Mielopatia cervicale su base spondilogenetica

Avendo letto l'articolo del dott.Claudio Bernucci, avendo fatto tutte le prove all'Ospedale San Martino di Genova, Clinica Universitaria, hanno sconsigliato l'operazione, sia per l'eta' (83 anni) sia per lo spazio di intervento che, a detta del neurochirurgo, è di circa 1 millimetro, con rischio di insuccesso ed esiti negativi. Dal suo articolo mi è sembrato che l'intervento non sia cosi' catastrofico e che dopo sole 48 ore dall'intervento si puo' tornare a casa.
Cosa ne pensa Dott.Bernucci? Attendo una sua risposta e la ringrazio anticipatamente.
Pasquale Vigliotti
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signor Vigliotti,
mi permetto di risponderLe io, visto che il dr. Bernucci ancora non ha risposto, anche se, per la scarsità di notizie, non potrò essere molto esauriente.

Le controindicazioni a un intervento per la patologia di cui sarebbe affetto (Lei o un Suo congiunto?) possono essere molte e riguardare poco o nulla la sede cervicale.
Infatti se il paziente è portatore di gravi cardiopatie, per es., va valutato il rischio anestesiologico rispetto ai benefici derivanti dall'intervento, ma altresì vanno valutati i sintomi, i deficit neurologici sostenuti dalla mielopatia che, se gravemente invalidanti, possono indicare la necessità di intervenire.

Inoltre non è ben comprensibile cosa abbia voluto dire il neurochirurgo cui si è rivolto affermando che <lo spazio di intervento è di 1 mm> e che questo comporterebbe < esiti negativi>.
Il rischio chirurgico ovviamente va sempre tenuto in conto, ma come dicevo, va valutato a fronte del rischio di grave peggioramento neurologico se l'intervento non viene effettuato.

Le odierne tecniche chirurgiche e anestesiologiche riducono al minimo i rischi di complicanze e la decisione di intervenire chirurgicamente va valutata tenendo conto del rapporto rischio/beneficio.
Per tale valutazione è necessario uno studio accurato del paziente e delle patologie eventualmente concomitanti, ricordando che l'età avanzata per se stessa non è una malattia.

Cordiali saluti