Trial delezione 17p

mia madre è affetta da una forma di leucemia linfatica cronica che presenta le seguenti caratteristiche:

-infiltrazione nodulare da LLc vicina al 90% della cellularità totale;
-delezione della regione 17p13.1 (p53) nell'88% dei nuclei analizzati;
-immunofenotipo linfocitario compatibile con una LLC CD38 negativa (8%), ZAP-70 negativa (8%).

Mia madre è stata sotto trattamento chemioterapico con Leukeran 10 mg/die x 7 giorni al mese + Prednisone da Novembre 2008. I dottori che la avevano in cura sembravano piuttosto soddisfatti della risposta di mia madre a tali farmaci. Il problema è che dopo 8 cicli (di cui 2 dopo la prima di due polmoniti) e moltissimi altri effetti collaterali e dopo un consulto con un altro ematologo, abbiamo intrapreso la strada di una terapia di supporto con immunoglobuline ed emotrasfusioni prima di iniziare eventualmente un ciclo di RITUXIMAB+CICLOFOSFAMIDE (Il campath me lo ha messo come ultima opzione). Dopo quattro mesi senza particolari problemi mia madre è stata affetta da un leggero ictus (i dottori me lo hanno messo in relazione con la LLC). Mia madre è molto giù moralmente e vorrebbe a sottoporsi ad un trial clinico perchè è stufa di tutte queste complicanze e vorrebbe se possibile rischiarsela perchè non ne può più di passare da un problema ad un altro (e noi familiari la appoggiamo pienamente). Volevo sapere se attualmente in Italia ci siano trials in fase di reclutamento che potrebbero fare al caso nostro. Approfitto per mandare cordiali saluti e augurare buone feste a tutto lo staff di medicitalia.it
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 337
La scelta terapeutica effettuata è quella corretta; purtroppo effetti collaterali sono da mettere in conto e si verificano spesso. Per un ulteriore parere sulle cure può rivolgersi presso il Policlinico Gemelli ( Ematologia ) o presso gli istituti di ematologia della "Sapienza" e di "Tor Vergata"

Un saluto

A. Baraldi

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Utente
Utente
Grazie mille Dottor Baraldi.
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Utente
Utente
Volevo aggiornarla sul caso di mia madre. Dopo l'ictus mia madre è stata ricoverata in una centro riabilitativo dove le è stato somministrato leukeran 6 mg/die per 18 gioni consecutivi. Dopo essere stata dimessa la abbiamo fatta ricoverare in un centro ematologico per provare una terapia di seconda linea (rituximab+bendamustina). La cura purtroppo ha portato ad una mancata risposta. Dopo 20 giorni è stato deciso di provare una monoterapia con fludarabina 25mg/mq per 5 giorni. Tale terapia ha prodotto un'ottima risposta parziale con azzeramento dei globuli bianchi periferici ed un aumento della conta delle piastrine. All'ultimo emocromo dopo essere stat dimessa dall'ospedale (+45 giorni dalla cura) : wbc 2000, RBC 9.4 g/dl dopo emotrasfusioni più fattori della crescita, piastrine 56000. Il problema è che mia madre si è indebolita molto, ci sono giorni in cui è in stato catatonico e non parla nemmeno. Inoltre quasi tutti i giorni è presente un pò di febbre (trattata con antibiotici se > 38°). Volevo chiederle se tali effetti sono magari da attribuire alla malattia o alla chemioterapia che ha fatto. Inoltre i medici prima di effettuare un nuovo ciclo vogliono essere sicuri che le condizioni della mamma lo permettano (sono completamente daccordo anche perchè ora come ora sembra peggiorata anzichè migliorata e non so cosa pensare).
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 337
Direi che gli effetti sono da attribuire alla chemio e bene fanno i colleghi ad aspettare che le condizioni migliorino
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