Omocisteina dislipidemia studio.

Omocisteina alta, disfunzione erettile e aumento dei lipidi

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

L'omocisteina, un amminoacido solitamente presente nel plasma sanguigno, ha dimostrato di avere un ruolo significativo nel metabolismo lipidico. Studi precedenti hanno suggerito un possibile collegamento tra iperomocisteinemia (HHcy), dislipidemia e aterosclerosi.

Tuttavia, vi erano dati epidemiologici limitati riguardanti la relazione tra HHcy e i profili lipidici, specialmente nelle popolazioni cinesi basate sulla comunità. Questo articolo si propone di esplorare l'associazione dei livelli plasmatici di omocisteina con i profili lipidici in una popolazione cinese non sottoposta a trattamento ipolipemizzante.

Cosa dimostra lo studio?

Questo studio ha dimostrato che l'HHcy era indipendentemente associata con l'ipertrigliceridemia e bassi livelli di HDL-C, fornendo prove che i livelli di Hcy potrebbero influenzare il metabolismo di HDL-C e TG. Questi risultati sottolineano l'importanza di monitorare i livelli di omocisteina come parte della valutazione del rischio per malattie cardiovascolari, in particolare nelle popolazioni a rischio di dislipidemia.

La correlazione positiva tra i livelli di omocisteina e i trigliceridi, insieme all'associazione negativa con l'HDL-C, suggerisce che l'omocisteina potrebbe giocare un ruolo critico nella modulazione del profilo lipidico, contribuendo così al rischio di sviluppare aterosclerosi.

Discussione

La presente analisi ha evidenziato l'importanza di considerare l'omocisteina non solo come un fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari ma anche come un indicatore potenzialmente utile nella gestione della dislipidemia.

L'identificazione precoce degli individui con livelli elevati di omocisteina offre l'opportunità di intervenire tempestivamente, potenzialmente attraverso modifiche dello stile di vita o supplementazione di vitamina B, per normalizzare i livelli di omocisteina e ridurre il rischio di complicazioni cardiovascolari associate.

Implicazioni pratiche

Dai risultati di questo studio emerge la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo l'importanza dei livelli di omocisteina nel contesto della salute cardiovascolare. La gestione dei livelli di omocisteina attraverso approcci dietetici, l'esercizio fisico e, se necessario, la supplementazione di vitamine, potrebbe rappresentare una strategia efficace per migliorare i profili lipidici e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari nella popolazione generale.

In conclusione, i risultati di questo studio forniscono evidenze significative dell'associazione tra i livelli di omocisteina e i disturbi del profilo lipidico in una popolazione cinese basata sulla comunità.

Queste scoperte sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per esplorare le vie biologiche sottostanti e per valutare l'efficacia di interventi mirati a ridurre i livelli di omocisteina, come strategia per migliorare la salute cardiovascolare e prevenire le malattie correlate alla dislipidemia.

Metodologia dello studio

La ricerca ha incluso un totale di 4660 soggetti cinesi appartenenti a una coorte del distretto di Shijingshan a Pechino.

Sono stati misurati il totale dell'omocisteina plasmatica, i profili lipidici sierici che comprendono il colesterolo totale (TC), i trigliceridi (TG), il colesterolo a bassa densità (LDL-C), il colesterolo ad alta densità (HDL-C), oltre a fattori di rischio metabolico rilevanti.

Modelli di regressione multivariata, aggiustati per età, sesso, fumo, consumo di alcol, attività fisica, supplementazione di vitamina B, indice di massa corporea, livello di glucosio nel sangue a digiuno, creatinina sierica, pressione arteriosa sistolica e diastolica, sono stati utilizzati per valutare le associazioni di Hcy e profili lipidici.

Risultati

I soggetti avevano un'età media di 56,75 ± 8,91 anni e il 38,15% erano maschi. La mediana (IQR) di Hcy era di 11,98 (10,00–14,93) μmol/L, e il 24,4% presentava HHcy (definita come Hcy ≥ 15 μmol/L). I valori medi (SD) di baseline del TC erano 5,34 ± 0,98 mmol/L, LDL-C 3,27 ± 0,81 mmol/L, e HDL-C 1,43 ± 0,38 mmol/L. La mediana (IQR) di TG era 1,28 (0,91–1,85) mmol/L.

Nelle analisi di regressione lineare multivariabile, il livello di lnHcy (trasformazione logaritmica naturale per Hcy) era positivamente associato con lnTG (β aggiustato = 0,075, SE = 0,021, P = 0,001). Utilizzando Hcy < 15 μmol/L come riferimento, l'HHcy era indipendentemente associata sia con lnTG (β aggiustato = 0,056, SE = 0,020, P = 0,004) che con lnHDL (β aggiustato = -0,018, SE = 0,009, P = 0,038).

Nelle analisi di regressione logistica multivariabile, l'HHcy era associata a un aumento del rischio di bassi livelli di HDL-C (HDL-C < 1,04 mmol/L; rapporto di probabilità [OR] aggiustato = 1,406, intervallo di confidenza [CI] al 95%: 1,143 – 1,728, P = 0,001) e ipertrigliceridemia (TG ≥ 1,7 mmol/L; OR aggiustato = 1,293, CI al 95%: 1,096–1,524, P = 0,002) dopo aver aggiustato i confondenti. Tuttavia, non vi erano associazioni significative tra Hcy e TC o LDL-C.

 

Data pubblicazione: 04 aprile 2024

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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