Pubalgia, mi hanno consigliato la tecarterapia e feldene

Salve. Ho 23 anni e gioco a calcio da sempre. Nell'estate 2008 mi è cominciato a far male l'adduttore della gamba sinistra. Incurante di ciò, ho continuato a fare partite, fino a che il dolore non è diventato troppo intenso e ho deciso di fermarmi per due mesi. Finita l'estate ho ricominciato a giocare ma il dolore, che all'inizio era sopportabile, di partita in partita è andato crescendo, perciò ho smesso di nuovo di fare attività fisica. Stando fermo mi sono accorto che i dolori nella zona degli adduttori e pubica sinistra non passavano e che nel momento in cui facevo particolari movimenti, ad es. estensione delle gambe oppure quando mi toccavo in certi punti, il fastidio era sempre presente e non diminuiva di intensità. Perciò mi sono rivolto ad un bravo fisioterapista con cui ho fatto una serie di incontri in cui mi faceva fare esercizi di allungamenti e massaggi. L'allungamento dei muscoli diede i suoi benefici, tant'è che, quando facevo i sopra descritti movimenti o quando andavo a toccare, sentivo meno dolore, anche se quest'ultimo non era scomparso del tutto. Riprendo l'attività fisica ma il dolore si ripresenta sempre là; particolarmente intenso era il dolore, detto in maniera grezza, sull'interno coscia sinistro alto, a inizio gamba. Dunque mi fermo nuovamente. Verso Marzo-Aprile vado ad un centro di riabilitazione sportiva che ha trattato molti casi di pubalgia. Mi fanno fare varie analisi e, escludendo altre patologie, attraverso la risonanza magnetica, mi confermano che si tratta di pubalgia, in quanto l'adduttore è infiammato in due punti. La terapia che mi assegnano consiste in sedute di fisioterapia una volta a settimana in cui faccio allungamenti e esercizi di respirazione. Inoltre mi fanno fare il bite (bait), perchè dicono che il motivo della pubalgia è posturale e la cattiva postura parte dalla male occlusione della mascella.
Tale terapia dà ottimi risultati e il dolore diminuisce fino a scomparire.
Dopo aver fatto un pò di rafforzamento tonicità dei muscoli, ad agosto ricomincio a giocare a pieno regime e và tutto bene fino ad un mese fa, quando incomincio ad avvertire, durante la corsa, fastidi all’addome obliquo, sempre a sinistra. L’ultima partita l ho giocata giovedi scorso, il dolore a inizio partita non c’era, ma nel corso della partita è cresciuto.Il dolore si presentava nella corsa ed era localizzato all’addome obliquo basso e molto lievemente più in basso.
Da sottolineare che il dolore è localizzato in una parte diversa rispetto a prima ovvero l’addome obliquo basso, che nella precedente fase della pubalgia non mi dava problemi. Sospetto comunque che se continuassi a giocare il dolore si estenderebbe anche in direzione della gamba e in prossimità dell’adduttore.
Volevo avere un’opinione di uno specialista sulla mia storia e su quello che mi consiglia di fare ora.In tanti mi hanno sconsigliato la laser terapia che non ha effetti.Un giocatore che ha sofferto di pubalgia mi ha consigliato la tecarterapia e feldene
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Dr. Carlo De Michele Medico dello sport, Medico internista, Medico osteopata 310 4
Mi pare che il problema sia stato affrontato in modo corretto e verosimilmente credo sarebbe opportuno rivolgersi alla struttura che ha impostato la terapia. L'unica cosa che posso aggiungere é che, secondo la mia esperienza il bite va controllato e corretto con una certa frequenza, per adattarlo correntemente ai cambiamenti ottenuti. Infatti anche un bite che dia immediati benefici nel corso del tempo può dare nuovi problemi se non adeguatamente verificato.
Cordiali saluti

dr. Carlo de Michele
Medico Internista
Spec in Medicina dello Sport
Medicina Manuale Osteopatica
info@studiosintesis.it
www. studiosintesis.it

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Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 808 28
Gentile utente,

visto che la sua sintomatologia è particolarmente intensa durante o dopo l'attività sportiva, e se realmente si tratta di pubalgia, va individuata prioritariamente la causa scatenante tale sintomatologia (es. particolari movimenti, posture scorrette...), ed agire di conseguenza con una terapia dedicata, da individuare con lo specialista di riferimento.

Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un medico specialista in medicina fisica e riabilitazione e/o medicina sportiva della sua zona, che dopo un attenta anamnesi e valutazione obiettiva, sarà sicuramente in grado di consigliarle sia come prevenire la situazione algica che la cura migliore, la terapia và "vestita" sul singolo individuo, non sempre il rimedio consigliato dall'amico funziona a priori.

Visto che "vive" già nell'ambiente sportivo, provi ad informarsi sul collega specialista al quale rivolgersi, in modo che possa monitorare le terapie consigliate ed i risultati terapeutici.

Cordialità.

Urbano Giulio Pio MD
Specialista Medicina Fisica Riabilitazione
e Psicoterapia
3398917774(h16-20)
NB: il consulto NON sostituisce la visita reale