Ernie inquinali e protusioni alla colonna.

Salve!
poichè non ho trovato una risposta precisa per il mio problema, approfitto della vostra bontà per chiedere alcuni consigli. Sono un uomo di 58 anni, altezza 1,78, peso 103 kg, ansioso e non aggressivo, piuttosto che attaccare sono portato a subire.
I miei problemi sono questi: ho una protusione L5 S1 e altre un pò diffuse, però nessuna ernia. Nella schiena non ho dolore, ma ai quadricipidi si, dopo un quarto d'ora che sono in piedi devo sedermi. Il neurologo che mi ha visitato, dice, che il dolore non dipende dalla protusione in quanto per L5 S1 il dolore si localizza nella parte inferiore delle gambe e che per i quadricipidi la protusione dovrebbe essere localizzata a L2 L3 e in quel punto io non ho nulla, ne ho altre oltre a L5 S1 ma L2 L3 niente. Il dolore è aumentato con il passare degli anni e sono quasi al limite a non averlo di continuo. Faccio presente che un altro specialista, mi sfugge il ramo, mi ha riscontrato una gamba più corta dell'altra, per cui da un anno porto una soletta di 1 cm nella scarpa. Ho cercato di capirci qualcosa provando con i tacchi più alti e con le ginocchia piegate un po' in avanti quando sono in piedi, ma il dolore non diminuisce. Una curiosità, sono un appassionato giocatore di biliardo, a volte, mentre gioco, sono in piedi per 4/5 ore e non avverto alcun dolore.
Un altro problema che ho, sono due ernie inquinali bilaterali, l'urologo che mi ha visitato, poichè al normale tatto non si avvertivano, per riconoscerle mi ha fatto tossire mentre lui le palpava, non mi danno alcun dolore. A suo avviso non sono da operare ora ma solo se aumenta la loro fuoriuscita.
Per concludere vorrei chiedere cosa conigliate di fare per tutti e due i problemi al livello di operazioni o cure, gli eventuali esercizi fisici consigliati oltre al nuoto, se posso fare gli esercizi addominali, quelli che sono da escludere e quant'altro possa essere utile per i miei problemi.
Ringrazio anticipatamente dei vostri consigli. Cordiali saluti, Bruno.
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
rispondo solo per la parte chirurgica delle ernie inguinali.
caro signore,
l'ernia inguinale non guarisce spontaneamente l'unico modo per farle guariree è l'intervento di plastica dell'ernia. l'evoluzione dell'ernia è quella di un aumento volumetrico ma anche di complicarsi (intasamento e strozzamneto) in quest'ultimo caso l'intervento chirurgico viene eseguito d'urgenza.
per tali motivi le consiglierei di programmare il trattamento. il trattamento consiste a seconda dell'esperienza del chirurgo nel trattamento aperto tradizionale cioè con due accessi uno per lato e posizionamento di protesi, altrimenti per via laparoscopica: con tre piccoli fori vengono trattati entrambi i lati sempre con protesi. i consiglio quindi è di rivolgersi ad un chirurgo per il trattamento.
in bocca a l lupo.
per la risposta a cui non avendo titolo, non ho risposto le consiglierei un copia incolla e postarla in neurochirurgia eliminando la parte relativa alla mia risposta.
mi tenga informato
cordiali saluti

Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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dopo
Utente
Utente
Grazie Prof. Catani per la sua tempestiva risposta, avevo qualche dubbio se far fare l'operazione visto che le ernie erano solo all'inizio, Lei però ha chiarito le mie incertezze, mi adopererò secondo i suoi consigli. Ancora una domanda; Lei cosa consiglia l'intervento tradizionale o laparoscopico? Poi in base alla sua risposta sceglierò la clinica adatta, ovverò il chirurgo con esperienza in merito al suo consiglio.
Per l'altra parte della mia domanda farò il copia e incolla nella sezione giusta.
Grazie di nuovo Professore, in attesa di una sua risposta la saluto cordialmente, Bruno
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
signor bruno,
intanto non esiste una verità sola, soprattutto in medicina.
è difficile la valutazione non avendo la possibilità di visitarla direttamente.
come lei ha posto la domanda, direi non ingenuamente, ha colto nel segno chirurghi che abbiano un'esperienza in tutte e due le procedure non sono tantissimi è più probabile che trovi quelli che fanno solo una tecnica o quelli che fanno l'altra.
e quindi le loro risposte sono vincolate non dalla convinzione a priori ma limitate dalla esperienza.
occupandomi di chirurgia da diverso tempo ed avendo esperienza in ambedue le procedure le posso dire che intanto quelle fatte per via aperta possono essere eseguite in anestesia locale, spinale o generale, mentre quelle laparoscopiche solo in generale.
questo potrebbe essere già un grosso scoglio. c'è il paziente che per principio non vuole vedere e sentire niente altri che invece tentano la soluzione da "cosciente". dico tentano perchè poi una gran parte di questi poi viene sedata successivamente durante l'intervento chirurgico. la valutazione è in relazione alle condizioni generali del paziente, personalmente opterei per una locale pura o per una generale (non è però la mia specializzazione).
direi comunque in sintesi laparoscopica. ridotto trauma, più rapida mobilizzazione, ridotta sintomatologia algica nel postoperatorio e per ultimo una cosmesi più piacevole. due incisioni inguinali di circa 5-10 cm versus due piccole di 0,5 cm laterali ed una da 1 cm in corrispondenza dell'ombelico.
cordiali saluti
mi faccia sapere

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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signor Bruno
intervengo poichè non sono del tutto in accordo con quanto sostenuto dal collega: "chirurghi che abbiano un'esperienza in tutte e due le procedure non sono tantissimi è più probabile che trovi quelli che fanno solo una tecnica o quelli che fanno l'altra.e quindi le loro risposte sono vincolate non dalla convinzione a priori ma limitate dalla esperienza"
Personalmente lavoro in un ospedale ad indirizzo traumatologico dove, nonostante tutto, si effettua routinariamente la chirurgia laparoscopia e quella tradizionale. In caso di ernia inguinale bilaterale prediligiamo l'approccio in anestesia locale differito, riservando quello laparoscopico ai casi di recidiva. In particolare trovo che non è tanto l'esperienza dei chirurghi che manca quanto, proprio per l'esperienza maturata, la scelta si orienti su una metodica piuttosto che su un'altra per le possibili complicanze legate all'intervento.
Un intervento chirurgico è sempre un atto traumatico con possibili rischi che, nella chirurgia di elezione devono essere ridotti al minimo assoluto.
Eseguire un intervento in anestesia locale, con il paziente sempre lucido e collaborante con il chirurgo, che quattro ore dopo l'intervento va a casa, con delle ferite di circa 7 cm che nel tempo verranno completamente ricoperte da peli, esteticamente più che accettabili, e che dopo sei mesi ritorna per una analoga procedura, secondo il mio modestissimo punto di vista, (ma non sono il solo a pensarla così) è meglio di un paziente che, (mi perdoni !) obeso, per eseguire un intervento laparoscopico (con due buchini di 5 mm ed uno di 1 cm) di ernioplastica PER DUE PUNTE DI ERNIA, deve subire una anestesia generale con intubazione orotracheale, un accesso transperitoneale o preperitoneale, con rischi legati alla metodica e cioe di distress repiratori postanestesiologici, rischi sicuramente maggiori di sanguinamento, perforazioni, lesioni intestinali o comunque lesioni iatrogene intraaddominali in genere, pernottamento e ricovero almeno i due giorni.
Sicuramente ogni caso va valutato in maniera specifica la invito quindi a consultare un chirurgo in uno dei centri ospedalieri a lei vicini, come Pescara o il centro universitario di Chieti, che presentano sicuramente una ottima tradizione ed esperienza chirurgica, nonchè esperienza ortopedica e neurochirurgica per valutare anche il suo problema di colonna !

Cordiali saluti

Dr. F. Nardacchione
NB: qualunque sia il consulto la visita medica rimane imprescindibile

