ipertiroidismo basedow: terapia definitiva necessaria o no?

Salve dottori,
ho 23 anni e soffro di ipertiroidismo da morbo di Basedow da un tempo indefinito.
L’ho scoperto 3 anni fa, quando per errore mi fu dosato il TSH e risultò soppresso.
Probabilmente ne soffrivo già da prima: ricordo che, anni prima, durante una lezione a scuola in cui misurammo la frequenza cardiaca, la mia risultò più alta rispetto agli altri (circa 90 bpm), ma non mi feci domande perché ero più piccola e inconsapevole.
Inoltre, circa 6 7 anni fa iniziai la pillola anticoncezionale per valori aumentati di DHEA.

All’epoca della prima visita endocrinologica avevo una frequenza cardiaca di 106 bpm.
Dopo aver completato le analisi, iniziai Tapazole 1 cp/die, per poi ridurre nel tempo a mezza compressa.
Negli anni ho sempre assunto Tapazole, con una dose generalmente tra 1 e 2 compresse al giorno, e ho eseguito i controlli ogni 1 2 mesi come indicato dalla mia endocrinologa.
La mia frequenza cardiaca si è stabilizzata intorno a 84 bpm.

Raramente, durante riduzioni del Tapazole, ho avuto sintomi più significativi, soprattutto tachicardia improvvisa durante le riacutizzazioni (soprattutto quando l'endocrinologa mi scalava il dosaggio della cp).
In quei periodi ho assunto anche Inderal e ho aumentato temporaneamente il Tapazole fino a 6 compresse al giorno (è successo una sola volta, a Natale dello scorso anno), per poi tornare alla dose abituale di 1 2 compresse.
A parte questi episodi, sono sempre stata relativamente stabile e non ho mai avuto sintomi rilevanti, se non la tachicardia nelle brevi riacutizzazioni e un lieve tremore.

Nell’ultimo mese ho dosato gli anticorpi anti-recettore del TSH, risultati 8.6; tre anni fa erano 7.5 (in due laboratori diversi).

La mia endocrinologa mi ha proposto di iniziare a pensare a una terapia definitiva (tiroidectomia o radioiodio).
Ho però delle perplessità per due motivi:
1.
Sono una studentessa di Medicina al quinto anno, quindi tra esami, lezioni, tirocini e tesi al momento non ho spazio per affrontare un intervento o una terapia definitiva, se non realmente necessario.

2.
Attualmente sto bene: non ho sintomi e la mia qualità di vita è ottima.
L’idea di affrontare i possibili squilibri ormonali post-terapia e l’ipotiroidismo mi spaventa un po’.


Le mie domande sono quindi:

È strettamente necessario procedere con una terapia definitiva nella mia situazione, oppure posso continuare a gestire la malattia con Tapazole e controlli frequenti?


Sarebbe rischioso, sul lungo termine, mantenere questa gestione conservativa considerando il mio quadro attuale?


Infine, dovrei confrontarmi con un cardiologo per valutare, qualora decidessi di non procedere con la terapia definitiva, l’eventualità di una terapia con beta-bloccanti?



Grazie per l’attenzione.
Prof. Luca Giovanella Endocrinologo, Medico nucleare, Medico di laboratorio 343 19
Buonasera

in generale un ipertiroidismo immunomediato che non recede dopo terapia tireostatica ha indicazione ad una terapia definitiva.

Mentre in passato il limite temporale per passare a trattamenti di II linea (radioiodio o chirurgia) era fissato in 1-2 anni oggi si tende ad essere più flessibili e a personalizzare le scelte.

Personalmente se la situazione è ben controllata con una bassa dose di metimazolo e non ci sono problematiche associate (oftalmopatia ecc) può anche avere un razionale proseguire in cronico . Tuttavia a 23 anni, e quindi, con una (almeno potenziale) prospettiva di gravidanza dovrebbe considerare anche questo aspetto.

Oltre in questa sede e’ difficile dirle: deve trovare un interlocutore che le ispiri fiducia e discutere questi aspetti in diretta.

Cordiali saluti

Prof. Dr. med. Luca Giovanella
luca.giovanella@centropromater.it
https://www.centropromater.it

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Utente
Utente
Certo, assolutamente. La ringrazio molto per la risposta.
Le volevo chiedere solo un’informazione di carattere generale: nel caso in cui si decida per una terapia definitiva, e ipotizzando una situazione di relativa stabilità come la mia, cosa ci si può aspettare nei mesi successivi al trattamento?
Io, nel caso, opterei per il radioiodio, e mi chiedevo com’è in genere la qualità di vita dei pazienti nel periodo successivo: peso, umore, adattamento all’Eutirox ecc.
Sono aspetti su cui finora non ho mai avuto problemi e che mi preoccupano un po’, e vorrei capire in senso generale quali sono le esperienze più comuni.

Aggiungo un’ultima domanda generale: per quanto riguarda la gravidanza, scegliere di proseguire con la terapia medica (metimazolo) renderebbe particolarmente difficile o rischiosa la gestione di una futura gravidanza, oppure è comunque possibile gestirla in sicurezza con un adeguato follow-up?

Grazie ancora per la disponibilità
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Prof. Luca Giovanella Endocrinologo, Medico nucleare, Medico di laboratorio 343 19
Buonasera

dopo il radioiodio si fa un monitoraggio della fT4 (TSH non rilevante in fase iniziale poiché necessita di tempi lunghi per desopprimersi) e quando questo si riduce viene introdotta la terapia sostitutiva con tiroxina. Normalmente i pazienti proseguono la loro vita abituale senza particolari problemi.

Per la gravidanza: come dicevamo l’ideale è arrivare al concepimento con malattia sistemata . In caso contrario la situazione si può certamente gestire ma e’ meno tranquilla

Cordiali saluti

Prof. Dr. med. Luca Giovanella
luca.giovanella@centropromater.it
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