Ictus arteria cerebrale posteriore

Salve<br />
oggi abbiamo avuto la diagnosi che mia mamma, 69 anni, con familiarità per malattie cardiovascolari, ricoverata da ieri in ospedale, che da 2-3 giorni lamentava in modo discontinuo vertigini, mal di testa, difficoltà a tenere gli occhi aperti, nausea e vomito, ha avuto un ictus da ischemia all'arteria cerebrale posteriore del cranio. Lei è sempre stata cosciente, anche nei momenti di maggior sofferenza dei sintomi, oggi, a 3 giorni dalla primissima avvisaglia, sta un po' meglio, le vertigini si sono attenuate, è completamente lucida, il dolore alla testa è quasi sparito. Lo so che è presto per dirlo, ma da questi primi segnali è possibile considerarla fuori pericolo imminente?
Grazie mille.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
credo che la prognosi possa essere sciolta quoad vitam.
Quoad valetudinem se non ci sono deficit neurologici rilevanti non penso che, se è sotto adeguata terapia, potranno verificarsi adesso.
Ovviamente è scontato che sua madre dovrà cercare di azzerare tutti i fattori di rischio cardio e cerebro vascolari onde evitare che l'episodio si ripeta con uno studio angiografico accurato di tutto il circolo cerebrale.
Auguri,
Dott. Caldarola.
[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua tempestiva e cortese risposta.
Alcune precisazioni: oggi parlando con un altro medico ci è stato specificato che i vasi occlusi sarebbero due e non uno, anche se pare non completamente. Mia madre soffre di una calcificazione arteriosclerotica dei vasi sanguigni estesa, e fino ad oggi controllata (è da anni sotto terapia con farmaci per abbassare colesterolo, pressione e diabete - non fa insulina -), e non aveva mai avuto alcun tipo di sintomo né tantomeno attacco ischemico.
Oggi l'hanno trasferita in Medicina e la dottoressa che l'ha presa in carico ha detto che i sintomi attuali (vertigini continue accentuate da movimenti di testa e occhi, impossibilità di deambulare, nausea e fastidio alla testa) dobbiamo in pratica "aspettare che passino da soli", dando quindi a intendere che ciò possa accadere gradualmente col passare dei giorni (ovviamente facendo la terapia ospedaliera).
Mia mamma ha la paura (spero irrazionale) che non le passino visto che, a fronte di un miglioramento di ieri, oggi era di nuovo un po' più provata. La dottoressa ha detto che l'ictus è ancora presente in quanto mia mamma presenta i segni oculari di un episodio in corso (non riesce a seguire il dito se lo puntano in alto, fa fatica a spostare le pupille, ecc.) e questa cosa ci ha un po' allarmati, pur avendoci detto chiaramente che non è in pericolo vita.
Alla luce di tutto quanto sopra, e ovviamente coi limiti di un consulto a distanza, come vede la prognosi di mia mamma? Miglioreranno a poco a poco questi sintomi? Che l'ictus sia ancora in corso cosa significa? Cosa potremmo aspettarci nei giorni a venire? (Le rammento che le prime avvisaglie della malattia sono comparse 4 giorni fa).
Grazie ancora.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
le ho detto già che la prognosi quoad vitam non mi pare negativa.
Che l'ictus ischemico sia ancora in corso è ovvio: spetta ai neurologi salvare le aree non ancora degenerate ma in sofferenza (la vecchia area di penombra dei clinici di una volta) con terapia idonea.
Sugli esiti solo il tempo potrà esprimersi: ma in generale questi pazienti recuperano molto bene.
Cari saluti anche alla mamma.
Dott. Caldarola.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, le do gli ultimi aggiornamenti: mia mamma è stata dimessa oggi dall'ospedale, ma in pratica non è stato capito esattamente da dove vengano queste vertigini e la perdita di equilibrio, che tutt'ora perdurano.<br />
In prima istanza ci era stato parlato di ictus, poi esaminando meglio la angio tac la diagnosi dei medici non è stata più così certa e ci hanno detto che, se anche si tratta di un evento ischemico, è molto leggero. Come le ho detto mia mamma ha alcune calcificazioni dei vasi sanguigni, da lì la supposizione.<br />
Le è stato dato appuntamento per visita orecchio e per risonanza magnetica con mezzo di contrasto all'encefalo tra 10 giorni.<br />
La preoccupazione che mi è venuta è che possa trattarsi di qualcosa di brutto al cervello: è possibile che non si sia visto nulla dalla TAC encefalo (senza contrasto) che le hanno fatto quando è stata ricoverata? Ho letto che tumori molto piccoli possono essere invisibili alla tac... ma, mi domando: tumori così piccoli avrebbero dato sintomi?<br />
I sintomi di mia mamma sono vertigini oggettive e sbandamenti quando si trova in posizione eretta (deve essere sorretta per camminare e deve reggersi per tenersi in piedi in sicurezza), mentre quando è seduta o sdraiata sta bene. La visita neurologica ha rilevato un nistagmo degli occhi, che comunque è andato migliorando col passare dei giorni. La nausea che aveva una settimana fa è sparita e anche il mal di testa forte. <br />
I medici non ci hanno mai fatto l'ipotesi di tumore, ma ho comunque questa paura. <br />
Lei cosa ne pensa?<br />
Grazie ancora.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
scusi signora ma prima di risponderle vorrei sapere, se possibile, è stata effettuata una angio TC per porre la diagnosi di occlusione dell'arteria cerebrale posteriore?
