Chiarimenti su simpaticectomia per iperidrosi palmare

Buongiorno Dottori,
soffro ormai di iperidrosi palmare e plantare da quando avevo 16 anni, le mani sudano a tal punto da bagnare qualsiasi cosa tocchi e per il lavoro che faccio questa situazione mi crea non pochi disagi, senza contare quelli dal punto di vista sociale.

La sudorazione non è sempre presente ma per un buon 70% della giornata le mani sono completamente bagnate, a volte scoppia per situazioni di ansia mentre altre completamente a caso anche in momenti di tranquillità.

Sto seriamente pensando di sottopormi all'intervento di simpaticectomia ma ammetto di avere un po' di paura... vorrei per tanto avere qualche delucidazione.

L'intervento è sicuro e poco invasivo?
Può realmente risolvere questo tipo di problema?

Leggendo gli effetti collaterali mi preoccupano la sudorazione compensatoria e la sindrome di Horner.


In passato ho provato altri tipi di terapia tra cui botulino e ionoforesi, ma purtroppo sono stati completamente inutili.


Attendo vostre
Grazie mille
Federico
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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 780 31 18
L’iperidrosi determina una condizione frustrante e disagiata per chi ne soffre. La forma cosiddetta pura colpisce una, due massimo 3 sedi (mani, ascelle e piedi) mentre il resto del corpo è esposto ad una sudorazione controllata presente solo dopo attività fisica o quando ci si espone a temperature elevate. La forma pura si cura con l’intervento chirurgico con ottimi risultati. Il rischio della sudorazione compensatoria si riduce significativamente predisponendo l’intervento in due tempi e sottoponendo il paziente ad un trattamento farmacologico preparatorio.
L’iperidrosi diffusa o non localizzata è caratterizzata da una sudorazione a 360 gradi di tutto il corpo: schiena, addome, mani, ascelle, piedi e viso). Il paziente però chiede di neutralizzare il problema alle mani: ecco in questi casi l’intervento è assolutamente da sconsigliare per l’elevato se non certo rischio di forte compensatoria post chirurgica.
La sindrome di Horner invece non deve essere vista come possibile complicanza.

Prof.  Claudio Andreetti
Divisione di Chirurgia Toracica
Ospedale Sant'Andrea Roma