Hiv e barbiere: una roulette russa?

Tenendo conto della diffusione del contagio, 100.000 casi sieropositività HIV in Italia (pari grossomodo a una persona su 500) per non parlare del HCV, non è fantascientifico pensare che, andando dal barbiere, il cliente che ti ha preceduto possa essere in teoria “contagioso”.
So che il tema è stato sviscerato a lungo ma vi chiedo consigli pratici e di buon senso che possano evitare che andare dal barbiere si converta in una rollette russa o fonte di disagio psichico.
Il mio barbiere, sovrappensiero, per una volta si è “dimenticato” di cambiare la lametta del rasoio per pulirmi la nuca dalla peluria. Preciso che la lametta era stata usata pochi minuti prima per un altro cliente. L’ho fermato quasi subito, dopo 2 o 3 passaggi, ma la “frittata” era fatta.
All’apparenza non c’erano tagli “visibili”. Ritenete comunque opportuno, trascorso il periodo finestra, che mi sottoponga ai test specifici?
Spinto dalla curiosità (e dallo spavento) per l’evento di cui sopra mi sono documentato in rete digitando “BARBIERE-HIV”.
Sono apparsi decine, centinaia di articoli.
Premetto che non mi riferisco a blog totalmente inattendibili dove ognuno scrive cavolate anonime, ma a siti istituzionali o siti come il vostro, o similari, dove le risposte vengono “firmate” da specialisti qualificati.
La prima osservazione è che esistono apparentemente diverse scuole di pensiero.
Si passa da un estremo all’altro, da chi esclude categoricamente qualsiasi possibilità di contagio per contatto ematico indiretto incluso lo scambio di rasoi a lama, a chi ritiene teoricamente pericoloso anche l’uso del rasoio elettrico, per non dire del pettine … nel caso venga usato su due persone con la cute non integra.
La seconda osservazione è che quasi tutti concludono che andare dal barbiere non comporta alcun rischio se lo stesso segue gli opportuni protocolli di sicurezza.
Peccato che poi citino protocolli che nessun -dico nessun- barbiere segue.
Il barbiere non è il dentista, si limita a cambiare lametta (salvo dimenticanze … vedi sopra) e questo è quanto.
Il corpo del rasoio (nessun barbiere usa i rasoi domestici usa e getta), il pennello da barba, la scodellina con il sapone ammorbidente, forbice, pettine e spazzola sono a uso promiscuo, non sono conservati in un contenitore a raggi UV e tantomeno sterilizzati prima dell’uso.
Senza essere paranoici, considerando che, a buonsenso, l’unico rischio reale mi sembra quello costituito dall’uso promiscuo della lama (se non cambiata), ho pensato di chiedere al barbiere di utilizzare il rasoio elettrico per tagliare le basette e pulire la nuca.
Problema risolto? No!
Anche in questo caso, qualche medico … troppo zelante ha evidenziato, come, per quanto statisticamente improbabile, anche un rasoio elettrico potrebbe in particolari condizioni, come la presenza di nei o verruche, produrre micro tagli e diventare un potenziale veicolo d’infezione.
Ma, dico io, la testina seghettata del taglia-basette non è intercambiabile, è fissa!
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Dr. Alessandro Francini Dentista 532 20
Gentile utente,
pur non essendo il mio campo, le rispondo perchè le sue problematiche sono anche le mie. Da quando, nel lontano 1990, il mio barbiere usò una matita emostatica (non monouso) dopo un taglio di rasoi proprio sulla mia nuca. Sono perfettamente d'accordo con lei che quasi nessun barbiere rispetta i protocolli che per legge dovrebbe rispettare.Anche io ad esmpio considero il portalama del rasoio potenzialmente a rischio contagio, per il semplice fatto che se c'è un taglio il sangue non finisce solo sulla lama, ma anche sul portalama. E' mia opinione che anche il pettine, se usato energicamente, possa "graffiare" il cuoio capelluto, con conseguenti microlesioni. Sulla sterilizzatrice UV stendiamo poi un velo pietoso. Secondo me è stato solo un contentino legislativo, vista la quasi impossibilità pratica di prevedere per i barbieri attrezzature di disinfezione e sterilizzazione più efficaci.
In genere in campo odontoiatrico (ma anche in altri campi) quel tipo di sterilizzatrice serve solo a mantenere sterili materiali che già lo siano.Questo perchè il potere di penetrazione dei raggi UV è abbastanza superficiale. Basta che vi sia una microgoccia di sangue su forbici o pettini perchè il suo potere sterilizzante sia del tutto inefficace. Del resto in qualsiasi protocollo di sterilizzazione è scritto che i ferri o i materiali devono essere PULITI prima di essere sterilizzati. Non mi pare che questo si faccia per forbici, pettini, spazzole e quant'altro.
E non mi si venga a dire che siano stati effettuati studi clinici a lungo periodo dai quali sia risultato che le mie siano solo paranoie. Sfido qualunque ricercatore a impostare una ricerca sullo specifico rischio barbiere.
Chi sostiene che il rischio sia comunque nullo si basa su dinamiche studiate per altre situazioni a rischio, soprattutto sessuali o chirurgiche, non sul barbiere e sulle problematiche che ne derivano. Perciò anche i loro pareri sono frutto di ragionamenti traslati da altri scenari, non frutto di studi specifici. Almeno a me non ne risultano. Ma anche se si fossero fatti tali studi, non riesco neppure a ipotizzare che tipo di procedure abbiano usato, come abbiano selezionato le persone,ecc. ecc.
Quindi siccome anch'io, per gli studi che ho fatto e la professione che svolgo posso ipotizzare facendo dei ragionamenti, sono del parere che la prudenza non è mai troppa. Non mi fiderei, tanto per intenderci, nemmeno del rasoio elettrico. A meno che (tanto per fare un esempio di come la penso) uno studio sull'uso dei rasoi elettrici non mi dimostri che il contagio è impossibile al 100% (badi bene, al 100%, non al 99,99%. Non vedo infatti perchè dovrei rischiare anche solo per lo 0,01%, se posso evitarlo.).