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dopo
Utente
Utente
Prof. Catani, la mia predisposizione in merito è quella di far eseguire un'operazione giusta per il mio caso, poi se anestesia totale o parziale, degenza lunga o corta, mi adeguo, accetto di fare il paziente e dò, una volta scelto, piena fiducia al chirurgo. Da persona non addetta ai lavori, quale io sono, potevo avere un dubbio solo: pensavo che la tradizionale potesse esser eseguita in modo migliore in quanto aperta la parte il chirurgo aveva più spazio per operare e, essendo stato operato di colecisti in laparoscopia, sapevo che questo sistema era meno invasivo, ceme da Lei giustamente detto. Con il suo consiglio per il metodo laparoscopico ha fugato ogni mio dubbio sulla sicurezza. " Approfitto" della sua disponibilità, mi tolga anche questa curiosità, io penso che il chirurgo, nell'operazione tradizionale possa operare meglio che in quella laparoscopica per via del fatto che ha pù spazio di manovra, la curiosità, credo venga dal fatto, che il tradizionale riesco ad immaginarlo e il laparoscopico no, so soltanto dei tre buchi, la telecamerina e gli altri strumenti per operare, non immagino cosa si possa fare con essi.
La sua disponibilità le fa onore, un paziente ha bisogno di parlare, di chiedere, di fugare ogni dubbio gli passa per la testa per poter essere pronto ad affrontare con serenità tutto ciò che occorre per la propria salute.
Tutto questo non ha prezzo e qui, proprio non ha prezzo. Che il Signore la benedica, grazie Professore, se lo ritiene opportuno attendo una sua risposta.
Cordialmente, Bruno.
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dopo
Utente
Utente
Grazie anche a Lei Dott. Nardacchione per il suo post. Avevo qualche dubbio circa la scelta del tipo di operazione, Lei mi ha illuminato. Adesso rifletto un po' sul tutto per valutare, dopo aver sentito i chirurghi del posto, farò sapere.
Grazie di nuovo, cordialmente, Bruno
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signor Bruno
le metodiche laparoscopiche grazie alla miniaturizzazione degli strumenti ed alla magnificazione dell'immagine consentono oggi di effettuare una moltitudine di interventi con eccezionali risultati : asportazione di neoplasie intestinali, epatiche, gastriche, renali, surrenaliche, addirittura interventi di chirurgia vascolare (Aneurisma aorta addominale), splenectomie etc.
Gli spazi di manovra sono esattamente gli stessi della chirurgia open ma l'immagine viene ingrandita sugli schermi e tutto ciò permette di eseguire manovre delicate in sicurezza con miglior riconoscimento ed isolamento delle strutture anatomiche.
Tuttavia ribadisco che il ricorso a tale tipologia di intervento deve risultare adeguato, con precisa ed attenta valutazione dei rischi connessi ad ogni metodica.
Ogni singola procedura chirurgica deve essere NECESSARIA, spiegata al paziente nei minimi dettagli elencando tutte le possibili complicanze pre, intra e post-operatorie che si possono verificare.
L'indicazione e la scelta dell'intervento sarà posta dal chirurgo.
Normalmente la decisione viene effettuata nell'interesse del paziente scegliendo tra le diverse possibilità (open o laparoscopico) l'intervento più adatto e meno rischioso.
Tuttavia prendo atto che secondo alcuni colleghi esistono invece chirurghi che con poca onestà intellettuale "... fanno solo una tecnica ... e quindi le loro risposte sono vincolate non dalla convinzione a priori ma limitate dalla esperienza."

Cordiali saluti

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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
signor bruno,
la ringrazio per le sue parole.
ha colto perfettamente in quel poco che ho scritto la passione nella mia professione, la chirurgia in senso generale sia aperta che chìusa (laparoscopica), che è presente in molte persone, non in tutte.
ma questo lo può riscontrare in tutte le classi sociali, mestieri e professioni.

una piccola correzione rispetto a quello che, probabilmente con foga, ho scritto precedentemente: chi esegue la tecnica laparoscopica ha anche esperienza di chirurgia generale aperta".

