Prostatectomia totale ed invalidità

Egr. Dottore,
nel 2014, a seguito biopsia alla prostata, ho ottenuto i seguenti risultati:

Biopsie esaminate 16
Biopsie positive per neoplasia 9/16
Biopsie positive per invasione neoplastica perineurale 4/16
Biopsie positive per carcinoma intraduttale 6/16
Biopsie positive per ASAP 1/16

Score di Gleason 5 casi di valore 7, un solo caso di valore 8, 3 casi di valore 9

PSA 8, 4

A seguito prostatectomia totale, sono stato sottoposto a radioterapia di 33 sedute e terapia ormonale per tre anni; a richiesta invalidità mi è stata riconosciuta una percentuale del 75 con diritto ad assegno mensile avendo io un reddito minimale.

Gli esami del psa effettuati ogni tre mesi dopo l'intervento hanno sempre dato valori di 0, 01.

A seguito revisione effettuata in questi giorni dopo 5 anni dall'intervento, l'invalidità mi è stata ridotta al solo 50% con perdita del sussidio economico ed ogni altro beneficio; al contempo il D. M. Del 05/02/92 al codice 9323 cita le NEOPLASIE A PROGNOSI FAVOREVOLE CON GRAVE COMPROMISSIONE FUNZIONALE con punteggio fisso del 70.

Gradirei un parere in merito.

Grazie sentitamente.
[#1]
Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 227 26
Spett.le Utente,

dalla descrizione del caso pare che la Commissione non abbia riscontrato la fattispecie da Lei citata, relativamente alla "grave compromissione funzionale".
Nella formulazione del quesito, del resto, Lei non riferisce nulla circa lo stato attuale, che e' il riferimento per la valutazione in sede di visita di revisione.

Distinti Saluti.

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere valutazioni o stime del grado di invalidità]

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dottore,
la ringrazio molto per la risposta e per la sollecitudine con cui la stessa è arrivata già nella notte, subito dopo la mia richiesta, pur se la stessa è stata inviata di sera molto tardi.

L'invito alla visita di revisione indicava di fornire documenti che non fossero già stati presentati in precedenza ed io non ne avevo, in quanto dalla prima visita per il riconoscimento della invalidità ad oggi, detto che il psa è sempre stato a livelli bassissimi, mi è stato indicato come inutile ogni ulteriore controllo.

Ho ritenuto pertanto che la situazione dichiarata in precedenza di impotenza totale e dimensioni minime fosse sufficiente; di tale aspetto della situazione non mi è stata fatta domanda alcuna, mentre di mia iniziativa ho specificato che a distanza di anni è ancora visibile sul mio addome, nella parte tra l'ombelico ed il pube, un solco molto infossato quasi si fosse passato un ferro da stiro su del burro. Di tutto ciò nel referto nulla risulta.

Ho specificato che tale situazione mi ha portato ad una lunghezza del pene ridicola, inutile ad ogni prova di penetrazione, mentre prima della radio, già dopo l'intervento, quando ho iniziato il caverject per la riabilitazione, le mie dimensioni erano ritenute sopra la norma.

Purtroppo è vero, invece, che già al reparto di radiologia di Ancona ove ho fatto la radio e mi è stato prodotto tale danno, questo aspetto della cosa ha ottenuto sempre una attenzione molto, molto marginale come suppongo sia accaduto anche in questa visita di revisione.
Persino i chirurghi cui mi sono a suo tempo rivolto per l'intervento hanno sempre valutato l'aspetto sessuale con grande indifferenza; solamente il Prof. Artibani di Verona, che poi ho scelto come mio chirurgo, mi ha relazionato ampiamente di questo aspetto del mio male prima di operarmi, dimettendomi poi in condizioni eccellenti, ma purtroppo la radio che stupidamente ho fatto successivamente in Ancona anziché a Verona mi ha menomato completamente.

Attualmente la situazione è di fibrosi conclamata, situazione in atto già da alcuni mesi dalla fine della radio, incapacità del pene ad allungarsi ed aumentare di circonferenza, con la parte di addome soprapubica completamente risucchiata verso il retro, tutte situazioni già in atto alla prima visita, cose che non ho ritenuto dover esporre nuovamente.
Come si può pensare che tali situazioni si possano essere recuperate, o forse non rappresentano una grave compromissione funzionale?
E la mia età di 60 anni al momento dell'intervento, oggi 65, sono forse una età da vita monacale, per la commissione che mi ha visitato?

Per ultimo aggiungo che avendo fiducia della capacità professionale di questi medici che mi hanno fatto la revisione, per non "turbare" la situazione che avevo di invalidità al 75, non ho neanche presentato una diagnosi di spondilolistesi di primo grado rilasciata dal servizio radiologico della stessa Azienda Sanitaria, che tanto non mi avrebbe dato vantaggi concreti per il mantenimento o aumento del sussidio economico che dovrebbe aiutarmi fino al raggiungimento della pensione tra circa 18 mesi, e ciò perché mi si dice esser notorio che una situazione come la mia tale resterà, senza alcuna possibilità di recupero, quindi mi appariva illogico poter ottenere un risultato di revisione come quello avuto.

Ciò esposto, come mi suggerisce di gestire il ricorso? Oppure che altro poter fare?

Grazie nuovamente
[#3]
Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 227 26
Spett.le Utente,

a mio parere quanto ha descritto non configura una condizione di "grave compromissione funzionale", per la quale sarebbero necessari elementi di deficit della funzione urinaria (insufficienza renale) che sembrerebbe attualmente non sussistano.
Tenga presente che in invalidità civile viene considerata la riduzione della capacità lavorativa, e non il danno biologico correlato alle infermità.

Se lo ritiene, entro 6 mesi dalla notifica del verbale può presentare ricorso giudiziale, con la procedura dell'accertamento tecnico preventivo.
Per tale evenienza Le suggerisco di rivolgersi ad un Ente di Patronato.

Distinti Saluti.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Pur sconvolto ed esterrefatto per quanto ho potuto apprendere dalla sua risposta, La ringrazio molto sentitamente per la sua cortesia e celerità.
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