Diagnosi e cura della fuga venosa

Salve

Da qualche anno soffro di disfunzione erettile, motivo per cui mi sono rivolto a diversi specialisti sia medici, che psicologi.

Sintetizzando la mia situazione: mancanza di erezioni mattutine; erezioni progressivamente nel tempo sempre meno valide; rapida perdita dell'erezione sia durante i rapporti che durante la masturbazione in cui la flaccidità totale si raggiunge già in meno di dieci secondi dall'eiaculazione; pressoché impossibilità ad avere rapporti completi; scarsi risultati con i comuni vasodilatatori per la DE.
Sono un ragazzo di 30 anni, non fumo, non bevo, seguo alimentazione sana e faccio attività fisica, non ho malattie, se non banali emorroidi e una varice, e un intervento chirurgico per varicocele diversi anni fa.

Finora i vari specialisti hanno escluso determinate cause ma non hanno fatto una diagnosi certa. Ho infatti eseguito esami ormonali, negativi; ecocolordoppler con iniezione di prostaglandine, che ha mostrato assenza di compromissione di flusso arterioso del pene; e gli psicologi mi hanno detto che verosimilmente la componente psicologica è solo secondaria e non la causa del disturbo. Il medico di fiducia ritiene molto probabile una genesi da fuga Venosa, ma dice che la diagnosi è invasiva e che comunque non ci sono rimedi se non la protesi. Io mi rifiuto di credere che non ci siano altre cure e solo il pensiero mi deprime moltissimo.

Quello che chiedo è di consigliarmi un posto dove possano diagnosticare definitivamente il problema nella mia provincia o fuori. Sono disposto anche a spostarmi in un centro dove possano fare tutti gli esami del caso senza dover più passare per decine di ambulatori e rifare da capo tutto il percorso diagnostico che ho già affrontato. Chiedo quindi sia ai medici che agli altri utenti di consigliarmi cortesemente un centro o un ambulatorio dove mi possano seguire in toto e possa fare questi esami tutti insieme…
Ho sentito parlare di penogramma radioisotopico, cosa ne pensate? E quali sono ad oggi le cure, in caso si confermasse questa diagnosi?...
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Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Caro signore,
non è sostenibile che uno psicologo affermi che il problema è organico e che l' ansia è a valle del problema erettile, semplicemente perchè non ne hanno i mezzi per farlo. La fuga venosa in sè e per se non esiste è un sinotomo di problemi psicocologici, strutturali, arteriosi, ormonali o prostatici. Se tutto è negativo azzardo a dire: cambi psicologo.
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Gentile lettore,
...penogramma radioisotopico... lasciamo stare. Nel suo caso il primo punto è capire checosa ha: se si tratta di una causa psicogena o fisica, e se fisica quale sia in effetti il problema.
Per dirimere tra causa psicogena e fisica il test delle erezioni notturne con apparecchiatura RigiScan ha la sua validità. Per approfondire il versante fisico, soprattutto in casi dubbi ed in soggetti giovani, personalmente suggerisco la cavernosometria dinamica con possibile cavernosografia contestuale.

Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it

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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
Caro lettore,