la chirurgia laparoscopica come ha, appena, accennato il collega permette di poter lavorare con strumenti sempre più dedicati e progettati per questa funzione e tecnica.
il poter lavorare con strumenti che ingrandiscono anche oltre le iniziali quattro volte l'immagine reale permette in occhi e mani abituate ("le mani e gli occhi devono però essere ben collegati al cervello") a un lavoro assai più delicato e preciso.
mi scusi se la tedio con questi discorsi, questo per dire che quindi un lavoro e più preciso comporta meno reazioni tessutali quindi meno perdite di sangue meno dolore etc etc.
senza dubbio la scelta della tecnica dovrebbe essere presa in funzione fondamentalmente del paziente e delle problematiche locali e generali ma anche di quello che desidera il paziente sia sotto il punto di vista anestesiologico e chirurgico, è evidente però che se non so se voglio mangiare carne o pesce andrò in un ristorante che faccia ambedue e non in uno dedicato ad una delle due pietanze. a meno che uno non abbia già scelto a priori.
in sintesi seguendo la metafora mi dispiace doverle augurare "buon appetito!".
la ringrazierei se mi tenesse informato.
cordiali salutti
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Dr.ssa Maria Morena Morelli Chirurgo generale 719 12
Gentile Signor Bruno,
mi scuso per il mio intervento in un consulto come questo che non mi ha vista partecipe sin dall’inizio. Ma, poiché le domande degli utenti e le risposte di noi medici vengono lette non solo dai diretti interessati ma da un gran numero di utenza (medica e non), ritengo di dovere ‘stressare’ un concetto che ritengo fondamentale e che a mio giudizio sta erroneamente passando: è il chirurgo che, in base alla sua esperienza ed in relazione alla patologia ed al paziente, decide indicazione e tipo di intervento. A parità di esperienza chirurgica in relazione ad una metodica (nel caso specifico, tecnica open o laparoscopica per il trattamento di ernia inguinale) esistono delle indicazione ben precise per l’approccio laparoscopico ed esistono, altresì, delle controindicazione ben precise che ne condizionano l’attuazione.
NON è il paziente che decide il tipo di approccio chirurgico da attuare ma solo e soltanto il chirurgo che ben conosce indicazioni e controindicazioni.
Sempre per utilizzare delle metafore, se ben conosco le proprietà delle ‘carni bianche’ e dei ‘crostacei’ (tecnica open e tecnica laparoscopica), nel caso in cui mi trovassi nella situazione di dovere servire dei ‘crostacei’ ad un ‘cliente’ che ha già manifestato chiari segni di intolleranza agli stessi (conoscenza della storia clinica e dello stato della patologia !) e che malgrado ciò continua a chiedere la ‘pietanza’…..ebbene, mi rifiuterei di farlo !
Mi scuso nuovamente per l’intromissione
Dott.ssa M.M.Morelli

[#10]
dopo
Utente
Utente
Ecco Dott. Nardacchione il mio dubbio è proprio questo, da Lei evidenziato e che icollo a seguire:

Tuttavia prendo atto che secondo alcuni colleghi esistono invece chirurghi che con poca onestà intellettuale "... fanno solo una tecnica ... e quindi le loro risposte sono vincolate non dalla convinzione a priori ma limitate dalla esperienza."

In base alla sua risposta, la coscienza mi suggerisce di fare un'indagine per la scelta del chirurgo che, indistintamente, esegue questo tipo di operazione con la tecnica di ambedue i metodi.

Farò sapere. Grazie Dottore. Il Signore la bendica.
Cordiali saluti, Bruno
[#11]
dopo
Utente
Utente
Prof. Catani le sue precisazioni fanno onore alla sua coscienza e professionalità. Dal canto mio se dovessi scegliere, opterei per la laparoscopica, però,come giustamente fatto notare dai suoi colleghi, potrebbe non essere adatta per me. Perciò dopo aver scelto il chirurgo giusto, ovvero colui che usa ambedue i sistemi e gode di buona fama professionale, mi affiderò a lui per la scelta. Desidero fare il paziente a tempo pieno e andare "sotto i ferri" serenamente.
Grazie nuovamente per i suoi consigli, hanno contribuito ad illuminarmi. La terrò informato appna novità.
Che il Signore la benedica. Cordiali saluti, Bruno.
[#12]
dopo
Utente
Utente
Dott.ssa Morelli, Lei si scusa per il ritardo e per l'intromissione, per carità, che ben vengano ritardi e intromissioni di questo genere. E' stato un piacere leggere il suo post. Da persona non addetta ai lavori, quale io sono, trovo logiche e scorrevoli le sue parole, mi vede in perfetta sintonia. Il punto resta la scelta del chirurgo, che operi in ambdue i modi e che goda di buona fama professionale, poi sarò felice di far fare a lui. Non ricordo il regolamento del forum, ma credo che nomi non si possono fare, se mi sbaglio, che ben vengano.
La terrò informata appena qualche novità.
Grazie, dott.ssa, che il Signore la benedica.
Cordiali saluti,Bruno.
[#13]
dopo
Utente
Utente
Dott. Nardacchione, Prof. Catani e Dott.ssa Morelli, sono stato visitato dal Dott. Pitrelli, Medico Chirurgo dell'ospedale civile di Pescara che ha confermato le due ernie inguinali, già precedentemente diagnosticate da un Urologo.

