Gist

Buonasera,
Scrivo per chiedervi un parere sulla tac di mia madre. Parto dal fatto che due anni fa è stata sottoposta a chirurgia ultrabassa del retto perché affetta da gist, da allora ha sempre dovuto mantenere una colonstomia a causa di una fistole vaginale che a tutt'oggi non permette la ricanalizzazione, ad agosto 2016 sono state riscontrate due metastasi epatiche che sono poi state rimosse del dicembre 2016. In entrambi i casi prima dell'intervento è stata sottoposta a terapia citoriduttiva con GLIVEC che ha funzionato molto bene. Dopo l'intervento alle metastasi epatiche ha cominciato GLIVEC come terapia adiuvante. Prime due tac nella norma, in quest'ultima di qualche settimana fa vi chiedo di aiutarmi a capire il referto e a dirmi se eventualmente la sede sia OPERABILE. Cito la frase del referto:"A confronto con l'esame TC precedente è più ispessito, rispetto al controlato, il muscolo otturatorio interno di destra nel cui contesto pare apprezzarli una sfumata area ipodensa di 15mm×12mm di cui si richiede approfondimento diagnostico con esame RMN". L'oncologa non ha prescritto la RMN ma la PET, dicendo comunque che la fa solo per sicurezza e che non crede sia niente. Secondo voi si tratta di recidiva della malattia? E se si, mi ripeto, in quella sede è possibile intervenire chirurgicamente?
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.4k 379
. "L'oncologa non ha prescritto la RMN ma la PET, dicendo comunque che la fa solo per sicurezza e che non crede sia niente"
Gentile utente.
Se, chi ha in cura sua madre ed ha avuto modo di visualizzare gli esami, ha manifestato tale certezza non vedo come noi possiamo, a distanza, affermare il contraio.

" in quella sede è possibile intervenire chirurgicamente?"
Prima la diagnosi è poi le possibili soluzioni.
Prego.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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Utente
Utente
Gent. mo Dott. D'oriano
Chiedevo un secondo parere anche perché la Pet la fa e quindi non ha manifestato una certezza, ha detto che la fa per sicurezza. Visto quello che ha scritto il radiologo vi chiedevo dal momento che ho studiato altro nella vita, cosa potesse significare la frase del RADIOLOGO, un sospetto, un dubbio, o se la dava già per metastasi visto che chiede un approfondimento e non una diagnosi.
In quanto alla sede credevo che avreste potuto dirmi se fosse possibile intervenire nel caso in cui si trattasse di recidiva di malattia.Ecco il perché delle mie domande
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.4k 379
A distanza non so che dirle!
La richiesta di approfondimento, da parte del radiologo, nasce dal fatto che quello che è stato rilevato non ha per lui caratteristiche specifiche per poter porre una diagnosi differenziale.
Le certezze in negativo o in positivo dell'oncologa scaturiscono dalla conoscenza della paziente e dagli esami che ha avuto in visone.
La PET, in base alla capacità che ha "quell'area sfumata ipodensa" di captare il marcatore iniettato, le permetterà di concludere se quello che è stato evidenziato è o non è tessuto tumorale.
La scelta terapeutica in caso di recidiva di malattia spetterà all'oncologo, di solito in questi casi non si procede chirurgicamente.
A distanza non possiamo esserle ulteriormente di aiuto.
Prego.
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Utente
Utente
Grazie mille è stato molto chiaro.
La domanda sulla possibilità di intervento deriva dal fatto che è già in cura con il glivec, quindi ho pensato che, se dovesse essere una recidiva vorrebbe dire che il medicinale ha dato resistenza e che
quindi non la aiuterebbe più. Comunque grazie mille ancora per la disponibilità e le celeri risposte