Idrocefalia normotesa. Idrocefalo già operato in endoscopia
Salve,
sono stato operato il 9 luglio scorso per idrocefalia normotesa. Si è trattato di un intervento in endoscopia al terzo ventricolo sinistro.
I primi sintomi della malattia risalgono a più di due anni fa: grossi problemi nel camminare, tanto che tenevo il bacino sbilanciato all'indietro e trascinavo i piedi senza sollevarli, difficoltà nel controllare l'urina dal momento dello stimolo, molta abulia e negli ultimi tempi momenti di confusione mentale.
La diagnosi esatta di idrocefalia è arrivata solo dopo una diagnosi errata di Parkinson per cui ho assunto medicine per oltre 3 mesi.
Vorrei sapere statisticamente dopo quanto tempo si hanno segni di recupero della capacità di camminare, sia dopo l'intervento endoscopico da me subito, sia dopo l'intervento di applicazione di uno shunt, che per ora non ho fatto.
Al momento cammino come prima dell'intervento, e come segni positivi posso dire di avere meno frequentemente dei blocchi mentre cammino, momenti in cui oltre a fermare il cammino agito involontariamente la gamba sospesa senza riuscire a proseguire per qualche secondo.
Ringrazio anticipatamente per una vostra gentile risposta.
sono stato operato il 9 luglio scorso per idrocefalia normotesa. Si è trattato di un intervento in endoscopia al terzo ventricolo sinistro.
I primi sintomi della malattia risalgono a più di due anni fa: grossi problemi nel camminare, tanto che tenevo il bacino sbilanciato all'indietro e trascinavo i piedi senza sollevarli, difficoltà nel controllare l'urina dal momento dello stimolo, molta abulia e negli ultimi tempi momenti di confusione mentale.
La diagnosi esatta di idrocefalia è arrivata solo dopo una diagnosi errata di Parkinson per cui ho assunto medicine per oltre 3 mesi.
Vorrei sapere statisticamente dopo quanto tempo si hanno segni di recupero della capacità di camminare, sia dopo l'intervento endoscopico da me subito, sia dopo l'intervento di applicazione di uno shunt, che per ora non ho fatto.
Al momento cammino come prima dell'intervento, e come segni positivi posso dire di avere meno frequentemente dei blocchi mentre cammino, momenti in cui oltre a fermare il cammino agito involontariamente la gamba sospesa senza riuscire a proseguire per qualche secondo.
Ringrazio anticipatamente per una vostra gentile risposta.
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Egregio Utente,
Nel suo resoconto anamnestico ha riferito la classica triade sintomatologica di Hakim che denota l’idrocefalo normoteso. Il trattamento di prima linea è lo shunt ventricolo-peritoneale, ma trova anche applicazione la terzoventricolocisternostomia. Se però dopo un ragionevole periodo di tempo (2-3 mesi) dall’intervento endoscopico non si rileva una significativa regressione della sindrome, l’approccio da programmare deve essere lo shunt. Le complicanze dello shunt V-P sono modeste.
Cordialmente
Nel suo resoconto anamnestico ha riferito la classica triade sintomatologica di Hakim che denota l’idrocefalo normoteso. Il trattamento di prima linea è lo shunt ventricolo-peritoneale, ma trova anche applicazione la terzoventricolocisternostomia. Se però dopo un ragionevole periodo di tempo (2-3 mesi) dall’intervento endoscopico non si rileva una significativa regressione della sindrome, l’approccio da programmare deve essere lo shunt. Le complicanze dello shunt V-P sono modeste.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.1k visite dal 25/08/2018.
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