Prima di questa visita mi ero documentato un po' sui metodi adottati, in ospedali e cliniche della zona, sul metodo tradizionale o laparoscopico, risposta unanime; tradizionale, il laparoscopico è poco usato, non ho chiesto espressamente perchè, ma credo di aver capito per questione di tempo.

Quindi anche il Dott. Pitrelli opera con il tradizionale, per me va bene. Ho lasciato il nominativo, mi telefona per dettagliare il giorno, lo fa in due riprese, prima l'ernia destra e, dopo giorni la sinistra. Vado la mattina e il pomeriggio a casa.

Cosa ne pensate? Se avete altri consigli in merito, sono graditi e ben accetti.

Scusate se rispondo con un unico messaggio, se ne avessi fatti tre avrei ripetuto le identiche cose per tre.

Grazie di nuovo per la Vs disponibilità, cortesia e professionalità.

Cordialmente, Bruno
[#14]
Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signor Bruno
non posso che essere d'accordo con il collega Pitrelli visto che ero intervenuto nella sua richiesta sostenendo proprio che, nel suo caso, forse era MEGLIO un intervento in anestesia locale che laparoscopico.
Avevo infatti detto:
" Un intervento chirurgico è sempre un atto traumatico con possibili rischi che, nella chirurgia di elezione devono essere ridotti al minimo assoluto.
Eseguire un intervento in anestesia locale, con il paziente sempre lucido e collaborante con il chirurgo, che quattro ore dopo l'intervento va a casa, con delle ferite di circa 7 cm che nel tempo verranno completamente ricoperte da peli, esteticamente più che accettabili, e che dopo sei mesi ritorna per una analoga procedura, secondo il mio modestissimo punto di vista, (ma non sono il solo a pensarla così) è meglio di un paziente che, (mi perdoni !) obeso, per eseguire un intervento laparoscopico (con due buchini di 5 mm ed uno di 1 cm) di ernioplastica PER DUE PUNTE DI ERNIA, deve subire una anestesia generale con intubazione orotracheale, un accesso transperitoneale o preperitoneale, con rischi legati alla metodica e cioe di distress repiratori postanestesiologici, rischi sicuramente maggiori di sanguinamento, perforazioni, lesioni intestinali o comunque lesioni iatrogene intraaddominali in genere, pernottamento e ricovero almeno i due giorni."
Mi permetto di aggiungere che nel suo caso la scelta del metodo tradizionale non è una questione di tempo ma di maggiore sicurezza e minor rischio.
Infatti non è il paziente che si deve adeguare al tipo di intervento chirurgico, ma è il chirurgo che sceglie l'intervento da eseguire in base al paziente, alla sua costituzione fisica, ad eventuali malattie concomitanti, grado di malattia da trattare chirurgicamente, rischi perioperatori, difficoltà tecniche, etc. etc.

Cordiali saluti
[#15]
Dr.ssa Maria Morena Morelli Chirurgo generale 719 12
Gentile Signor Bruno,
il Dott. Pitrelli ha avuto modo di valutarla e si è espresso in merito al 'migliore' trattamento per Lei.
Inoltre, concordo con il Dott. Nardacchione quando scrive "..la scelta del metodo tradizionale non è una questione di tempo ma di maggiore sicurezza e minor rischio.."

Cordialmente
Dott.ssa M.M.Morelli
[#16]
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Utente
Utente
Gent.mi Dott. Nardacchione e Dott.ssa Morelli,
grazie per la Vs tempestiva risposta e per la Vs valutazione del metodo, anche se l'operazione è di routine, per il paziente è sempre un'operazione e questi Vs post mi aiutano molto. Per questioni di tempo, l'avevo dedotto io dopo aver parlato con delle infermiere, nessuno mi ha detto questo, sono pienamente d'accordo che è il medico che decide, la decisione presa, in questo caso, mi aggrada.

" Approfitto" della Vs gentilezza per fare un'altra domanda su un problema irrisolto, nonostante visite varie, che mi assilla molto e che mi sono dimenticato di farla al Dott. Pitrelli che mi ha visitato.

