito potenzialmente fatale. La sindrome nella piena espressione comprende orticaria (pomfi) e/o angioedema con ipotensione (drammatico abbassamento della pressione del sangue) e broncospasmo fino all’arresto cardio/respiratorio (shock anafilattico).

Si stima che fino al 15% della popolazione sia rischio di anafilassi. I dati epidemiologici suggeriscono che l’anafilassi, attualmente, accada con maggiore probabilità nei posti di frequente aggregazione umana (mense, ristoranti, scuole, posti di lavoro, etc.) piuttosto che in ambiente sanitario. La maggior parte dei casi avviene tra i bambini e gli adolescenti. Fino ai 15 anni di età sembra esserci una maggiore predilezione per il sesso maschile, dopo i 15 anni per quello femminile.

Sintomi

Come si manifesta l'anafilassi?

Lo shock anafilattico prevede una fase asintomatica di "sensibilizzazione" nei confronti di un allergene ed una successiva fase sintomatica scatenata alla riesposizione allo stesso allergene.

L'anafilassi può avvenire in individui dopo l’esposizione ad una sostanza cui essi sono allergici che può anche essere stata tollerata in passato. Le sostanze che più comunemente possono scatenare una anafilassi sono gli alimenti, i farmaci e le punture di insetti.

L’anafilassi è scatenata attraverso gli stessi meccanismi con cui avvengono le altre allergie. In altre parole, il sistema immunitario, che normalmente ci difende contro agenti estranei potenzialmente dannosi, agisce in maniera esagerata nei confronti di una sostanza innocua (allergene) scatenando una reazione potenzialmente fatale. Il primo evento è rappresentato dall’immediato rilascio di alcune sostanze dannose, come l’istamina, da parte delle cellule del sistema immunitario dopo che un allergene si è legato ad una immunoglobulina E antigene-specifica (IgE) adesa a basofili e mast-cellule precedentemente sensibilizzati.

Cosa fare dopo una reazione anafilattica?

Qualora ci sia stato un ricovero in Pronto Soccorso per anafilassi o ci sia un qualsiasi dubbio sul fatto che si sia avuta una reazione anafilattica, è necessario richiedere un consulto dello specialista in Allergologia ed Immunologia Clinica per i seguenti scopi:

  • Confermare o smentire la diagnosi di anafilassi;
  • Identificare l’agente scatenante attraverso il racconto dell’accaduto, i test cutanei (prick-test) ed i test in vitro;
  • Ricevere un'adeguata educazione sulla prevenzione e sull’iniziale trattamento di possibili episodi futuri;
  • Iniziare un trattamento immunoterapico specifico quando sia disponibile ed indicato.

Sulla base del racconto del paziente (anamnesi), l’Allergologo può decidere di effettuare test cutanei, consigliare l’esecuzione di test su sangue e, qualche volta, dei test di provocazione per confermare la causa dell’anafilassi.

Per approfondire:Allergie: tutto quello che devi sapere

Cause

Shock anafilattico: quali sono le cause più frequenti?

Malgrado tutte le allergie alimentari possano scatenare una reazione anafilattica, alcuni alimenti sono più spesso responsabili di tali reazioni. Tra quelli più spesso coinvolti nell’anafilassi troviamo le arachidi, le nocciole, i molluschi, il latte e le uova.

Una forma particolare di anafilassi è quella indotta dall’esercizio fisico in cui oltre all’assunzione di particolari alimenti è sempre presente l’attività fisica.

Come per gli alimenti, anche le allergie ai farmaci possono provocare reazioni avverse. Quelli più comunemente coinvolti in reazioni allergiche sono gli antibiotici seguiti dai farmaci antiepilettici, i vaccini, antipertensivi, i mezzi di contrasto radiografici, gli antidolorifici, antitrombotici come l'eparina.

Le punture di alcuni insetti come le vespe, le api e calabroni possono provocare reazioni allergiche fatali. È fondamentale sapere che per l'allergia alle punture di imenotteri è possibile sottoporsi ad immunoterapia specifica iposensibilizzante dotata di straordinaria efficacia nella prevenzione di future reazioni in caso di ripuntura.

Anche il lattice delle gomma è sempre più spesso coinvolto in reazioni allergiche. Nei soggetti allergici a tale sostanza è fondamentale una politica di evitamento sia in ambiente sanitario (molti strumenti medici sono fatti in lattice) che in ambiente domestico.

Prevenzione

Come evitare lo shock anafilattico?

L’Allergologo Clinico, oltre che nella diagnosi, sarà di aiuto con consigli su come evitare i potenziali allergeni.

