Stenosi carotide
Un mio familiare dopo aver eseguito un doppler dei tsa ha scoperto di avere un problema alla carotide (stenosi della carotide interna destra emodinamicamente significativa pari all’80%).
Gli hanno quindi consigliato di sottoporsi ad un intervento in tempi brevi, per non rischiare di avere un ictus.
Vorrei sapere se deve effettivamente fare l’intervento.
Vi chiedo anche se deve sottoporsi ad altri esami e se esistono nuove tecniche per risolvere il problema.
Vi ringrazio di cuore, il vostro servizio di consulenza è davvero nobile.
Gli hanno quindi consigliato di sottoporsi ad un intervento in tempi brevi, per non rischiare di avere un ictus.
Vorrei sapere se deve effettivamente fare l’intervento.
Vi chiedo anche se deve sottoporsi ad altri esami e se esistono nuove tecniche per risolvere il problema.
Vi ringrazio di cuore, il vostro servizio di consulenza è davvero nobile.
[#1]
L'entità della stenosi pone indicazione all'intervento. Attualmente l'intervento può essere esegutio mediante un intervento chirurgico aperto con minicervicotomia. Ormai standardizzato con un rischio di ictus perioperaotiro in media del 1-3%. Alternativo ad esso in pazienti ad alto rischio operatorio o che presentino condizioni anatomiche particolari è il trattamento endovascolare Stent carotideo che presenta un rischio di ictus peroperatroi dal 4 al 8%.
Cordialità
Alessandro de Troia
Cordialità
Alessandro de Troia
alessandro de Troia
[#2]
Caro Utente,
l’insufficienza cerebrovascolare rappresenta la terza causa di mortalità nei paesi industrializzati. Se pensiamo che circa l’80% dei casi di ictus cerebrale è causato da una lesione carotidea, ci rendiamo conto di quanto sia importante la diagnosi precoce di questa malattia per pianificare un eventuale intervento. Alle tecniche chirurgiche tradizionali oramai consolidate di disostruzione della carotide (endoarterectomia carotidea), si sono affiancate le tecniche endovascolari (stenting carotideo). Le procedure di angioplastica (stenting carotideo) hanno permesso di ottenere risultati incoraggianti in pazienti ad alto rischio chirurgico (ultraottagenari, pazienti cardiopatici con angina instabile, pazienti ad elevato rischio anestesiologico) o particolarità anatomiche della lesione carotidea (lesioni limitate alla carotide interna particolarmente alte)
Secondo le linee guida della SICVE (Società Italiana di Chirurgia Vascolare) le indicazioni ad operare un paziente con stenosi della carotide sono le seguenti: pazienti asintomatici con lesioni stenosanti emodinamicamente significative (uguali o superiori al 70%); In alcuni casi anche pazienti con sintomi neurologici (TIA recidivanti) e lesioni di minor importanza ma sostenute da placche instabili (placche disomogenee dal punto di vista della morfologia e del contenuto). Queste sono le placche carotidee cosiddette “soft”, le placche ulcerate, e quelle che presentano emorragia e/o trombosi intraplacca. Credo quindi che il suo familiare si debba sottoporre ad un ulteriore esame (angioRMN con Gadolinio e RMN Encefalo) per decidere se indirizzarlo al trattamento chirurgico o quello meno invasivo “endovascolare”. E’ bene inoltre che l’intervento sia condotto da un chirurgo vascolare esperto c/o un centro ad elevata specializzazione (che esegua oltre 300 interventi l’anno). Cordiali saluti. Per saperne di più www.renatocasana.it – www.arcamedica.net
l’insufficienza cerebrovascolare rappresenta la terza causa di mortalità nei paesi industrializzati. Se pensiamo che circa l’80% dei casi di ictus cerebrale è causato da una lesione carotidea, ci rendiamo conto di quanto sia importante la diagnosi precoce di questa malattia per pianificare un eventuale intervento. Alle tecniche chirurgiche tradizionali oramai consolidate di disostruzione della carotide (endoarterectomia carotidea), si sono affiancate le tecniche endovascolari (stenting carotideo). Le procedure di angioplastica (stenting carotideo) hanno permesso di ottenere risultati incoraggianti in pazienti ad alto rischio chirurgico (ultraottagenari, pazienti cardiopatici con angina instabile, pazienti ad elevato rischio anestesiologico) o particolarità anatomiche della lesione carotidea (lesioni limitate alla carotide interna particolarmente alte)
Secondo le linee guida della SICVE (Società Italiana di Chirurgia Vascolare) le indicazioni ad operare un paziente con stenosi della carotide sono le seguenti: pazienti asintomatici con lesioni stenosanti emodinamicamente significative (uguali o superiori al 70%); In alcuni casi anche pazienti con sintomi neurologici (TIA recidivanti) e lesioni di minor importanza ma sostenute da placche instabili (placche disomogenee dal punto di vista della morfologia e del contenuto). Queste sono le placche carotidee cosiddette “soft”, le placche ulcerate, e quelle che presentano emorragia e/o trombosi intraplacca. Credo quindi che il suo familiare si debba sottoporre ad un ulteriore esame (angioRMN con Gadolinio e RMN Encefalo) per decidere se indirizzarlo al trattamento chirurgico o quello meno invasivo “endovascolare”. E’ bene inoltre che l’intervento sia condotto da un chirurgo vascolare esperto c/o un centro ad elevata specializzazione (che esegua oltre 300 interventi l’anno). Cordiali saluti. Per saperne di più www.renatocasana.it – www.arcamedica.net
Dott. Renato Casana
Responsabile Chirurgia Vascolare e Angiologia
Istituto Auxologico Italiano IRCCS
Dipartimento Chirurgico Capitanio
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 9k visite dal 22/11/2007.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ictus
Come riconoscere l'ictus? Ischemico o emorragico: scopri le cause, i fattori di rischio e i sintomi. Cure e guarigione: terapie possibili e complicanze.