Riferimento quadricipiti. Da anni, stando in piedi o camminando, dopo 10/15 minuti ci sento dolore. O meglio, inizialmente con lievi formicolii a quello di destra, poi a quello di sinistra e con il tempo a dolore forte. Seduto va bene, idem coricato ma solo in determinate posizioni. Con pancia gonfia e inarcato indietro più dolore. Gioco a biliardo e sono in piedi, anche 4 ore, senza dolore, però di continuo piegato in avanti.

Per molti anni ho avuto stitichezza e, per "andare", mi sono dovuto sforzare, molti anni sono pure il tempo che soffro di questi dolori ai quadricipiti, però non ricordo se gli inizi coincidono, il riferimento è per le ernie inguinli, bilaterali, venute fuori, forse durante il periodo i stitichezza.

Collegando un po' tutti questi eventi, mi viene da fare queste domande:

I muscoli compressi dalle ernie inguinali sono gli stessi dei quadricipiti? Ovvero è possibile che il dolore ai quadricipiti sia originato dalla compressione che le ernie inguinali esercitano sulla parete addominale?

Scusate se mi sono dilungato un po', forse sarebbero bastate meno parole per spiegare il tutto.

Se lo gradite, una Vs risposta mi farebbe piacere.

Grazie di nuovo, cordialmente, Bruno

[#17]
Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signor Bruno
le ernie inguinali non comprimono muscoli ma si impegnano nel canale inguinale dove normalmente è contenuto il funicolo spermatico diretto ai testicoli.
Il disturbo che lei descrive potrebbe invece più facilmente essere ricondotto alle protrusioni discali lombo-sacrali da cui è affetto

Cordiali saluti
[#18]
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Utente
Utente
Gent.mo Dott. Nardacchione,
l'ortopedico che mi ha visitato, dice che il dolore ai quadricipiti corrisponde a eventuali ernie o protusioni localizzate tra L2 e L3. Il dolore da me manifestato, sempre a parere dell'ortopedico, corrisponde a L5 e S1, io lì ho una leggera protusione e, a suo dire, non influenza minimamente per il mio problema.
D'altronte la sua osservazione è condivisa anche da altri, magari se vedesse le rsm, pure Lei, forse, avvalorerebbe le conclusioni finali dei suoi colleghi, oppure, a suo parere, il tutto può essere visto in maniera diversa, come Lei ha già detto?

Scusi, mi tolga quest'altro dubbio, scartato la compressione dei muscoli, un'infiammazione di essi, dovuta alle ernie, puo' essere possibile? E i nervi? Anche qui, compressione o infiammazine possono essere presi in considerazione?

Grazie di nuovo. Cordialmente, Bruno
[#19]
dopo
Utente
Utente
Eccomi di nuovo.

Per le mie due ernie inguinali l'Ospedale Civile di Pescara, chirurgia 3, mi ha comunicato che l'operazione avverrà il 28 del corrente mese, il 20 le analisi, in day hospital.

La cosa nuova che vorrei chiedere è il day hospital; in questo modo si corre qualche rischio?

Mio figlio ha fatto la stessa operazione, con il taglio, in una clinica privata ed è stato ricoverato per una settimana.

Stavo pendando di andare anch'io alla stessa clinica, perchè, penso, se in laparoscopia ok in day e se viene fatto in modo tradizionale come posso tornarmene a casa, il giorno stesso, con i punti?

Grazie della Vs collaborazione.

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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signor Bruno
l'intervento di ernioplastica in Day Hospital ormai rappresenta la routine in quasi tutti gli ospedali italiani. Si tratta di un intervento effettuato in anestesia locale e come già le avevo detto in passato si tratta di un intervento "... in anestesia locale, con il paziente sempre lucido e collaborante con il chirurgo, che quattro ore dopo l'intervento va a casa, con delle ferite di circa 7 cm che nel tempo verranno completamente ricoperte da peli, esteticamente più che accettabili, e che dopo sei mesi ritorna per una analoga procedura..." all'ernia controlaterale. Il confort del proprio ambiente domestico facilita la guarigione; le verranno prescritti i farmaci da assumere ed in qualsiasi momento lei dovesse averne bisogno può rientrare in ospedale poichè lei è come se fosse ricoverato.

Cordiali saluti
[#21]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Nardacchione, mi sento più tranquillo, avevo pure dimenticato che le operazioni avvengono in due riprese, una a ottobre e l'altra non prima di sei mesi dopo, come gentilmente mi ha ricordato nel suo post.
Farò sapere appena qualcosa di nuovo.

Cordiali saluti, Bruno