Reflusso, levopraid e un po' di confusione

Vi scrivo sperando di ricevere un consiglio su una strada da prendere in quanto oggi ho molta confusione. Nel 2011 e 2012, dopo due gastroscopie, mi venne diagnosticata lieve gastrite antrale, reflusso, ernia iatale, esofagite non erosiva. Ho fatto varie eco addominali, analisi del sangue, esame per celiachia, tutto negativo. Nel 2012 ho eradicato hb pilori. I miei sintomi, dal 2011 a oggi, con periodi anche lunghi di benessere, sono sempre questi: nausea (talora conati, soprattutto al mattino), inappetenza, difficoltà digestive. Non ho mai avuto mal di stomaco né bruciori. Nel 2012 (periodo di malessere acuto) mi venne consigliato di prendere lucen 40 per 2 mesi e lucen 20 per 2 mesi, 20 giorni di peridon e 20 di obispax. Nel 2013 ho ripetuto questa terapia e sono stata subito bene. A gennaio di quest'anno, a pochi mesi dalla nascita della mia secondogenita, i disturbi si sono ripresentati più forti di prima. Ho quindi consultato un nuovo gastroenterologo il quale mi ha detto che l'EGDS era negativa e che i miei problemi erano di natura ansiosa, somatizzando tutto nello stomaco. Effettivamente sono molto ansiosa, ho avuto attacchi di panico in passato e nei mesi scorsi (sono in terapia da uno psicologo). Mi ha quindi prescritto levopraid per 7 gg, lucen 40 ed esoxone per 15 gg. Un po' perplessa, ho consultato un altro specialista, anche lui ha confermato questa teoria e mi ha prescritto la stessa terapia. Con il levopraid mi sono sentita subito molto bene. Il problema è che il gastroenterologo mi ha detto di prenderlo per brevi periodi. Infatti ho iniziato ad avere problemi di amenorrea. Ho partorito a settembre 2015 e il capoparto mi è venuto soltanto il 23 maggio (nonostante non allattassi più da mesi). Adesso, dopo 20 giorni dal capoparto, ho di nuovo le mestruazioni. La ginecologa mi ha detto che dovrei sospendere il levopraid perché potrebbe essere concausa di questa irregolarità. Il problema è che dopo 2/3 settimane di sospensione del levopraid, si ripresentano nausea, conati al mattino, inappetenza. Riprendo il levopraid e dopo 4/5 gg sto subito bene. Il gastroenteologo mi ha consigliato di prendere laroxil al bisogno al posto del levopraid. Il medico di famiglia non è d'accordo, trattandosi di un antidepressivo. Contestualmente mi sono recata da un neurologo, su consiglio dello psicologo, che, dopo una visita risultata negativa, mi ha prescritto per disturbo di ansia, paroxetina e alprazolam. Dopo pochi giorni ho dovuto interrompere la paroxetina perchè mi causava nausea e vomito e sonnolenza tutto il giorno. Il neurologo mi disse quindi di interrompere e di ripassare da lui per concordare una nuova terapia. Mi chiedo se effettivamente io debba smettere di prendere il levopraid, se esiste qualcosa di alternativo. Mi chiedo anche se sia vero che non ho niente di organico e che sia tutto causato dallo stato di ansia e preoccupazione che sto attraversando. Sono molto confusa. Sarei grata se riusciste a farmi un po' di chiarezza.
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signora,
nelle condizioni descritte l'assunzione di levosulpiride per lungo periodo non è indicata, ma - in accordo con il gastroenterologo che l'ha prescritta - può essere di utilità nel breve periodo.
La componente ansiosa non è la causa dei disturbi, ma ne peggiora la sintomatologia (inclusi i disturbi mestruali); va quindi inquadrata correttamente e merita una terapia efficace: se lo psicologo che la segue (e al quale è necessario che lei riferisca in dettaglio l'ansia e le preoccupazioni che - a suo stesso dire - sta attraversando) si avvede della necessità di supportare la psicoterapia con un ausilio farmacologico, è bene che consulti uno specialista psichiatra che potrà formularla in maniera adeguata.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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Utente
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Gentilissimo Dottore,
la ringrazio per la risposta, che è stata davvero chiara. Oggi mi recherò dal mio medico curante per illustrare anche a lui la mia situazione (disturbi gastrici ricorrenti, alterazioni del ciclo mestruale, stati d'animo ansiosi) e in settimana tornerò dallo psicologo, con cui avevo già una seduta programmata, al quale spiegherò che la situazione, nonostante la psicoterapia, non sta migliorando. Sono sempre più convinta che forse in questo momento io abbia la necessità di un supporto farmacologico, che finora ho temuto ed evitato a causa dell'avversa reazione alla paroxetina.
Grazie mille di nuovo!
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