Prostatite da coccige lussato
Buongiorno,
sono un ragazzo di 30 anni e nel giugno 2011 mi sono recato in pronto soccorso a seguito di una impossibilità a stare seduto per più di 20 minuti di fila per continui stimoli ad urinare, questo sintomo mi è stato detto in PS essere una cistite e curato come tale con una terapia di ciproxin 500 (2cp al giorno) per 7 giorni.
Al successivo controllo in ambulatorio i sintomi erano migliorati ma non spariti del tutto, nel senso che lo stimolo ad urinare era controllabile ma sempre lievemente presente, sopportabile ma fastidioso. La terapia in questo caso fu di fermenti lattici e difaprost per 60 giorni (oltre ad una dieta da rispettare).
Al terzo controllo la situazione non era cambiata molto e quindi mi sono state fatte eseguire delle indagini strumentali (esame urine, spermiogramma, ecografia transrettale e massaggio prostatico) dal quale si sono evidenziate delle calcificazioni prostatiche e un livello di leucociti un po' più elevato del normale, a detta dell'urologo segno di una pregressa prostatite e la successiva terapia fu di ciproxin 250 (3 cp al giorno) per 10 giorni, daflon (2 cp al gionro) per 20 giorni, permixon (1cp al giorno) per 2 mesi.
Tutto bene fino a 5/6 giorni successivi alla fine degli antibiotici e poi di nuovo i soliti fastidi, sopportabili ma fastidiosi.
Ora recentemente mentre cercavo di documentarmi ancora una volta di più sulla prostatite mi sono imbattuto in un articolo sul coccige che mi ha fatto riflettere: infatti da un anno circa soffro di dolori al coccige dovuti (si è scoperto dopo varie indagini) ad una lussazione post traumatica e tra le varie metodologie per curarlo mi sono state consigliate (da un neurochirurgo) delle manipolazioni osteopatiche.
A questo punto, visto che i miei fastidi prostatici sono iniziati all'incirca quando ho iniziato i trattamenti con l'osteopata mi chiedo e vi chiedo se per caso queste manipolazioni (che ahimè non hanno migliorato quasi per nulla i dolori coccigei) possono aver influito negativamente sulla prostata causandomi questa condizione di disagio che sembra non passare con nessuna cura e se possono aver creato una situazione per la quale la prostata viene continuamente stimolata o resa infiammata.
Oppure tutto può semplicemente dipendere dal fatto che le cure antibiotiche che ho eseguito non hanno mai avuto il ciclo canonico dei 28 giorni e quindi hanno reso i batteri restii ad andarsene?
Grazie mille per chi vorrà rispondermi e darmi (nei limiti del possibile in un consulto on line) qualche consiglio e parere su come comportarmi ora.
sono un ragazzo di 30 anni e nel giugno 2011 mi sono recato in pronto soccorso a seguito di una impossibilità a stare seduto per più di 20 minuti di fila per continui stimoli ad urinare, questo sintomo mi è stato detto in PS essere una cistite e curato come tale con una terapia di ciproxin 500 (2cp al giorno) per 7 giorni.
Al successivo controllo in ambulatorio i sintomi erano migliorati ma non spariti del tutto, nel senso che lo stimolo ad urinare era controllabile ma sempre lievemente presente, sopportabile ma fastidioso. La terapia in questo caso fu di fermenti lattici e difaprost per 60 giorni (oltre ad una dieta da rispettare).
Al terzo controllo la situazione non era cambiata molto e quindi mi sono state fatte eseguire delle indagini strumentali (esame urine, spermiogramma, ecografia transrettale e massaggio prostatico) dal quale si sono evidenziate delle calcificazioni prostatiche e un livello di leucociti un po' più elevato del normale, a detta dell'urologo segno di una pregressa prostatite e la successiva terapia fu di ciproxin 250 (3 cp al giorno) per 10 giorni, daflon (2 cp al gionro) per 20 giorni, permixon (1cp al giorno) per 2 mesi.
Tutto bene fino a 5/6 giorni successivi alla fine degli antibiotici e poi di nuovo i soliti fastidi, sopportabili ma fastidiosi.
Ora recentemente mentre cercavo di documentarmi ancora una volta di più sulla prostatite mi sono imbattuto in un articolo sul coccige che mi ha fatto riflettere: infatti da un anno circa soffro di dolori al coccige dovuti (si è scoperto dopo varie indagini) ad una lussazione post traumatica e tra le varie metodologie per curarlo mi sono state consigliate (da un neurochirurgo) delle manipolazioni osteopatiche.
