Nuova terapia per la degenerazione maculare senile: la fotobiomodulazione retinica

La Degenerazione maculare senile (o legata all'età) è la prima causa di cecità irreversibile nella popolazione in età avanzata dei paesi industrializzati.

E' responsabile di un graduale deterioramento della funzione visiva centrale (scotoma) e la sua evoluzione è variabile per intensità e velocità di progressione.

Si distinguono due tipi di maculopatia senile:

  • la forma secca e
  • la forma umida.

Mentre per la forma umida (o essudativa) abbiamo da alcuni anni a disposizione le terapie farmacologiche intravitreali, per la forma secca non esiste attualmente un trattamento curativo di particolare efficacia clinica.

Sino ad oggi il trattamento della forma secca si è avvalso di integratori alimentari utilizzati allo scopo di mantenere il trofismo nutritivo della retina, per rallentare i fenomeni ossidativi responsabili del suo invecchiamento.

Da pochi mesi, per la forma secca è disponibile in Italia un nuovo trattamento: la fotobiomodulazione retinica.

Per approfondire:Fotobiostimolazione retinica: a che punto siamo?

Gli studi scientifici che supportano questo tipo di trattamento si sono concentrati sul ruolo dell'epitelio pigmentato retinico, lo strato più profondo della retina; quest'ultimo gioca un ruolo fondamentale per il nutrimento degli strati fotorecettoriali sovrastanti.

L'integrità dell'epitelio pigmentato retinico è essenziale per garantire lo smaltimento dei prodotti tossici retinici e limitare la formazione di drusen (il primo step della DMS).

Secondo lo studio LightSiteI, pubblicato su Retina Journal, in 46 occhi sottoposti a questo tipo di trattamento, sono stati registrati incrementi sia in termini di acuità visiva che in termini di sensibilità al contrasto.

Il trattamento, limitato solo ad alcuni pazienti affetti da DMS con precisi requisiti, prevede l'esposizione degli occhi a due fonti di luce a LED con determinate lunghezze d'onda.
Sono necessarie alcune sedute da svolgersi nell'arco di 30-45 giorni.

Sono in corso ulteriori trials clinici per confermane l'efficacia.

Fonte:

https://journals.lww.com/retinajournal/Abstract/publishahead/A_DOUBLE_MASKED,_RANDOMIZED,_SHAM_CONTROLLED,.96062.aspx

Data pubblicazione: 31 ottobre 2019 Ultimo aggiornamento: 04 novembre 2019

Autore

r.paderni
Dr. Ruggiero Paderni Oculista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2008 presso Università di Palermo.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 42769.

Specialista con formazione d’eccellenza in Medicina e Chirurgia e Oftalmologia, con master avanzato in Neuroftalmologia. Responsabile del servizio di Neuroftalmologia presso un centro diagnostico di Milano, vanta esperienza nella gestione delle malattie retiniche rare e nella riabilitazione visiva. Membro attivo di società oftalmologiche europee, autore di pubblicazioni scientifiche e monografie di rilievo nel campo della chirurgia oftalmologica refrattiva.

Iscriviti alla newsletter

3 commenti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Ultimi consulti su Maculopatia

Guarda anche maculopatia 

Contenuti correlati