Dopo 6 giorni di coma in reparto di neurologia ma non in terapia intensiva

5 mesi fa ho perso mia mamma in seguito ad un'emorragia cerebrale . Purtroppo mi é rimasto il dubbio che si poteva fare qualcosa prima per prevenire e dopo per salvarle la vita. Aveva 78 anni, soffriva di ipertensione ma la curava e aveva subito 10 anni fa un intervento di angioplastica alle coronarie, per il resto era una donna attiva e con condizioni di salute generali buone. Da circa un anno lamentava fortissimi mal di testa e spesso capogiri e si era sottoposta a risonanza magnetica risultata negativa. L'emorragia é stata localizzata vicino al talamo e subito ci é stato detto che era piuttosto grave, dopo 6 giorni di coma in reparto di neurologia ma non in terapia intensiva, é finita. I medici hanno attribuito l'emorragia all'ipertensione e non hanno dato altre spiegazioni.
Ora mi chiedo, quei mal di testa potevano essere un segnale di qualcosa che non andava? Possibile che pur curata la pressione alta sia stata la causa e che seppure avesse fatto una tac prima, non si poteva eccepire quel che poi le é accaduto, così come ci hanno detto in ospedale. E riguardo a come é stata curata...E' normale non tentare un intervento chirurgico e non metterla in terapia intensiva? Se un'emorragia é grave come é possibile affidare solo alla farmacoterapia la possibilità che si assorba? Da uno stato iniziale di semi incoscienza, ho visto mia mamma lentamente passare allo stato comatoso senza che le si facesse niente. La sensazione avuta da noi familiari é proprio che non abbiano fatto abbastanza. Il dolore é immenso, sarei davvero grata di ricevere qualche parere che possa almeno aiutarmi a farmene una ragione. Grazie mille in anticipo
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Gentile signora,
comprendo il Suo dolore perchè la perdita di un genitore di qualsiasi età sia è comunque un grande dolore,ma da quanto Lei racconta non ho molti elementi per capire se vi siano stati comportamenti negligenti da parte dei colleghi.
Da quanto racconta, però, sembra che sia stato fatto quello che è stato ritenuto necessario.
L'emorragia, sviluppatasi, in regione talamica, non è suscettibile di asportazione chirurgica perchè i danni derivanti dal trauma chirurgico per raggiungere la lesione sarebbero molto più gravi ed alto rischio.
Nessun dato o sintomo clinico che ha preceduto l'evento emorragico poteva essere sospetto di una evenienza di tal genere.
La Sua mamma probabilmente, visto il pregresso intervento di angioplastica, era in terapia con farmaci trombolitici che se da una parte prevengono la formazione di emboli o trombi, dall'altra espongono al rischio di emorragie.
Aver fatto la RM, risultata negativa, era quello che di più non era richiesto come esame diagnostico.
L'emorragia che ha colpito Sua mamma, dai dati che Lei riferisce, è stata repentina e nulla si sarebbe potuto fare perchè non si verificasse.
L'unico punto di dubbio potrebbe essere quello di non averla ricoverata in un ambiente di terapia intensiva nelle fasi di peggioramento dello stato di coscienza, ma
questo sicuramente è dipeso dalla valutazione delle condizioni generali e neurologiche che verosimilmente sconsigliavano ulteriori trattamenti considerati al limite dell'accanimento terapeutico.

Con cordialità
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dopo
Utente
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Grazie mille Dottore. Purtroppo anche se da un lato mi conforta sapere che é stato un evento fatale e molto probabilmente davvero non si poteva fare niente per salvarle la vita, rimane il dolore immenso, fisico, che provo per la sua perdita.. E' vero che lei prendeva gli antitrombotici, molti anni fa durante una bronchite ebbe anche un episodio di emottisi proprio dovuto a tali farmaci. Che dire, lei detestava prendere i tanti farmaci a cui era obbligata e io la rimproveravo spesso quando occasionalmente non li prendeva perché stufa....forse aveva ragione lei, un pò di ticlopodina in meno forse poteva salvarle la vita a questo punto...ma chi può dirlo. Vorrei avere la fede per poter accettare e dire che forse era arrivata la sua ora. Grazie ancora.
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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