lei apre un problema ancora non sicuramente risolto e diversamente affrontato dagli specialisti: La Disunzione Veno Occlusiva Cavernosa (Fuga venosa).
Io, in base alla mia esperienza di 40 anni di diagnostica e chirurgia del pene, sono convinto che la patologia venosa esista, sia molto frequente in soggetti che hanno una familiarità veno-patica ( varici delle gambe, varicocele, emorroidi...) ma non abbia ancora un test "definitivo" che possa dimostrarla. Ho utilizzato per anni la cavernometria ma oggi non la ritengo in grado di dare una risposta univoca e chiara. Altri specialisti, tra cui l'amico Dr Pescatori, (uno dei migliori andrologi chirurghi che operano in Italia) invece credono che tale esame abbia ancora un suo valore, perlomeno in casi selezionati. A mio parere la diagnosi di Disfunzione Veno Occlusiva cavernosa nasce da una buona conoscenza del paziente e della sua storia medica, dal fatto che il paziente non sia in grado di avere erezioni rigide e stabili, se non con la masturbazione, che abbia una risposta Rigiscan (erezioni durante il sonno, non influenzate dal fattore psicologico...) con problemi di rigidità e mantenimento, che pur in presenza di un buon quadro arterioso all'ecocolordoppler, non riesca ad avere erezioni rigide anche dopo iniezioni di elevate quantità di PGE1, con migliori risposte dopo applicazione di anelli costrittori. E' chiaro che un paziente che dalla adolescenza ha vissuto sempre con questa "incertezza erettile" sviluppi uno stato depressivo-ansioso ma , a mio parere, si tratta quasi sempre di problemi emotivo-ansiosi, CONSEGUENZA non causa della difunzione erettile e che comunque possa essere opportuno trattare.
sabato opero un ragazzo di 35 anni, che mai è riuscito ad avere rapporti validi tanto da avere partenrs stabili, che ha provato tutte le combinazioni di Viagra,cialis, levitra.....senza risultati. che ha risposte positive alla iniezione intracavernosa di miscele Bimix, che, beato lui, ha la possibilità di avere varie storie e che vorrebbe risolvere definitivamente quella che lui vive come angosciante situazione.
Domenica andrà a casa con una protesi semirigida, martedi riprenderà il suo lavoro in Pizzeria e tra venti giorni potrà andare a trovare una sua "fanciulla" che vive nei caraibi che potrebbe anche non accorgersi della presenza delle protesi. Forse tra 15-20 anni, diminuendo la funzione vascolare arteriosa dovrà sostituire i cilindri protesici con un sistema idraulico. sempre con grande soddisfazione.
Finora, dopo decine e decine di casi affrontati così non ho registrato problemi o complicanze.
Capisco però che possano esserci pareri contrastanti.
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
A volte noi si da per scontato cose che poi non lo sono tanto e ringrazio i colleghi della opportunità di far conoscere le mie ricerche, in corso di pubblicazione. Oltre a quelle già esistenti di altri autori.
Nel corso dell' ultimo anno e mezzo circa ho trovato circa 250 pazienti che all' ecodoppler presentavano caratteristiche riferibili alla fuga venosa come causa olistica. Tutti erano affetti da disfunzione erettile in assenza di altra patologia evidenziabile.
Ho riptuto ecodoppler su tutti ho trovato che solo circa 30 erano affetti da fuga venosa.
Ho rièpetuto sui 30 e solo 4 ancora avevano le caratteristiche della fuga venosa.
Conclusioni:l' abitudine all' esame toglie la fuga venosa, l' abitudine poi toglie anche l' ansia. In assenza di altre patologie è psicogena,
Mi compiaccio per totale assenza di complicazioni chirurgiche.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottori, grazie per la vostra risposta.

Ho seguito due diversi psicologi per anni e - considerando che negli anni passati non avevo grossi problemi e che adesso invece ce li ho anche con l'assunzione delle pillole, e anche la masturbazione seppur possibile è compromessa per difficoltà a mantenere l'erezione - credo che il problema sia innanzitutto organico.

Quindi dovrei continuare a seguire lo psicologo ma per avere certezze al fine di instaurare la più corretta terapia da quello che ho capito dovrei rifare l'ecocolordoppler e provare il Rigiscan, se entrambi sono negativi, si può escludere la fuga venosa, se risultano positivi, in particolare il rigiscan, allora dovrei fare la cavernosometria-grafia, dico bene?
sono indagini che si fanno in un ambulatorio o in qualche specifico ospedale?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Aggiungo qualche riflessione a quelle già avute e delle letture sul d.e, approccio integrato.

La diagnosi andrologica, se non ho mal capito, esclude un'etiologia organica, ed hanno tirato fuori dal cilindro la presunta fuga venosa.
Giusto?
Perché nessuno riesce a curarla.

La sua città offre andrologi bravi, competenti ed aggiornati, sia nel pubblico che nel provato, la terapia - per psicologica non si intende solo una e tantomeno dura anni - verrà stabilita a diagnosi clinica effettuata, senza esercizi di fantasia.




https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6154-il-ruolo-delle-donne-nel-deficit-erettivo-dell-uomo.html


Consulti anche questa del dr. Cavallini proprio sulla fuga venosa.

