Lieve insonnia da risveglio precoce curato con Limbitryl 12.5/5
Gentili medici,
da circa un paio di anni soffro di disturbi del sonno legati a risveglio precoce. In particolare, nel corso di una settimana, mi capitava spesso (prima di iniziare la terapia che mi è stata prescritta dal neurologo) di svegliarmi la mattina presto, dopo circa 6 o 7 ore di sonno, sentirmi ancora stanco e voler continuare a dormire, ma non riuscire a riaddormentarmi e continuare a rigirarmi nel letto finché, un po' frustrato, non decidessi di alzarmi ed iniziare la mia giornata. Generalmente, dopo due giorni consecutivi in cui l'episodio si manifestava, seguiva una notte ristoratrice in cui sentivo di aver riposato al meglio, per poi ricominciare da capo il ciclo.
Ho fatto diversi esami tra cui polisonnografia ed EEG, da cui non è emerso molto. Il neurologo che mi ha visitato 3 mesi fa ha ritenuto che la mia condizione potesse essere ricondotta ad un disturbo d'ansia e mi ha prescritto una compressa di Limbitryl 12.5/5 da assumere la sera verso le 9 e mezza per poi andare a letto tra le 10 e mezza e le 11. La terapia ha avuto immediatamente successo. Dormo certamente di più e l'unico effetto collaterale è una lieve sensazione di sonnolenza che mi accompagna durante il mattino e che va scemando man mano che la giornata procede. La terapia mi è stata prescritta inizialmente per 3 mesi (quasi conclusi) dopo i quali dovrò iniziare a saltarla per due giorni alla settimana, con l'obiettivo di terminarla dopo altri due mesi circa.
La mia unica perplessità riguardo alla cura è che, sul foglietto illustrativo del Limbitryl, viene specificato che questa non dovrebbe durare più di 3 mesi, compreso il periodo di riduzione. Il neurologo mi ha detto di non preoccuparmi senza però dare troppe spiegazioni. Il fatto che al momento io stia lavorando all'estero pone un ulteriore ostacolo alla comunicazione tra me e il medico. Inoltre, da quello che ho letto, alcuni studi hanno evidenziato l'insorgere di problematiche legate all'uso di benzodiazepine sul lungo termine e che al livello internazionale si ritiene che queste dovrebbero essere usate solo per brevi periodi.
Vi sarei dunque grato se poteste darmi il vostro parere riguardo alla sicurezza della terapia che mi è stata prescritta. Ritenete che la durata possa presentare un bilancio di rischi e benefici favorevole? Data la forma non troppo grave del tipo di insonnia che mi affligge mi sarei aspettato un primo tentativo con una terapia non farmacologica, come la CBT. Voi cosa ne pensate? Vi ringrazio in anticipo per la competenza che mettete generosamente a disposizione su questo sito e rimango disponibile a fornire ulteriori dettagli.
da circa un paio di anni soffro di disturbi del sonno legati a risveglio precoce. In particolare, nel corso di una settimana, mi capitava spesso (prima di iniziare la terapia che mi è stata prescritta dal neurologo) di svegliarmi la mattina presto, dopo circa 6 o 7 ore di sonno, sentirmi ancora stanco e voler continuare a dormire, ma non riuscire a riaddormentarmi e continuare a rigirarmi nel letto finché, un po' frustrato, non decidessi di alzarmi ed iniziare la mia giornata. Generalmente, dopo due giorni consecutivi in cui l'episodio si manifestava, seguiva una notte ristoratrice in cui sentivo di aver riposato al meglio, per poi ricominciare da capo il ciclo.
Ho fatto diversi esami tra cui polisonnografia ed EEG, da cui non è emerso molto. Il neurologo che mi ha visitato 3 mesi fa ha ritenuto che la mia condizione potesse essere ricondotta ad un disturbo d'ansia e mi ha prescritto una compressa di Limbitryl 12.5/5 da assumere la sera verso le 9 e mezza per poi andare a letto tra le 10 e mezza e le 11. La terapia ha avuto immediatamente successo. Dormo certamente di più e l'unico effetto collaterale è una lieve sensazione di sonnolenza che mi accompagna durante il mattino e che va scemando man mano che la giornata procede. La terapia mi è stata prescritta inizialmente per 3 mesi (quasi conclusi) dopo i quali dovrò iniziare a saltarla per due giorni alla settimana, con l'obiettivo di terminarla dopo altri due mesi circa.
La mia unica perplessità riguardo alla cura è che, sul foglietto illustrativo del Limbitryl, viene specificato che questa non dovrebbe durare più di 3 mesi, compreso il periodo di riduzione. Il neurologo mi ha detto di non preoccuparmi senza però dare troppe spiegazioni. Il fatto che al momento io stia lavorando all'estero pone un ulteriore ostacolo alla comunicazione tra me e il medico. Inoltre, da quello che ho letto, alcuni studi hanno evidenziato l'insorgere di problematiche legate all'uso di benzodiazepine sul lungo termine e che al livello internazionale si ritiene che queste dovrebbero essere usate solo per brevi periodi.
Vi sarei dunque grato se poteste darmi il vostro parere riguardo alla sicurezza della terapia che mi è stata prescritta. Ritenete che la durata possa presentare un bilancio di rischi e benefici favorevole? Data la forma non troppo grave del tipo di insonnia che mi affligge mi sarei aspettato un primo tentativo con una terapia non farmacologica, come la CBT. Voi cosa ne pensate? Vi ringrazio in anticipo per la competenza che mettete generosamente a disposizione su questo sito e rimango disponibile a fornire ulteriori dettagli.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.2k visite dal 03/03/2019.
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