Vaccinarsi contro l'influenza: si o no?

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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista

Troppe persone parlano a vanvera contro la vaccinazione antinfluenzale; i pro e i contra della vaccinazione e quando conviene vaccinarsi.

Tutti gli anni l’influenza si fa vedere; quest’anno si prevede una doppia influenza, perchè a quella stagionale, si aggiunge l’influenza suina.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha allertato i governi sui possibili rischi della pandemia da virus A/H1N1 (influenza suina), pur sottolineandone il carattere “moderato” delle manifestazioni cliniche di questa pandemia, a cui si aggiungerà l’influenza stagionale.

Il Piano vaccinale, attuato dal Governo italiano, è stato concordato con gli altri Stati Europei. In particolare, è stato istituito un sistema di sorveglianza che fa capo al NIC (Centro Nazionale Influenza) presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), collegato al Ministero della salute (MoH).

Il NIC fa parte della rete mondiale coordinati dall’OMS.

Da anni è stato istituito anche una Sorveglianza Epidemiologica, oltre che Virologica (InfluNet: http://www.iss.it/iflu/). Molti medici di famiglia, detti “medici sentinella”, raccoglieranno i dati su una scheda; tale scheda contiene anche la segnalazione di possibili effetti avversi, in particolare per i vaccini con adiuvante.

Ogni campagna vaccinale, quindi, è accuratamente sorvegliata e studiata.

Per approfondire:Influenza nei bambini

Quali virus influenzali ci attendono quest’anno? Quali i vaccini?

Tre virus influenzali epidemici A(H1N1), A(H3N2), B/Brisbane/60/2008: vanno a comporre il vaccino trivalente stagionale 2009-2010. Già disponibile. Esiste sia in forma adiuvata che in forma non adiuvata.

Un virus pandemico A(H1N1)v ceppo A/California/2009 o virus dell’influenza A o suina, contenuto nel vaccino monovalente pandemico 2009/2010. Disponibile a partire da metà ottobre e contiene adiuvante. L’ultima indicazione del Ministero è quella di somministrare una sola dose.

Il virus colpisce di più i giovani, perchè negli anziani, a causa delle scorse epidemie forse esiste già una sorta di memoria immunitaria.

E’ possibile che per la stagione 2010-2011 l’OMS raccomanderà un unico vaccino trivalente, con la sostituzione del ceppo Brisbane con quello dell’influenza suina.

Il vaccino stagionale protegge contro l’influenza suina e, viceversa, quello dell’influenza suina protegge contro l’influenza stagionale? No, perchè si tratta di virus dal differente profilo antigenico.

I vaccini sono approvati dalle Agenzie nazionali del farmaco (per l’Italia l’AIFA), anche sulle direttive dell’EMEA (Agenzia Europea del Farmaco).

Come si riconosce l’influenza?

Se si ha, oltre alla febbre, almeno altri due sintomi:

  • un sintomo come cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione, brividi) e
  • un sintomo respiratorio come tosse, faringodinia, congestione nasale.

Cosa fare se si prende l’influenza?

Non correre al pronto soccorso, ma rivolgersi al medico curante, il quale valuterà la terapia più appropriata, sulla base delle effettive condizioni cliniche e del rischio di complicazioni, e valutando l’opportunità della somministrazione di farmaci antivirali.
Restare a casa, anche per non aumentare la possibilità di contagio.
Il ricorso all’ospedale e alla diagnosi virologica va riservata ai soli casi gravi.

Quando fare la vaccinazione?

Si consiglia dall’inizio di ottobre alla fine di dicembre.

Quante dosi di vaccino bisogna fare?

Per l’influenza stagionale, è sufficiente una sola dose, perché i virus influenzali A/H3N2, A/H1N1 e B sono già comparsi negli ultimi anni, perciò gran parte della popolazione né è già venuta a contatto.

Per i bambini, invece, se mai vaccinati prima, sono consigliate due dosi, a somministrare a distanza di un mese.

