Forti dolori lombosacrali post intervento di artrodesi l5-s1

Il 20 dicembre 2020 ho subìto un intervento neurochirurgico di artrodesi per asportazione di 3 ernie discali L3-L4 L4-L5 L5-S1 e dei relativi dischi intervertebrali con stabilizzazione colonna vertebrale mediante applicazione di protesi utilizzando cage in titanio e fusione intersomatica di osso autologo (oltre a decompressione stenosi lombare)
Dopo una rapida e netta ripresa nel mese di gennaio 2021 ho iniziato a febbraio 2021 un ciclo di fisio-tekar/terapia che ho dovuto interrompere dopo soli 10 giorni a causa di conseguenti forti dolori/bruciori lombo-sacrali che purtroppo persistono ed aumentano tuttora inesorabilmente e repentinamente: ora sono praticamente insopportabili.
Devo precisare che presso il centro di riabilitazione mi hanno fatto eseguire esercizi di flessioni, torsione, avvitamento, stiramento e schiacciamento a mio parere decisamente inappropriati e sconsiderati.
Inoltre suppongo che la tekarterapia non sia idonea su soggetti con protesi discali.
Purtroppo nessuna terapia antalgica (CONTRAMAL TARGIN BRUFEN TACHIPIRINA) produce effetti positivi: solo le punture di ossigeno-ozono terapia rilassano momentaneamente il fascio muscolare ma hanno una relativa e temporanea efficacia solo palliativa.
Chiedo cortesemente consiglio su come procedere e magari risolvere: ho difficoltà a sopportare posizioni statiche (troppo tempo seduto o sdraiato) e non dormo più la notte.

Da esami radiologici e risonanza magnetica le protesi e l'impianto risultano correttamente posizionati.

Grazie mille anticipatamente.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
E', purtroppo, un'evenienza che spesse volte ho visto in paz. che sono stati sottoposti ad artrodesi strumentata meccanicamente (nonostante che le protesi fossero ben messe).

Dovrebbe ritornare dal Neurochirurgo che La ha operato e sentire da Lui. Probabilmente, Le direbbe di dimagrire (se Lei è in sovrappeso) e di sottoporsi ad un trattamento antireattivo, anche con cortisonici in situ. Si tratterebbe di individuare la/le sola/e radice/i particolarmente sofferenti ed infiltrarle con farmaci antireattivi (penserei, preferenzialmente, al cortisone).
Se anche con questa metodologia non si riuscisse a risolvere il problema dolore, e questo fosse insopportabile, bisognerà valutare l'opportunità della rimozione di tutta la strumentazione, se non strettamente necessaria, finchè non si è determinata una stabile fusione vertebrale.
Dia pure ulteriori notizie.
Cordialmente.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
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Egregio Dott. Della Corte,
la ringrazio, intanto, vivamente per la tempestiva ed esaustiva risposta: chiara e dettagliata.
Le chiedo, cortesemente, ancora un'ulteriore chiarimento: la terapia cortisonica dovrebbe, quindi, essere effettuata agendo direttamente sulla radice nervosa infiammata, con iniezioni? Per individuare la radice in questione, quale esame diagnostico mi consiglia: eventualmente una TAC, con mezzo di contrasto?
Dall'ultima risonanza magnetica, senza mezzo di contrasto, non hanno evidenziato alcun problema.
Cordialmente, distinti saluti.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Sì, un'iniezione (infiltrazione spinale). Non credo che con indagini neuroradiologiche emergerà qualche cosa. Alla visita specialistica, in funzione della zona di irradiazione delle zone dei disturbi, si sceglierà la radice nervosa da infiltrare.
Faccia pure sapere.
Cordialità.