Apatia da cannabis

Salve a tutti, racconterò in breve la mia storia. Io ho 19 anni, da circa un anno e mezzo a questa parte soffro di una fortissima condizione di apatia, la quale io ritengo essere causa diretta di sintomi quali mancanza di motivazione, stanchezza cronica e così via che hanno dato luogo ad una situazione di stallo psicologico dalla quale non riesco a uscire. Approfondite ricerche su internet mi hanno svelato che l'apatia, sul piano neurologico, viene provocata da alterazioni del sistema dopaminergico, e che sarebbe quindi la carenza del neurotrasmettitore dopamina il problema. Verso i 16/17 anni ho cominciato a fare uso di marijuana (in alcuni periodi più abuso che uso), e ho letto sul web che usi smodati di questa sostanza possono condurre a vere e proprie modifiche del nostro sistema cerebrale, in particolare in alcune zone delegate alle emozioni quali il nucleus accumbens, rendendone i recettori prima sempre più "desiderosi" della sostanza che li stimola, con l'instaurarsi di una dipendenza, poi sempre più inerti alla stimolazione stessa. Ora, ho sentito parlare di cambiamenti di forma, densità e cose simili conseguenti alla troppa stimolazione del nucleus accumbens con marijuana, cocaina, ecc.., se così fosse, la cosa mi suona un tantino "irreversibile"; ora la domanda è: è possibile con l'abuso di marijuana provocare danni permanenti, o quanto meno molto seri a questo nucleus accumbens, renderlo incapace di produrre dopamina e inibendo quindi quei meccanismi di ricompensa, piacere, stimoli sessuali e quant'altro la dopamina comporta? Invece, quale terapia (farmacologica ovviamente) potrei adottare qualora i danni non siano irreversibili? grazie in anticipo
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
La cannabis mi sembra che come scopo ludico, e non terapeutico, abbia quello di raggiungere un stato emotivo/affettivo di rilassamento, parziale deafferenzatazione dalle problematiche quotidiane e pertanto apatia.
E' teoricamente possibile che un uso prolungato a dosaggi elevati possa aver prodotto uno squilibrio funzionale neuromodulatori/neurorecettore.
Sarebbe indicato un studio di neuroimaging funzionale: fRM, SPECT e PET preceduta da una valutazione clinica neurologica di persona.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com