A quali soggetti è raccomandata la vaccinazione?

Ai soggetti affetti da patologie considerate a rischio, come: malattie croniche respiratorie, cardiopatie, diabete e altre malattie metaboliche, insufficienza renale, emoglobinopatie, gravi epatopatie, malattie congenite o acquisite con deficit immunitario, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, malassorbimento intestinale, malattie neuromuscolari; infine, condizioni di stretto contatto con soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati.

Per l’influenza suina, in particolare, si è visto che i soggetti più a rischio di contagio sono i soggetti giovani (sotto i 20 anni), mentre quelli meno esposti sono i soggetti maggiori di 65 anni. Perciò, si raccomanda la vaccinazione anche ai bambini di età inferiore ai 2 anni, a maggior rischio di complicanze se affetti dalle patologie sopra citate, se frequentano asili nido, se vivono in comunità (minori istituzionalizzati).

Stessa raccomandazione per le madri con bambini fino a 6 mesi di età, per il personale sanitario addetto all’assistenza, per gli addetti ai servizi pubblici essenziali, per i lavoratori a contatto con animali.

A chi non si deve fare il vaccino per l’influenza suina?

Ai lattanti sotto i 6 mesi (per mancanza di studi clinici controllati su tali fasce d’età) e per i soggetti con storia di allergia.

Sebbene non siano stati provati effetti teratogeni da parte degli adiuvanti, si consiglia di evitare la vaccinazione nel corso del I trimestre di gravidanza.

Una malattia acuta, di media o grave entità, cin o senza febbre, è una controindicazione al vaccino pandemico, che va rimandato a guarigione avvenuta.

Si possono somministrare contemporaneamente il vaccino dell’influenza stagionale e quello dell’influenza suina?

Sì; i due vaccini vanno iniettati, ovviamente, in sedi anatomiche diverse, ma per evitare un effetto sommatorio di reazioni avverse, è raccomandata la somministrazione di un solo vaccino con coadiuvate (quello per l’influenza suina) assieme ad un vaccino senza adiuvante (quello per l’influenza stagionale).

Per concludere, conviene o no vaccinarsi contro l’influenza?

Ciascuno deve decidere, in piena libertà, consultandosi con il proprio medico di famiglia, valutando l’effettivo rischio di contagio e di complicazioni di preesistenti patologie e/o di sovrapposizione di altre malattie, come la broncopolmonite.

Bisogna anche considerare che un soggetto sano, quindi con uno stato immunitario ben funzionante, è in grado di guarire dall’influenza anche senza essere vaccinato.

Bisogna anche considerare che il vaccino risulta efficace solo se il virus, nel frattempo, non sia mutato, cosa che qualche volta è avvenuto.

Io personalmente non mi sono mai vaccinato né lo hanno fatto le mie figlie, mia moglie sì; d’altra parte, se tutti volessero vaccinarsi, le dosi di vaccino immesse in commercio non sarebbero sufficienti. Ma per i pazienti e i soggetti a rischio, la vaccinazione è raccomandata.

Serve un pò più di fiducia nelle Istituzioni Sanitarie pubbliche e meno credito alle chiacchiere del web. Ciascuno deve decidere se vaccinarsi o no, come meglio crede, facendo i suoi personali conti rischio/beneficio.

Approfondimenti:

Adiuvanti e conservanti nei vaccini, andare al MinForma "Vaccino e adiuvante".

Link utili:

http://www.fermailvirus.it/

http://www.ministerosalute.it/influenza/influenza.jsp

http://www.ministerosalute.it/influenza/paginaInternaInfluenza.jsp?id=685&lingua=italiano&menu=virus

http://www.ministerosalute.it/influenza/paginaMenuInfluenza.jsp?menu=vaccinazione&lingua=italiano

Fonti: OMS, EMEA, Ministero Lavoro-Salute-Politiche Sociali.

Data pubblicazione: 05 giugno 2011

Autore

mariocorcelli
Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 15857.

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