Ernia l5s1
Buongiorno, sono un uomo di 70 anni, a settembre 2020 ho subito una lombosciatalgia (colpo della strega).
Dopo alcuni giorni di riposo ed in seguito all’assunzione di dicloreum 150 mg per una settimana, il dolore alla schiena è passato totalmente.
Non ho dato più peso all’accaduto (ignoranza) continuando a muovermi normalmente anche facendo attività fisica con lunghe passeggiate.
Ad inizio 2021 (dopo tre mesi dall’episodio di lomboscialgia) ho iniziato ad avere i tipici sintomi della sciatalgia ed alla r.
m. lombo sacrale sono state evidenziate protrusioni L3-L4, L4-L5 ed un’ernia L5-S1 non espulsa che tocca la radice nervosa.
La stessa r.
m. ha evidenziato anche una mancanza di lordosi fisiologica.
Il fastidio al nervo sciatico aumentava giorno dopo giorno per cui ho iniziato le tipiche terapie cortisoniche ed antinfiammatorie.
A fine aprile 2021 non avendo ottenuto risultati accettabili con i medicinali ma solo un piccolo miglioramento con terapie antalgiche (tecar, magnetoterapia, laser) ho deciso di impegnarmi seriamente ad effettuare le terapie conservative, consigliate dal fisiatra già in precedenza, che però non potevo fare a causa del dolore.
Di seguito elenco quelle che sono state più efficaci fino ad oggi:
- maggio, giugno e luglio posturale Mézières interrotta ad agosto e ripresa a ottobre e novembre
- da metà giugno a metà ottobre deambulazione con acqua al petto e nuoto dorso 5 volte a settimana 30-40 min.
in ambiente termale (ho la fortuna di abitare vicino ad un centro termale con piscina natatoria) per poi continuare fino ad oggi con nuoto due volte a settimana (specialmente dorso)
- a luglio, a settembre e novembre 2021 infiltrazioni ossigeno-ozono con cortisone e acido ialuronico tac guidate in sedazione profonda.
Ora al test di Lasègue posso sollevare l’arto sx anche a più di 90 con piede a martello.
Sono molto migliorato, non ho dolore alla schiena quando cammino, non uso più lombostato, ma ancora, specialmente al mattino, ho sempre questo dolore al gluteo (come un pugnale conficcato), retro-coscia e polpaccio che poi si attenua camminando.
Durante la giornata non posso stare per molto tempo fermo in posizione eretta o seduto e comunque sempre con dolori ad intermittenza all’arto e formicolio al piede.
Per questi motivi, non reputando ancora accettabile la qualità della vita in questo stato, mi è stato suggerito di ricorrere all’intervento di discolisi laser L5-S1 con inserimento intradiscale Coflex ma ho i seguenti dubbi:
- è corretto ricorrere all’intervento pur avendo avuto lentissimi ma costanti miglioramenti in questi ultimi tre-quattro mesi?
- l’ernia può diminuire di volume disidratandosi naturalmente col tempo?
- la discolisi dell’ernia con inserimento di un distanziatore interspinale Coflex può portare ad effetti collaterali sgraditi e/o irreversibili?
Esistono statistiche al riguardo?
Ringraziando anticipatamente invio i più cordiali saluti
Dopo alcuni giorni di riposo ed in seguito all’assunzione di dicloreum 150 mg per una settimana, il dolore alla schiena è passato totalmente.
Non ho dato più peso all’accaduto (ignoranza) continuando a muovermi normalmente anche facendo attività fisica con lunghe passeggiate.
Ad inizio 2021 (dopo tre mesi dall’episodio di lomboscialgia) ho iniziato ad avere i tipici sintomi della sciatalgia ed alla r.
m. lombo sacrale sono state evidenziate protrusioni L3-L4, L4-L5 ed un’ernia L5-S1 non espulsa che tocca la radice nervosa.
La stessa r.
m. ha evidenziato anche una mancanza di lordosi fisiologica.
Il fastidio al nervo sciatico aumentava giorno dopo giorno per cui ho iniziato le tipiche terapie cortisoniche ed antinfiammatorie.
A fine aprile 2021 non avendo ottenuto risultati accettabili con i medicinali ma solo un piccolo miglioramento con terapie antalgiche (tecar, magnetoterapia, laser) ho deciso di impegnarmi seriamente ad effettuare le terapie conservative, consigliate dal fisiatra già in precedenza, che però non potevo fare a causa del dolore.
Di seguito elenco quelle che sono state più efficaci fino ad oggi:
- maggio, giugno e luglio posturale Mézières interrotta ad agosto e ripresa a ottobre e novembre
- da metà giugno a metà ottobre deambulazione con acqua al petto e nuoto dorso 5 volte a settimana 30-40 min.
in ambiente termale (ho la fortuna di abitare vicino ad un centro termale con piscina natatoria) per poi continuare fino ad oggi con nuoto due volte a settimana (specialmente dorso)
- a luglio, a settembre e novembre 2021 infiltrazioni ossigeno-ozono con cortisone e acido ialuronico tac guidate in sedazione profonda.
Ora al test di Lasègue posso sollevare l’arto sx anche a più di 90 con piede a martello.
Sono molto migliorato, non ho dolore alla schiena quando cammino, non uso più lombostato, ma ancora, specialmente al mattino, ho sempre questo dolore al gluteo (come un pugnale conficcato), retro-coscia e polpaccio che poi si attenua camminando.
Durante la giornata non posso stare per molto tempo fermo in posizione eretta o seduto e comunque sempre con dolori ad intermittenza all’arto e formicolio al piede.
Per questi motivi, non reputando ancora accettabile la qualità della vita in questo stato, mi è stato suggerito di ricorrere all’intervento di discolisi laser L5-S1 con inserimento intradiscale Coflex ma ho i seguenti dubbi:
- è corretto ricorrere all’intervento pur avendo avuto lentissimi ma costanti miglioramenti in questi ultimi tre-quattro mesi?
- l’ernia può diminuire di volume disidratandosi naturalmente col tempo?
- la discolisi dell’ernia con inserimento di un distanziatore interspinale Coflex può portare ad effetti collaterali sgraditi e/o irreversibili?
Esistono statistiche al riguardo?
Ringraziando anticipatamente invio i più cordiali saluti
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Buongiorno.
Circa il primo quesito,se sia o no corretto procedere all 'intervento, ciò dipende dall'insoddisfacente risultato delle terapie mediche e fisiche e va quindi discusso col chirurgo.
Circa il secondo quesito,se l'ernia possa spontaneamente diminuire di volume nel tempo, la risposta è affermativa.
Circa la terza domanda inerente gli effetti avversi degli interventi in questione, non sono di particolare incidenza rispetto alle altre procedure mini-invasive sulla colonna.
Circa il primo quesito,se sia o no corretto procedere all 'intervento, ciò dipende dall'insoddisfacente risultato delle terapie mediche e fisiche e va quindi discusso col chirurgo.
Circa il secondo quesito,se l'ernia possa spontaneamente diminuire di volume nel tempo, la risposta è affermativa.
Circa la terza domanda inerente gli effetti avversi degli interventi in questione, non sono di particolare incidenza rispetto alle altre procedure mini-invasive sulla colonna.
Dr. paolo scarano
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 23/01/2022.
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