A questo punto, visto che i miei fastidi prostatici sono iniziati all'incirca quando ho iniziato i trattamenti con l'osteopata mi chiedo e vi chiedo se per caso queste manipolazioni (che ahimè non hanno migliorato quasi per nulla i dolori coccigei) possono aver influito negativamente sulla prostata causandomi questa condizione di disagio che sembra non passare con nessuna cura e se possono aver creato una situazione per la quale la prostata viene continuamente stimolata o resa infiammata.
Oppure tutto può semplicemente dipendere dal fatto che le cure antibiotiche che ho eseguito non hanno mai avuto il ciclo canonico dei 28 giorni e quindi hanno reso i batteri restii ad andarsene?
Grazie mille per chi vorrà rispondermi e darmi (nei limiti del possibile in un consulto on line) qualche consiglio e parere su come comportarmi ora.
[#1]
Caro signore,
esiste una forma di dolore prostaico riferibile a patologia del bacino e del coccige. Ma serve un valutazione in diretta della cosa. Per intanto usi cuscino a ferro di cavallo suilla seduta delle seggiole che usa, eviti thè caffè piccanti insaccati e fumo.
esiste una forma di dolore prostaico riferibile a patologia del bacino e del coccige. Ma serve un valutazione in diretta della cosa. Per intanto usi cuscino a ferro di cavallo suilla seduta delle seggiole che usa, eviti thè caffè piccanti insaccati e fumo.
[#2]
Utente
Grazie mille dottor Cavallini per l'attenzione e l'immediata risposta.
Mi permetto di farle un'altra domanda: un intervento di resezione dell'ultimo o ultimi due segmenti del coccige (ipotizzatomi dal neurochirurgo come ultima spiaggia) teoricamente potrebbe essere risolutivo anche ai fini della prostatite?
grazie ancora
Mi permetto di farle un'altra domanda: un intervento di resezione dell'ultimo o ultimi due segmenti del coccige (ipotizzatomi dal neurochirurgo come ultima spiaggia) teoricamente potrebbe essere risolutivo anche ai fini della prostatite?
grazie ancora
[#4]
Egr. signore,
le allego questo link che può darLe utili informazioni
https://www.medicitalia.it/minforma/neurochirurgia/683-trattamento-chirurgico-della-coccigodinia.html
Come leggerà, l'indicazione al trattamento chirurgico va ben ponderata .
Infatti,prima di eventualmente procedere, è necessario escludere altre patologie (in particolare dell'intestino retto) che possano causare la coccigodinia.
Per quanto riguarda una possibile relazione tra coccigodinia e prostatite, c'è da dire che per svariati motivi, (oltre a patologie ano-rettali o un alterato svuotamento dell’alvo intestinale o il colon irritabile), per effetto del dolore stesso del coccige, la muscolatura del pavimento pelvico può contrarsi in modo esagerato procurando, a sua volta, una "sofferenza" della ghiandola prostatica e della vescica.
Questi spasmi muscolari creano delle zone di dolore particolarmente intenso che può essere confuso con il dolore proveniente dal coccige.
Da qui l'importanza della diagnosi differenziale.
Una volta escluse le altre cause e dopo il fallimento della terapia medica, non rimane che la scelta chirurgica.
Cordiali saluti
le allego questo link che può darLe utili informazioni
https://www.medicitalia.it/minforma/neurochirurgia/683-trattamento-chirurgico-della-coccigodinia.html
Come leggerà, l'indicazione al trattamento chirurgico va ben ponderata .
Infatti,prima di eventualmente procedere, è necessario escludere altre patologie (in particolare dell'intestino retto) che possano causare la coccigodinia.
Per quanto riguarda una possibile relazione tra coccigodinia e prostatite, c'è da dire che per svariati motivi, (oltre a patologie ano-rettali o un alterato svuotamento dell’alvo intestinale o il colon irritabile), per effetto del dolore stesso del coccige, la muscolatura del pavimento pelvico può contrarsi in modo esagerato procurando, a sua volta, una "sofferenza" della ghiandola prostatica e della vescica.
Questi spasmi muscolari creano delle zone di dolore particolarmente intenso che può essere confuso con il dolore proveniente dal coccige.
Da qui l'importanza della diagnosi differenziale.
Una volta escluse le altre cause e dopo il fallimento della terapia medica, non rimane che la scelta chirurgica.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 8.1k visite dal 10/01/2012.
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