Paura di parlare.

Il peso delle parole non dette

Vorrei parlare, ma le parole restano ferme in gola. Quante volte ti è successo? Quante volte, pur avendo chiaro ciò che volevi dire, ti sei bloccato? Magari ti sei sentito spaesato, inadeguato, quasi stupido, senza trovare una spiegazione coerente. Eppure bloccare ciò che sentiamo non è mancanza di volontà: spesso è un modo per proteggerci.

Perché abbiamo paura di parlare

Perché non riusciamo a parlare?

Quando non riusciamo a parlare, di solito non è perché non sappiamo cosa dire.

A fermarci è la paura del giudizio, del conflitto, di essere fraintesi, o di peggiorare una situazione già delicata. Il corpo lo percepisce come un allarme: battito accelerato, pensieri confusi, gola che si stringe. In quel momento tacere diventa l’unica strategia di sopravvivenza emotiva.

Il problema è che, nel lungo periodo, il non dire genera tensione, distanza e incomprensione, fino a cronicizzarsi nel tempo. Le parole non dette pesano tanto quanto quelle pronunciate, a volte anche di più.

Cosa possiamo fare?

Partiamo da un passo piccolo e concreto: riconoscere cosa sentiamo, prima di cosa vogliamo dire. Quando le parole faticano a uscire, può aiutare metterle nero su bianco: su un diario, nelle note del telefono o in un messaggio non inviato. Serve a dare forma al pensiero, a preparare il terreno.

Poi, gradualmente, si può aprire un dialogo con frasi introduttive morbide: “Vorrei parlarti, non per discutere, ma per capirci.”

Non serve dire tutto subito: a volte basta iniziare. Questa è anche una forma semplice di assertività, ovvero esprimere ciò che proviamo senza aggredire né subire, con rispetto per noi stessi e per l’altro.

Dare voce a ciò che sentiamo non è un atto eroico, ma un gesto di cura verso noi stessi e verso la relazione. Quando iniziamo a parlare, anche poco alla volta, qualcosa dentro si muove. E non sempre dobbiamo farlo da soli: a volte serve uno spazio sicuro in cui trovare insieme le parole, con calma.

Perché la buona comunicazione non è solo ciò che diciamo, ma il modo in cui lo diciamo.
E quando il modo è rispettoso, chiaro e autentico, il contenuto trova finalmente la strada per essere accolto.

Per approfondire:Uso del linguaggio: come evitare i conflitti?

Data pubblicazione: 29 dicembre 2025

Autore

vincenzocapretto
Dr. Vincenzo Capretto Psicologo

Laureato in Psicologia nel 2024 presso Università.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio tesserino n° 30851.

Specializzato in benessere emotivo, gestione di ansia, stress e difficoltà relazionali, offre supporto psicologico mirato a giovani e adulti. Approccio strategico e psicosociale, unisce esperienza clinica, mentoring scolastico e comunicazione efficace, arricchita da background militare e giornalistico. Laureato con lode in Psicologia e Scienze Politiche, si dedica a formazione continua e pubblicazioni su salute mentale e crescita personale.

Iscriviti alla newsletter

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Ultimi consulti su Linguaggio

Guarda anche linguaggio 

Contenuti correlati