Emorragia celerebrale

Salve.
Mio padre, purtroppo, è stato colpito da un ictus emoorragico al cervello. La equipe medica dell'ospedale in cui è stato immediatamente trasportato ci ha detto che l'ematoma è localizzato in una zona troppo profonda dell'encefalo (nei pressi del tronco) non raggiungibile attraverso un intervento chirurgico. Per cui non ci sarebbe altro da fare se non aspettare che il sangue, dopo aver inondato tutto il cervello, si fermi. Ma a quel punto anche se non interverrà il decesso, i danni saranno irreversibili e totali.
Non per sfiducia dei medici curanti ma per avere una mia personale informazione in questo momento di estermo dolore vorrei fare alcune domande.

1) Ci sono attualmente tenciche chirurgiche che permettono (ancorchè con rischi) di raggiungere in questi casi anche le zone più remote del cervello anche se i macchinari o le professionalità necessarie sono in datoazione solo in alcuni centri (mio padre risiede in provincia di Milano)?
2) E' possibile fermare l'emorragia attraverso la tencica della embolizzazione ed entro quando bisogna intervenire?
3) Se non ci fosse nulla da fare con la chirurgia la rigenerazione delle cellule cerebrali attraverso le cellule staminali è un ipotesi attuale?
4) In casi di questa gravità vi è la sia pur minima speranza in caso di sopravvivenza di un recupero anche solo parziale della coscienza?

Grazie

[#1]
Dr. Francesco Zenga Neurochirurgo, Microchirurgo 188 7
Buongiorno. Considerate le informazioni che ha fornito, sembra dover condividere appieno le indicazioni che le sono state fornite dai colleghi dell'ospedale in cui è ricoverato suo padre. In particolare, poichè l'emorragia è localizzata molto in profiondità, un intervento chirurgico comporterebbe unicamente un aggravamento dei danni già provocati dall'emorragia stessa.
Per quanto riguarda altre tecniche utilizzabili, si dovrebbe sapere da che cosa è stato causato il sanguinamento.
L'ipotesi delle cellule staminali è, purtroppo, ancora molto lontana.
A disposizione per ulteriori chiarimenti, le porgo cordiali saluti.

Dr. Francesco Zenga
Medico Chirurgo - Specialista in Neurochirurgia
Città della Salute e della Scienza di Torino, sedi Molinette e CTO

[#2]
Neurochirurgo attivo dal 2003 al 2020
Neurochirurgo
Gentile Signora,
desidero intanto esprimere il mio sincero dispiacere per quanto occorso a suo padre. Premettendo che una completa valutazione del caso, anche dal punto di vista della prognosi, necessiterebbe della visione delle immagini TC oltrechè di avere notizie sulle condizioni neurologiche, cercherò di dare risposta alle sue domande. La prima risposta consegue a quanto appena detto: un'emorragia a localizzazione profonda (è un po' vaga la sua descrizione della sede) difficilmente è suscettibile di trattamento chirurgico presso qualunque Centro neurochirurgico, specie se vicina ad aree vitali del nostro cervello come appunto il tronco encefalico; tale condizione può, talvolta, comportare una progressiva ostruzione della circolazione del liquor cerebrospinale, un liquido che normalmente circola attorno e dentro il nostro cervello, causando l'aumento della pressione intracranica per dilatazione delle cavità dentro le quali esso è di norma presente. Ciò può beneficiare del posizionamento di un piccolo catetere dentro queste cavità che derivi all'esterno il liquido, riducendo così la pressione: questo tuttavia comporta rischi di tipo infettivo, più elevati in pazienti in gravi condizioni neurologiche.Ancor di più una tale opportunità va considerata qualora se ne riconosca la necessità e, comunque, valutando caso per caso il rapporto rischio-beneficio. Per ciò che riguarda le sue altre domande, posso dirle che l'emorragia è certamente "ferma"; in caso contrario il paziente sarebbe andato incontro rapidamente a morte. L'embolizzazione è una tecnica terapeutica applicabile specificatamente nei casi di aneurisma e/o angioma cerebrale e non serve a "fermare" un'emorragia quanto ad evitarne un'altra eliminandone l'origine: occorre pertanto avere escluso queste cause per poterne trattare l'opportunità. Le cellule staminali sono una promettente via terapeutica purtroppo solo futura: al momento infatti non è in alcun modo applicabile sul piano pratico. La sua quarta domanda necessita di avere principalmente dati sullo stato neurologico del suo papà, è così che infatti si può avere qualche indicazione anche sulla sua prognosi. Rimanendo a disposizione per quanto possa esserle utile, le porgo sinceri auguri

Dott. Fabio Barone
U.O. Neurochirurgia
A.O. Cannizzaro
Via Messina 829
95126 Catania
Tel. 095.7263435/30/06
Fax 095.7263428
[#3]
Dr. Antonio Colamaria Neurochirurgo 113
Gentile Signora,
premetto che per una migliore valutazione del caso, e quindi un giudizio di inoperabilità perchè l'emorragia è in sede profonda, andrebbero visionate le lastre; comunque la cosa principale da fare è capire se l'ematoma è spontaneo o secondario alla rottura di una malformazione. Questo accertamento è possibile con uno studio vascolare (Angio-TAC e/o Angiografia cerebrale). Nel caso in cui si evidenzia un aneurisma o MAV, si deve intervenire per via chirurgica (clipping) o endovascolare.
Spero di esserLe stato di aiuto e può contattarmi per ogni ulteriore informazione.

Distinti saluti

Dott. Antonio Colamaria
Neurochirurgo
Ospedale Consorziale Policlinico
Piazza Giulio Cesare, 11
70124 - BARI
Tel. 080/5592334 - 374
Fax. 080/5592001

Antonio Colamaria - Specialista in Neurochirurgia

[#4]
dopo
Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Da utente 9908: innanzitutto voglio ringraziare tutti i dottori che hanno speso parte del loro tempo per darmi qualche spiegazione e qualche parola di conforto.
Purtroppo a distanza di oramai un mese dall'evento la situazione di mio padre appare senza molte speranze.
Sono riuscita ad avere qualche spiegazione su quello che è successo: si è trattato della rotturra spontanea della arteria media con emorragia che ha invaso il tronco e poi i ventricoli. Attualmente l'ematoma si è ritirato ma sono rimasti danni alla parte corticale ed alla materia cerebrale. Tuttavia la situazione, nella sua gravità, la settimana scorsa sembrava volgere verso la fine (respiro sempre più lento ed elettroenecefalogramma tendente al piatto), mentre questa settimana - fermo restando il coma - sembra esservi una inaspettata tenuta accompagnata anzi da un leggero ed almeno temporaneo recupero di una qualche attività cerebrale (evidenziata dall'ultimo elettroencefalogramma).
In questa situazione vorei chiedere:
1) se vi sono trattamenti medicinali che possono aiutare la ricostituzione dei tessuti cerebrali (nicolin)?
2) Vi è possibilità di risveglio dal coma e con quali danni viste le zone che sono state colpite?
3) In definitiva vi è qualcosa che si può fare o bisogna soltanto attendere e sperare?

Moltre grazie.
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L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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