Complicanze post bypass cardiaco
Buonasera, vorrei chiedere un consulto per capirne di più sulla situazione in cui si trova mio padre.
Premettendo che egli ha 63 anni, diabetico e pesa 110 kg con altezza intorno ai 1.70m.
Sofferente di pregressa bronchite cronica, va in apnea quando dorme (utilizza la CPAP), cardiopatico.
Martedi scorso è stato sottoposto ad un intervento di bypass cardiaco, gliene sono stati implantati 2 e non c’è stato bisogno di andare ad aprire o lacerare il cuore.
I cardiochirurgi appena terminato l’intervento erano felici della buona riuscita, l’unica complicanza che aveva fatto allungare il tempo dell’operazione è stato uno shock anafilattico probabilmente all’eparina, in pratica i polmoni si espandevano ma non ritornavano bene in posizione.
In seguito a ció papà è rimasto intubato e sedato da martedi fino a venerdi per preservare la ventilazione polmonare, in più, è risultato anche positivo al covid (quindi probabile che è stato operato durante il picco del covid) ma un rx torace ha escluso complicanze polmonari.
Da venerdi hanno interrotto i sedativi perché le condizioni di papà sono ed erano buone per risvegliarlo (emodinamicamente stabile, funzione renale buona, polmoni ok).
Qui sorge il problema: papà da venerdi che hanno staccato i sedativi non si risveglia, reagisce a piccoli stimoli dolorosi con apertura degli occhi ed innalzamento di pressione ma poi ritorna in uno stato di coma o soporosità, oggi i medici allarmati dal fatto che ancora non si svegliasse hanno fatto una tac per escludere eventuali ischemiee o altri danni al cervello e per fortuna la TC è negativa.
Loro non riescono a spiegarsi perché non si risvegli, dicono che forse sia per l’accumulo di benzodiazepine ed è la prima volta che succede ad un paziente questo successo a mio padre.
Noi parenti non sappiamo più cosa pensare, vorremo una mano sulla diagnosi, si sveglierà?
se basta solo una TC per escludere lesioni cerebrali?
C’è stato un errore di sovraddosaggio nell’anestesia e sedazioni?
Se si hanno causato danni irreversibili?
Premettendo che egli ha 63 anni, diabetico e pesa 110 kg con altezza intorno ai 1.70m.
Sofferente di pregressa bronchite cronica, va in apnea quando dorme (utilizza la CPAP), cardiopatico.
Martedi scorso è stato sottoposto ad un intervento di bypass cardiaco, gliene sono stati implantati 2 e non c’è stato bisogno di andare ad aprire o lacerare il cuore.
I cardiochirurgi appena terminato l’intervento erano felici della buona riuscita, l’unica complicanza che aveva fatto allungare il tempo dell’operazione è stato uno shock anafilattico probabilmente all’eparina, in pratica i polmoni si espandevano ma non ritornavano bene in posizione.
In seguito a ció papà è rimasto intubato e sedato da martedi fino a venerdi per preservare la ventilazione polmonare, in più, è risultato anche positivo al covid (quindi probabile che è stato operato durante il picco del covid) ma un rx torace ha escluso complicanze polmonari.
Da venerdi hanno interrotto i sedativi perché le condizioni di papà sono ed erano buone per risvegliarlo (emodinamicamente stabile, funzione renale buona, polmoni ok).
Qui sorge il problema: papà da venerdi che hanno staccato i sedativi non si risveglia, reagisce a piccoli stimoli dolorosi con apertura degli occhi ed innalzamento di pressione ma poi ritorna in uno stato di coma o soporosità, oggi i medici allarmati dal fatto che ancora non si svegliasse hanno fatto una tac per escludere eventuali ischemiee o altri danni al cervello e per fortuna la TC è negativa.
Loro non riescono a spiegarsi perché non si risvegli, dicono che forse sia per l’accumulo di benzodiazepine ed è la prima volta che succede ad un paziente questo successo a mio padre.
Noi parenti non sappiamo più cosa pensare, vorremo una mano sulla diagnosi, si sveglierà?
se basta solo una TC per escludere lesioni cerebrali?
C’è stato un errore di sovraddosaggio nell’anestesia e sedazioni?
Se si hanno causato danni irreversibili?
[#1]
Buonasera,
premetto che, da ciò che ci racconta , la classe di rischio anestesiologico (ASA) perioperatorio per le condizioni di base di suo padre lo vedono classificato da una scala da 1 a 4 come ASA 3. Cioè come rischio medio alto. L'intervento di bypass coronarico rimane, nella sua ovvia indifferibilità, comunque un intervento abbastanza a rischio. Diabete mellito, obesità grave, cardiopatia ischemia (ipertensione arteriosa?), OSAS (apnee notturne con tutte le sue complicanze nel tempo) lo rendono un paziente certamente a rischio. Non è molto chiara invece la problematica riferita in sala operatoria (shock anafilattico da eparina) ma che nulla può avere a che fare con l'espansibilità dei polmoni.