Vi insegnerà come leggere ed interpretare le etichette degli alimenti, come porre le giuste domande ai ristoratori ed ad evitare le cross-contaminazioni degli alimenti (molto frequente in caso di allergia al pesce). Vi metterà in guardia su ciò che può maggiormente attirare gli insetti cui siete allergici (profumi, colori brillanti, etc.). Dopo aver identificato i farmaci responsabili, vi indicherà quali scegliere in alternativa.

Un altro utile consiglio è quello di indossare una medaglietta, collegata ad un braccialetto o ad una collanina, che riporti le proprie allergie; questa può risultare particolarmente utile in caso di necessità di assistenza sanitaria in stato di incoscienza. In tale stato, il paziente allergico non riuscirebbe ad informare gli operatori del primo soccorso sulle proprie allergie.

Altro aspetto importante nella prevenzione di nuove reazioni anafilattiche da valutare è la valutazione del rapporto rischio/beneficio per l’utilizzo di farmaci utili per altre condizioni mediche e che possono rendere più gravi le reazioni anafilattiche. Tali farmaci sono rappresentati dai beta-bloccanti, gli ACE-inibitori, i bloccanti del recettore II dell’angiotensina, gli inibitori delle monoaminossidasi ed alcuni antidepressivi triciclici.

Cosa fare in caso di shock anafilattico

L’Allergologo, inoltre, vi fornirà delle dettagliate istruzioni su cosa fare in caso di nuova reazione allergica.

In generale possiamo dire che in caso di insorgenza di sintomi premonitori (prurito, calore diffuso, disfonia, etc.) verrà consigliata la somministrazione di antistaminici ed, eventualmente, farmaci a base di cortisone.

In caso di grave reazione sistemica con coinvolgimento respiratorio e/o cardiovascolare e nell’impossibilità di raggiungere rapidamente un Pronto Soccorso, verrà consigliato l’utilizzo di adrenalina autoiniettabile. La somministrazione tempestiva di tale farmaco nelle prime fasi dell’anafilassi severa migliora le possibilità di sopravvivenza e di rapido recupero grazie alla sua azione rapida e potente. La prescrizione dell’adrenalina autoiniettabile e le istruzioni su come e quando utilizzarla è un aspetto fondamentale della terapia dei pazienti con anafilassi severa al fine di prevenire che le future reazioni possano divenire fatali.

Come utilizzare correttamente l’adrenalina autoiniettabile

La formulazione di adrenalina autoiniettabile disponibile in commercio in Italia è l’EpiPen® Auto-Injector (Fastjekt®), ottenibile gratuitamente da parte del paziente con diagnosi di anafilassi dietro prescrizione in fascia H da parte di uno specialista ospedaliero in Allergologia ed Immunologia Clinica.

Va utilizzata come segue:

  1. Afferrare l’iniettore con il pollice il più vicino possibile al tappo grigio di sicurezza;
  2. Con l’altra mano, togliere il tappo grigio di sicurezza;
  3. Tenere l’iniettore approssimativamente a 10 cm di distanza dall’esterno-coscia puntando la punta nera verso la gamba;
  4. Puntare in maniera decisa verso l’esterno coscia in maniera da formare un angolo di 90° con la gamba stessa e avendo tolto gli indumenti, se necessario;
  5. Mantenere in questa posizione per almeno 10 secondi;
  6. Massaggiare la zona di iniezione per 10 secondi;
  7. Il paziente deve sempre e in ogni caso recarsi in un Pronto Soccorso dopo la somministrazione di adrenalina in quanto è possibile una nuova presentazione dei sintomi di anafilassi con necessità di ulteriore trattamento.

N.B.: è utile prendere dimestichezza con l’iniettore utilizzando dei "dimostrativi" non contenenti il farmaco.

Cosa NON fare con l’adrenalina autoiniettabile

  1. Utilizzare l’iniettore contenente il farmaco per fare pratica: l’iniezione accidentale del farmaco potrebbe avere effetti collaterali anche seri;
  2. Togliere il tappo grigio di sicurezza prima di essere pronti all’iniezione;
  3. Mettere le dita sopra la punta nera dell’iniettore;
  4. Tentare di iniettare l’adrenalina direttamente in vena o sulle natiche;
  5. Iniettare il farmaco sulle estremità del corpo (l’adrenalina provoca una importante vasocostrizione locale);
  6. Abbandonare il paziente trattato prima dell’arrivo dell’ambulanza, di un infermiere o di un medico.
Data pubblicazione: 04 luglio 2011 Ultimo aggiornamento: 11 maggio 2022

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Autore

n.verna
Dr. Nicola Verna Allergologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1996 presso Università di Chieti.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pescara tesserino n° 3184.

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