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/357-deficit-erettivo-da-fuga-venosa-l-araba-fenicia.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
caro signore,
a volte anche la psicologia fa cilecca, ma non è detto che il problema non sia di origine psicogena. personalmente starei alla larga da psicologi che si avventurano in frasi quali quella da lei riportata. Peraltro in caso di problemi psicogeni la ev. terapia medica deve avvalersi di farmaci inibenti o allevianti l' ansia, pena il decadimento della fdunzione dei farmaci stessi. Detto questo non si esclude in casi assai difficile utilizzo di chirurgia. Ma andrei per gradi procedendo come indicato.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, grazie per il vostro parere.

Dalle vostre ultime risposte emerge che la fuga venosa non è una malattia a sè stante ma una conseguenza di problemi psicologici, quindi dovrei comunque continuare con lo psicologo.
So che ci sono diversi indirizzi psicologici ed io sono stato in cura con un sessuologo ed uno psicoterapeuta che mi parlò di metodi cognitivo-comportamentali allorquando mi rivolsi a lui per capire come si potevano risolvere i miei problemi.
Ma dopo tre anni la situazione non è migliorata e sono stanco di perdere ancora tempo e denaro. Vi prego di essere precisi, che tipo di psicologo dovrei consultare per il mio problema? Uno psicanalista? O cos'altro?

Vi ringrazio in anticipo per la vostra pazienza.
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Gentile lettore,
non vorrei che non fossimo stati chiari. Cercherò di schematizzare, a rischio di banalizzare i concetti.
Il tessuto del pene per permettere di ottenere la rigidità deve trattenere al suo interno il sangue che gli arriva dalle arterie, e ciò avviene grazie ad un suo completo rilassamento. Può non trattenere il sangue quando invece dovrebbe per due principali ordini di cause:
1. perché non si rilassa adeguatamente, pur essendo "sano", e ciò dipende dal fatto che la persona non si rilassa adeguatamente= cause psicologiche; diagnosi fatta dall'Andrologo ma cura in ambito psicosessuologico, principalmente;
2. il tessuto è "malato", cioè non è più elastico come dovrebbe essere (fibrosi, fumo, diabete, arteriosclerosi, eccetera...) e, anche se si rilassa, non essendo elastico non riesce a trattenere il sangue che gi arriva= cause fisiche che producono "fuga venosa vera" o più correttamente "disfunzione veno-occlusiva". Diagnosi andrologica e cura in ambito anch'essa andrologica.
Nel suo caso non so in quale situazione lei ricada, e, seppur con il beneficio (ampio) di inventario di una consultazione via web, nel mio precedente post ho proposto un iter diagnostico.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Uno psicologo, anche se sessuologo clinico, a meno che non sia medico/ andrologo perfezionato in sessuologia clinica, non può parlare di fuga venosa.

Torni dal suo andrologo e cerchi un altro psicologo, magari più attendibile.
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Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Caro signore,
se fossi nei panni suoi farei così:
a) mi troverei psicologo DOC (denominazione origine controllata)
b) Tenterei terapia medica potenziando attività di farmaci orali con farmaci accessori (i primi lavoro risalgono a 15 anni fa)
Il tutto per qualche mese.
In assenza di miglioramenti tangibili valuterei chirurgia.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
Caro lettore,

come vede pareri contrastanti.
Se le strutture albuginee non riecsono a bloccare il sangue in uscita magari per una eccessiva produzione di neurotrasmettitori legati a problemi ansiosi bisognerebbe sitemare "la psiche" come?? anche questo è un grosso problema
Nel frattempo il paziente continua a vivere la sua incapacità ad avere rapporti sessuali con tutte le conseguenze e delusioni del caso
Io sono dell'avviso che la terapia psicologica in pochi casi riesca ad eliminare tali problemi che, invece, potrebbero trovare chiara soluzione con un approccio organico chimico o chirurgico.
Capisco il "dilemma" per il paziente ma vale anche il "senso di fiducia"
Cari saluti
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Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
https://www.medicitalia.it/news/andrologia/6210-diagnosi-e-guarigione-del-deficit-erettivo.html
A volte certe idee sono superate. Un ultimo esempio. il link.
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