Dalle notizie un po' frammentarie che abbiamo ci si fa l'idea che la sedazione con benzodiazepine e probabilmente altri anestetici, stia prolungando un risveglio che in pazienti senza le problematiche presentate da suo padre non si sarebbero verificate. Tuttavia è ancora presto per pensare a una irreversibilità e a un danno permanente cerebrale (la TC encefalica ci conforta e ci rassicura da questo punto di vista). Lasciamo far passare ancora una settimana sperando che la permanenza in Terapia Intensiva non si complichi con altre problematiche di tipo infettivo, per esempio. Purtroppo a volte lo smaltimento dei farmaci in questi pazienti si prolunga più del necessario, ma alla fine si arriva a una completa ripresa. Non ritengo invece che vi possa essere stato un errore di dosaggio dei farmaci anestetici generali che sono somministrati sempre in base e in relazione al peso del paziente.
Cordiali saluti
premetto che, da ciò che ci racconta , la classe di rischio anestesiologico (ASA) perioperatorio per le condizioni di base di suo padre lo vedono classificato da una scala da 1 a 4 come ASA 3. Cioè come rischio medio alto. L'intervento di bypass coronarico rimane, nella sua ovvia indifferibilità, comunque un intervento abbastanza a rischio. Diabete mellito, obesità grave, cardiopatia ischemia (ipertensione arteriosa?), OSAS (apnee notturne con tutte le sue complicanze nel tempo) lo rendono un paziente certamente a rischio. Non è molto chiara invece la problematica riferita in sala operatoria (shock anafilattico da eparina) ma che nulla può avere a che fare con l'espansibilità dei polmoni.
Dalle notizie un po' frammentarie che abbiamo ci si fa l'idea che la sedazione con benzodiazepine e probabilmente altri anestetici, stia prolungando un risveglio che in pazienti senza le problematiche presentate da suo padre non si sarebbero verificate. Tuttavia è ancora presto per pensare a una irreversibilità e a un danno permanente cerebrale (la TC encefalica ci conforta e ci rassicura da questo punto di vista). Lasciamo far passare ancora una settimana sperando che la permanenza in Terapia Intensiva non si complichi con altre problematiche di tipo infettivo, per esempio. Purtroppo a volte lo smaltimento dei farmaci in questi pazienti si prolunga più del necessario, ma alla fine si arriva a una completa ripresa. Non ritengo invece che vi possa essere stato un errore di dosaggio dei farmaci anestetici generali che sono somministrati sempre in base e in relazione al peso del paziente.
Cordiali saluti
La consulenza è prestata a titolo puramente
gratuito secondo lo stile Medicitalia.it
Dott. Stelio ALVINO
[#2]
Utente
Buonasera Dottore, ed innanzitutto grazie mille per il tempo e la risposta che mi ha dedicato.
Il Dottore e l’anestesista hanno riferito che appena eseguita la sternotomia ed arrivati ai polmoni di papà, hanno trovato quest’ultimi molto grossi, rigidi, espansi, testuali parole loro.
Ad oggi sono 10 giorni dall’intervento e papà ancora non si sveglia, ieri ha fatto dei piccoli passi avanti.
Ad esempio il cardiochirurgo lo chiamava col suo nome, apriva gli occhi e lo seguiva con lo sguardo, oppure gli chiedeva di cacciare la lingua fuori e lui provava a farlo (al momento è ancora intubato).
Ma loro dicono che sono dei pallidi segnali e si dichiarano speranzosi, non fiduciosi.
Domani papà dovrebbe eseguire una risonanza magnetica perché temono che abbia dei danni cerebrali.
Nel frattempo almeno si è negativizzato al covid.
So che le notizie che le ho fornito sono frammentate e conseguentemente giustamente per lei è difficile fare una diagnosi.
Ma cosa creda sia successo ? È possibile che per questa problematica dei polmoni durante l’intervento ci sia stata un’ipossia ?
O magari una trombosi ?
Se la TAC ha escluso emorragie e ictus, cos’altro potrebbe essere DOC ?
Loro hanno escluso completamente l’accumulo di sedativi, dicono che li avrebbe dovuto giá smaltire da tempo.
La ringrazio ancora infinitamente per la gentilezza e disponibilitá, grazie.
Il Dottore e l’anestesista hanno riferito che appena eseguita la sternotomia ed arrivati ai polmoni di papà, hanno trovato quest’ultimi molto grossi, rigidi, espansi, testuali parole loro.
Ad oggi sono 10 giorni dall’intervento e papà ancora non si sveglia, ieri ha fatto dei piccoli passi avanti.
Ad esempio il cardiochirurgo lo chiamava col suo nome, apriva gli occhi e lo seguiva con lo sguardo, oppure gli chiedeva di cacciare la lingua fuori e lui provava a farlo (al momento è ancora intubato).
Ma loro dicono che sono dei pallidi segnali e si dichiarano speranzosi, non fiduciosi.
Domani papà dovrebbe eseguire una risonanza magnetica perché temono che abbia dei danni cerebrali.
Nel frattempo almeno si è negativizzato al covid.
