Rapporto a rischio e linfonodo ascellare ingrossato
Buongiorno,
Il 1 settembre 2015 ho avuto un rapporto (vaginale inserivo) con una escort, durante il quale è avvenuta una rottura parziale del profilattico.
Preoccupato, sono andato al pronto soccorso dove, pur dicendomi che a loro modo di vedere il rischio di contagio dell'Hiv era piuttosto basso, mi hanno dato la possibilità di scegliere se effettuare o meno una profilassi post-esposizione. Per sicurezza, ho iniziato la profilassi entro le 24 ore e l'ho portata a termine dopo i 28 giorni da protocollo.
Ora, a distanza di circa un mese e mezzo dal rapporto, noto un rigonfiamento sotto l'ascella sinistra (in realtà una maggiore preponderanza rispetto all'ascella destra l'avevo già notata da diverse settimane), ma ora accompagnato da dolori in corrispondenza di certi movimenti e che irradiano nell'incavo e nella parte posteriore della spalla. Qualche piccola papula rossa ha fatto la comparsa sul torso e sulla parte alta della schiena su entrambi i lati del corpo.
Per il momento, non ho avuto altri sintomi (febbre o altro).
Fino ad ora ho esitato a sottopormi a un test Hiv, sapendo che non sarebbe definitivo (da quanto ho capito, dovrò attendere 3 mesi dalla fine della profilassi per avere risultati attendibili). Ciò detto, non nascondo di vivere la situazione con una certa ansia; pensare di dover attendere ancora per un tempo così lungo non migliora la situazione.
Vi sarei grato per qualunque consiglio su come comportarmi o cosa fare in questo momento.
Grazie mille e cordiali saluti.
Il 1 settembre 2015 ho avuto un rapporto (vaginale inserivo) con una escort, durante il quale è avvenuta una rottura parziale del profilattico.
Preoccupato, sono andato al pronto soccorso dove, pur dicendomi che a loro modo di vedere il rischio di contagio dell'Hiv era piuttosto basso, mi hanno dato la possibilità di scegliere se effettuare o meno una profilassi post-esposizione. Per sicurezza, ho iniziato la profilassi entro le 24 ore e l'ho portata a termine dopo i 28 giorni da protocollo.
Ora, a distanza di circa un mese e mezzo dal rapporto, noto un rigonfiamento sotto l'ascella sinistra (in realtà una maggiore preponderanza rispetto all'ascella destra l'avevo già notata da diverse settimane), ma ora accompagnato da dolori in corrispondenza di certi movimenti e che irradiano nell'incavo e nella parte posteriore della spalla. Qualche piccola papula rossa ha fatto la comparsa sul torso e sulla parte alta della schiena su entrambi i lati del corpo.
Per il momento, non ho avuto altri sintomi (febbre o altro).
Fino ad ora ho esitato a sottopormi a un test Hiv, sapendo che non sarebbe definitivo (da quanto ho capito, dovrò attendere 3 mesi dalla fine della profilassi per avere risultati attendibili). Ciò detto, non nascondo di vivere la situazione con una certa ansia; pensare di dover attendere ancora per un tempo così lungo non migliora la situazione.
Vi sarei grato per qualunque consiglio su come comportarmi o cosa fare in questo momento.
Grazie mille e cordiali saluti.
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Medico Chirurgo
Salve,
Non entro nel merito della PEP che le è stata sommimistrata: vi è uno stridente contrasto tra l'affermazione di un rischio minimo per HIV e la prescrizione di una terapia profilattica di efficacia non assoluta e non priva di effetti collaterali.
In quanto al linfonodo che lamenta essersi ingrossato nel cavo ascellare le rammento che lo stesso va valutato palpatoriamente da un medico, eventualmente studiato ecograficamente e affiancato da opportune indagini ematochimiche intese a valutare il suo quadro immunologico per EBV-CMV-eTOXOPLASMA che possono tutti procurare linfoadenopatia.
Inoltre lei ha bisogno anche di effettuare lo screening per la sifilide, che può già eseguire e su cui sarà aiutato dal medico curante o altro Collega di fiducia.
Per quanto riguarda HIV le consiglio, agli inizi di novembre, di effettuare un test HIV 1-2 che dovrà confermare dopo tre mesi per un risultato definitivo.
Infine, le papule di cui parla vanno esaminate de visu: comprende bene che una qualsivoglia diagnosi non è possibile per via telematica.
Saluti cordiali,
Caldarola.
Non entro nel merito della PEP che le è stata sommimistrata: vi è uno stridente contrasto tra l'affermazione di un rischio minimo per HIV e la prescrizione di una terapia profilattica di efficacia non assoluta e non priva di effetti collaterali.
In quanto al linfonodo che lamenta essersi ingrossato nel cavo ascellare le rammento che lo stesso va valutato palpatoriamente da un medico, eventualmente studiato ecograficamente e affiancato da opportune indagini ematochimiche intese a valutare il suo quadro immunologico per EBV-CMV-eTOXOPLASMA che possono tutti procurare linfoadenopatia.
Inoltre lei ha bisogno anche di effettuare lo screening per la sifilide, che può già eseguire e su cui sarà aiutato dal medico curante o altro Collega di fiducia.
Per quanto riguarda HIV le consiglio, agli inizi di novembre, di effettuare un test HIV 1-2 che dovrà confermare dopo tre mesi per un risultato definitivo.
Infine, le papule di cui parla vanno esaminate de visu: comprende bene che una qualsivoglia diagnosi non è possibile per via telematica.
Saluti cordiali,
Caldarola.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 11/10/2015.
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