Detto questo, le spiego come ho risolto il problema.

Da quel giorno in cui usarono la matita emostatica, vado dal barbiere attrezzato di tutto punto.
Ho comprato forbici, rasoio,pettine, spazzola (tutti professionali) e (ovviamente) matita emostatica, e ogni volta che vado gli faccio usare SOLO i miei attrezzi. Il mio barbiere sa perfettamente che questo è l'unico modo per avermi come cliente.
Per quanto riguarda il test, io lo feci, per togliermi dalla testa la preoccupazione.Lei si può regolare come meglio crede, ma se non riesce a stare tranquillo le suggerisco di farlo.

Cordiali saluti

Dr. Alessandro Francini
Studio Ri.Gi. v. D'Agrate 9 - 20900 Monza
tel. 0392020518
Risposta a carattere informativo, non diagnostico/terapeutico

[#2]
dopo
Utente
Utente

Gentile Dott. Alessandro Francini.
Innanzitutto grazie per avere risposto, nessun infettivologo l’ha fatto.
Considerando la sua professione, credo lei sia più che qualificato nel valutare i rischi pratici connessi a un’attività che vede il soggetto esposto al rischio di contatti ematici indiretti.
Mi pare ovvio che, allo stato, nessuno possa ragionevolmente pretendere di che i barbieri usino gli stessi elevatissimi standard di sicurezza usati dai dentisti, ma di qui a sottovalutare i rischi, ne corre.
Tra l’altro si fa spesso riferimento al rischio HIV e si dimentica il rischio HCV - oltre un milione di casi in Italia - come a dire che è statisticamente molto probabile che uno o più d’uno dei clienti del proprio barbiere ne siano affetti.
A proposito di Epatite C (HCV) leggo su un sito qualificato:
“il virus può essere trasmesso da uno scambio di rasoi, di aghi, spazzolini da denti, lime da unghie o perfino da forbici da barbiere” e ancora “una percentuale stimabile attorno al 40% non hanno una storia identificabile di esposizione al virus”.
Concordo con lei su molte cose.
-La carenza o l’estrema genericità delle vigenti disposizioni in materia di sicurezza per l’esercizio dell’attività di barbiere.
-L’inosservanza anche di quelle che ci sono, vuoi per mancanza di professionalità, superficialità, incuria o ignoranza.
-L’apparente assenza di studi specifici di merito (se qualche infettivologo che ci legge ne fosse a conoscenza, ce ne potrebbe dare conto).
Aggiungo la totale disuniformità e incongruenza nella valutazione dei rischi, oltre a numerose contraddizioni, anche da parte degli specialisti ed enti istituzionali.
L’obiezione che si può fare è che nulla nella vita può ritenersi sicuro al 100%, ma tra la paranoia e l’incoscienza ci deve essere una giusta via di mezzo.
Detto che non abbiamo la bacchetta magica per cambiare le leggi, responsabilizzare gli operatori e dotarli degli opportuni strumenti, che si può fare?
La soluzione da lei adottata (portare i propri strumenti) è drastica ed efficace e la prenderò in considerazione, ma potrebbe incontrare problemi pratici.