So che le notizie che le ho fornito sono frammentate e conseguentemente giustamente per lei è difficile fare una diagnosi.
Ma cosa creda sia successo ? È possibile che per questa problematica dei polmoni durante l’intervento ci sia stata un’ipossia ?
O magari una trombosi ?
Se la TAC ha escluso emorragie e ictus, cos’altro potrebbe essere DOC ?
Loro hanno escluso completamente l’accumulo di sedativi, dicono che li avrebbe dovuto giá smaltire da tempo.
La ringrazio ancora infinitamente per la gentilezza e disponibilitá, grazie.
[#3]
Le patologie di base di cui soffre suo padre sono elementi sufficienti a giustificare un decorso anomalo del post operatorio. Come le dicevo il rischi di complicanze è alto. Credo invece che quegli iniziali segni positivi rappresentino una buona speranza di lento recupero. Cosa sia potuto accadere intraoperatoriamente è difficile se non si ha la cartella clinica. I segni clinici ci parlano di una possibile sofferenza cerebrale che può essere stata provocata anche da un abbassamento pressorio importante, di durata variabile, che in un individuo in buone condizioni generali non avrebbe creato danni ma in questo caso sì (il diabete è veramente una brutta bestia perché apparentemente sembra controllabile con la terapia ma poi in realtà soprattutto se associato ad altri fattori di rischio cardiovascolare: ipertensione, obesità, ipercolesterolemia, fumo, ecc. fa dei danni veramente importanti nel tempo). Comunque va bene una RM anche se la TC ha escluso danni importanti cerebrali. Credo ancora che sia necessario aspettare. In questi pazienti i tempi di recupero per una anestesia generale sono decisamente più lunghi; anche se in linea teorica i farmaci sono stati già smaltiti spesso assistiamo a lunghe fasi di recupero, probabilmente legate anche a possibili transitori danni ipossici encefalici.
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Dott. Stelio ALVINO
[#4]
Utente
Buongiorno Dottore, la ringrazio nuovamente per avermi dedicato del tempo nel rispondermi.
L’aggiorno sulla situazione di mio padre, ieri fortunatamente mia madre è potuta entrare per vederlo e si è emozionata costatando che comunque risponde agli stimoli e sembra capire.
Chiamandolo per nome o svegliandolo con piccoli colpetti sul corpo apre gli occhi, presta attenzione e sentendo i nomi di noi figli, sorelle e passioni che lui ha fa una smorfia di sorriso e tira su le palpebre in segno di euforia, dopo poco, se non stimolato torna in uno stato soporoso/comatoso.
L’anestesista ci ha detto che i riflessi sono buoni, è reattivo e responsivo, a volte muove gli arti inferiori.
I dottori aspettano la risonanza e si pronunceranno, ieri facevano presente che puó essere un fatto metabolico dato che purtroppo papà ha un’obesita tipicamente androide(tutto il grasso è accumulato nella pancia) ed è anche pieno di lipomi in zona addominale.
Spero che sia come ha detto lei, ovvero un qualcosa di transitorio che brevemento rientrerà.
Forse come diceva anche lei l’abbassamento pressorio puó essere capitato quando ha avuto lo shock anafilattico durante l’intervento con conseguente edema al viso, labbra e glottide.
Poi tutto rientrato il giorno dopo con terapia cortisonica.
Grazie ancora Dottore, appena so qualcosa sulla risonanza l’aggiorno.
L’aggiorno sulla situazione di mio padre, ieri fortunatamente mia madre è potuta entrare per vederlo e si è emozionata costatando che comunque risponde agli stimoli e sembra capire.
Chiamandolo per nome o svegliandolo con piccoli colpetti sul corpo apre gli occhi, presta attenzione e sentendo i nomi di noi figli, sorelle e passioni che lui ha fa una smorfia di sorriso e tira su le palpebre in segno di euforia, dopo poco, se non stimolato torna in uno stato soporoso/comatoso.
L’anestesista ci ha detto che i riflessi sono buoni, è reattivo e responsivo, a volte muove gli arti inferiori.
I dottori aspettano la risonanza e si pronunceranno, ieri facevano presente che puó essere un fatto metabolico dato che purtroppo papà ha un’obesita tipicamente androide(tutto il grasso è accumulato nella pancia) ed è anche pieno di lipomi in zona addominale.
Spero che sia come ha detto lei, ovvero un qualcosa di transitorio che brevemento rientrerà.
Forse come diceva anche lei l’abbassamento pressorio puó essere capitato quando ha avuto lo shock anafilattico durante l’intervento con conseguente edema al viso, labbra e glottide.
Poi tutto rientrato il giorno dopo con terapia cortisonica.
Grazie ancora Dottore, appena so qualcosa sulla risonanza l’aggiorno.
[#5]
Sono felice che le cose stiano andando per il meglio. Spero che quando tornerà a casa il suo stile di vita cambi radicalmente. Ne gioveranno sia il peso che il suo diabete. E di conseguenza anche le problematiche cardiologiche. Cordialità.
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Dott. Stelio ALVINO
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3k visite dal 21/11/2023.
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