Hiv presunto contagio
Salve, sono abbastanza preoccupato relativamente ad un presunto contagio da hiv. Confesso di aver avuto un rapporto anale non protetto con eiaculazione interna con una persona che mi ha assicurato di essere sana ma che effettivamente ha effettuato i test non nelle tempistiche corrette quindi dubbiamente sana direi. Ho avuto diversi sintomi tra cui diarrea per qualche giorno, mal di testa soprattutto di sera e adesso ho le tonsille leggermente gonfie e fastidiose. Ho effettuato un test esattamente a 24 giorni dal presunto contagio e ho avuto esito negativo, mi chiedevo se fosse attendibile o meno. E quali precauzioni potrei prendere adesso. Grazie mille in anticipo
[#1]
Medico Chirurgo
Gentile signore,
che significa che il partner ha eseguito i tests "non nelle tempistiche corrette"?
Il rapporto anale insertivo, con eiaculazione, è assai piu rischioso per chi lo riceve che per chi lo attua. Parliamo di HIV.
Restano immutati i rischi di contarrre una pletora di malattie sessualmente trasmissibili: HAV, Sifilide, Gonorrea, Uretrite da enterococchi, da Chlamydia spp, da Mycoplasma spp e ovviamente di trasmetterle.
Quando si fa sesso non protetto, qualunque esso sia, si consideri che l'HIV è il contagio più emozionalmente coinvolgente, ma non è l'unico. La difesa è il preservativo che, nonostante i ripetuti appelli, viene usato con incomprensibile parsimonia.
Tornando a lei e al suo dubbio sull'HIV: un test HIV 1- 2 di IV generazione "combinato" in metodica ELISA o ECLIA eseguito a 24 giorni fornisce, se negativo, una attendibilità del 97%.
Non le resta che ripeterlo tra 60 giorni: secondo le linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità, se sarà negativo anche il prossimo test, potrà considerarlo definitivo.
Cordiali saluti.
che significa che il partner ha eseguito i tests "non nelle tempistiche corrette"?
Il rapporto anale insertivo, con eiaculazione, è assai piu rischioso per chi lo riceve che per chi lo attua. Parliamo di HIV.
Restano immutati i rischi di contarrre una pletora di malattie sessualmente trasmissibili: HAV, Sifilide, Gonorrea, Uretrite da enterococchi, da Chlamydia spp, da Mycoplasma spp e ovviamente di trasmetterle.
Quando si fa sesso non protetto, qualunque esso sia, si consideri che l'HIV è il contagio più emozionalmente coinvolgente, ma non è l'unico. La difesa è il preservativo che, nonostante i ripetuti appelli, viene usato con incomprensibile parsimonia.
Tornando a lei e al suo dubbio sull'HIV: un test HIV 1- 2 di IV generazione "combinato" in metodica ELISA o ECLIA eseguito a 24 giorni fornisce, se negativo, una attendibilità del 97%.
Non le resta che ripeterlo tra 60 giorni: secondo le linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità, se sarà negativo anche il prossimo test, potrà considerarlo definitivo.
Cordiali saluti.
[#5]
Medico Chirurgo
Il fatto è che non ci sono altri mezzi per accorciare questo periodo.
Intando le ho già detto che il suo test a 24 giorni, se di IV generazione con identificazione della p24, è attendibile per negatività al 97%
Se l'angoscia è intollerabile, extrema ratio si potrebbe ricorrere a un N.A.T. test con la ricerca dell'HIV RNA con PCR in metodica qualitativa da incrociare a 60 giorni con la ripetizione del test HIV 1 - 2 tradizionale.
C'è da dire per completezza che la ricerca qualitativa dell'HIV RNA con PCR identifica solo l'RNA dell'HIV 1 che è il più frequente alle nostre latitudini; per identificare anche l'RNA dell'HIV 2 con PCR occorre un altro "primer" ad hoc, sicchè gli esami diventano due e i costi lievitano!
Io fossi in lei attenderei con tranquillità il test di routine a 90 giorni, economico e definitivo, che confermerà la sua HIV negatività sierologica.
Del resto nella malaugurata e inverosimile ipotesi di una sieroconversione saperlo a 60 o a 90 giorni non modificherebbe il follow up e l'approccio terapeutico..
Cordiali saluti.
Intando le ho già detto che il suo test a 24 giorni, se di IV generazione con identificazione della p24, è attendibile per negatività al 97%
Se l'angoscia è intollerabile, extrema ratio si potrebbe ricorrere a un N.A.T. test con la ricerca dell'HIV RNA con PCR in metodica qualitativa da incrociare a 60 giorni con la ripetizione del test HIV 1 - 2 tradizionale.
C'è da dire per completezza che la ricerca qualitativa dell'HIV RNA con PCR identifica solo l'RNA dell'HIV 1 che è il più frequente alle nostre latitudini; per identificare anche l'RNA dell'HIV 2 con PCR occorre un altro "primer" ad hoc, sicchè gli esami diventano due e i costi lievitano!
Io fossi in lei attenderei con tranquillità il test di routine a 90 giorni, economico e definitivo, che confermerà la sua HIV negatività sierologica.
Del resto nella malaugurata e inverosimile ipotesi di una sieroconversione saperlo a 60 o a 90 giorni non modificherebbe il follow up e l'approccio terapeutico..
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.6k visite dal 05/03/2015.
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