Se non si hanno rapporti di confidenza con il proprio barbiere, ad esempio, lo stesso potrebbe rifiutarsi, temendo di allarmare gli altri clienti.
Nel frattempo vedrò di informarmi se qualche barbiere che opera nelle vicinanze usi l’autoclave per la sterilizzazione delle forbici e in ogni caso chiederò di limitarsi all’uso delle forbici (e del pettine, ovviamente) evitando rasoi a lama (se non monouso) compresi quelli elettrici.
Vorrà dire che per la peluria sul collo provvederò da me a casa.
Inoltre vedrò di mettere in atto qualche piccolo accorgimento, come quello di presentarmi come primo cliente del mattino (anche se sulla vita del virus dell’HCV i pareri si sprecano … chi dice ore … chi giorni.)
Che ne pensa?
Per il resto non resta che incrociare le dita.
Cordialità
P.S.
Mi sono sottoposto al test dopo 120 giorni dall’episodio incriminato e fortunatamente è risultato negativo.
[#3]
Dr. Alessandro Francini Dentista 532 20
Gentile utente,
in effetti non ho citato l'HCV perchè mi sembrava già abbastanza l'HIV.....ma il problema è più o meno simile.Per non parlare poi dell'HBV, che è certamente più contagioso degli altri due.
Gli accorgimenti che vorrebbe adottare possono essere utili a ridurre il rischio, ma non lo eliminano completamente.
1)trovare un barbiere che abbia l'autoclave mi sembra alquanto improbabile. Ricordiamoci poi che prima di sterilizzare bisogna pulire (quindi pennellessa e olio di gomito, oppure bagno a ultrasuoni oppure lavastrumenti automatica).
2) Anche forbici e pettine sono pericolosi. Se le prime sono ben affilate, possono anche tagliare "di punta" (mi è capitato 2 volte, zona dietro le orecchie). Se il secondo (piccolo, a denti appuntiti) viene usato energicamente, può "graffiare"il cuoio capelluto (anche questo accertato personalmente).
3) ".........come quello di presentarmi come primo cliente del mattino..." Dalla sera alla mattina successiva mi sembra un intervallo di tempo troppo breve per i virus in questione.

Rimango dell'opinione che l'unica soluzione efficace è portare i propri strumenti.

Il mio barbiere attuale non è quello dell'incidente con l'emostatico. Dopo il fattaccio non ci sono andato più. Così ne ho cercato un altro,chiedendo tra i miei conoscenti. Dal primo che mi è stato consigliato ci sono andato a parlare prima di andarci per il taglio. Gli ho detto chiaramente che mi era stato consigliato da amici, che mi sarebbe piaciuto servirmi da lui ma che in ogni caso avrebbe dovuto usare solo i miei strumenti. Non ha fatto obiezioni. Da allora continuo con lui. Gli altri clienti non si allarmano, al massimo guardano con curiosità. Diciamo che c'è parecchio menefreghismo anche da parte loro. E poi lui lavora per appuntamento, quindi c'è sempre poca gente.
Il mio consiglio è di cercarne uno "consenziente". Non dovrebbe essere difficile trovarlo.

Cordiali saluti

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