A presto,
Dott. Caldarola.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Le riporto il referto che ho letto oggi della angio tac:
nei limiti il calibro dell'arco aortico con minime calcificazioni di parete. Decorso tortuoso del tratto iniziale dell'a. carotide comune sinistra; il tratto distale extracranico dell'arteria carotide interna destra presenta un decorso articolarmente angolato descrivendo un'ansa stretta. Calcificazioni di parete a livello dei bulbi carotidei con netta prevalenza a sinistra. Piccole calcificazioni all'origine delle arterie vertebrali. Calcificazioni di parete del tratto intracranico dell'arteria vertebrale sinistra, lievemente ectasica. Tratto iniziale dell'arteria cerebrale posteriore sinistra in parte assente; ben rappresentata l'arteria comunicante posteriore sinistra. Non riconoscibile l'arteria comunicante posteriore destra. Minimi esisti vascolari nella corona radiata sinistra; non alterazioni del parenchima cerebrale dopo somministrazione di mdc per ev.
In asse le strutture della linea mediana. Nei limiti l'ampiezza delle strutture ventricolari e degli spazi liquorali della base e della convessità. Nodulo di 3 mm nel segmento apicale del LSD compreso in esame, aspecifico.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Dunque, come vede e com e prevedevo, sua madre ha fatto una angio TC e una TC con m.d.c.
La Angio TC rispetto alla Angio RM è molto più probabiva perchè ricostruisce le pareti del vaso e non si basa su segnale di flusso.
La TC è mono dirimente per quanto riguarda il parenchima cerebrale rispetto alla RM prima e dopo mdc ma se sua madre avesse avuto un tumore si sarebbe visto.
Sua madre ha avuto un Ictus Ischemico a carico del territorio della A.C.P. sn ed inoltre il poligono di Willis è molto compromesso.
Il referto dell'angio TC è compatibile con tutta la sintomatologia che sia madre presenta: che è di natura vascolare e non da expansus endocranico.
E' bene che faccia la RM per verificare gli esiti del danno parenchimale: ma in queste condizioni io mi preoccuperei che sua madre non vada incontro ad un altro episodio ischemico instaurando una terapia adeguata.
Inoltre è verosimile che sua madre possa presentare la stessa situazione ateromasica a livello coronarico: non gli negherei una scintigrafia perfusionale basale e dopo stress test farmacologico.
Questo è il mio pensiero: nessun tumore ma attenzione a recidive di ictus ischemici e di ischemie miocardiche.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, la ringrazio ancora una volta... la terapia (che comunque già faceva) le è stata ritoccata dopo le dimissioni ospedaliere e mi sembra un po' più corposa di quella che già faceva.
Da quello che avevamo capito e che i medici ci avevano detto in ultima istanza, sembrava che l'episodio ischemico non fosse così rilevante, anzi, ci avevano detto che non erano sicuri che i sintomi dipendessero dalla situazione vascolare, tant'è che hanno fissato anche visita per orecchio.
In sede ospedaliera ha anche fatto doppler carotidi (non particolarmente negativo) e ecografia cardiaca (quella ok).
Mia madre si era sottoposta circa 5 anni fa a coronarografia e la stessa aveva rilevato le solite calcificazioni, ma senza particolari "chiusure", non fu messo alcuno stent e il cardiologo ci disse che la situazione era sottocontrollo con la terapia.
Crede che mia madre possa andare incontro imminentemente a nuovo episodio ischemico cerebrale? C'è qualcosa che possiamo fare, oltre alla terapia da seguire scrupolosamente, per scongiurare questo evento?
A questo punto rimane valida la sua prima risposta, nel senso che la prognosi per la vita può essere sciolta?
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Signora la prognosi attualmente quad vitam è sciolta.
Ma sua madre ha una situazione vascolare cerebrale che è tutt'altro che tranquillizzante.
Io non conosco quale sia questa terapia corposa che le hanno dato alla dimissione e dunque non mi posso esprimere.
Nè comprendo l'utilità di un color doppler dei vasi del collo vs una angio TC che è molto più chiarificatrice.
In quanto alle coronarie: se sua madre aveva già placche, ancorchè calcifiche, questo non implica che non possano essersene fornate delle nuove anche "molli" o che qualche vaso sia percentualmente molto occluso.
In cinque anni può succedere di tutto.
La Scintigrafia perfusionale è un esame innocuo, non invasivo, e molto utile in casi come questi: specialmente se associato ad uno stress test farmacologico.
Ma di questo deve parlare con il Curante di sua madre, il mio lo consideri solo un input.
cari saluti,
Dott. Caldarola.
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