Tali farmaci agiscono solo in casi di parziale trombosi

ho avuto una trombosi retinica all'occhio dx perdendo totalmente la vista.sono stata sottoposta a laser terapia per evitare la possibile formazione di neo-vasi che potrebbero far degenerare la salute dell'occhio sfociando nel glaucoma.I proff. che ho consultato( centro di ecccellenza a Siena e a Milano) non mi hanno mai parlato della terapia di cui leggo sul vostro sito: farmaci antiangiogenetici.La mia domanda è : tali farmaci agiscono solo in casi di parziale trombosi ? e inoltre avendo come principio quello di favorire la formazione di vasi sanguigni mi chiedo : ma i neo vasi sono un evento positivo o dannoso ?
Grazie per quanto vorrete chiarirmi
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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
mia cara amica
ogni caso ha la sua terapia e la sua diagnosi
sarebbe interessante aver studiato la sua fluorangiografia ed il suo esame OCT.
Poi come sa ci sono OCCLUSIONI VENOSE RETINICHE ed OCCLUSIONI ARTERIOSE, per cui avere la diagnosi esatta è importante per la terapia.
Se i colleghi non Le hanno mai parlato della terapia con farmaci antiangiogenetici evidentemente il suo caso non rietra in quelli trattabili oppure hanno una diversa esperienza, non tutti gli oculisti si dedicano solo alla retina medica.
I neo vasi sono sempre un evento dannoso!!
le allego un mio appunto
presente tra i minforma su questo Sito
Le occlusioni venose retiniche
L'occlusione venosa retinica è una condizione patologica oculare riscontrata più frequentemente nei pazienti di età superiore ai 60 anni, IPERTESI con disturbi cardiocircolatori e DIABETE MELLITO. Tra i fattori predisponenti vanno ricordati altresì il fumo, alcune anomalie della coagulazione, la deficienza di proteine C e S e la presenza di anticorpi anti-fosfolipidi. Tra i fattori predisponenti oculari sono invece importanti l'aumento di pressione intraoculare (glaucoma), l'ipermetropia, alcune malattie infiammatorie che sono causa di vasculiti retiniche (sarcoidosi, sindrome di Behçet), e rare anomalie congenite a carico della vena centrale della retina. Tale patologia può colpire la vena centrale retinica globalmente o solo un ramo di essa (la cosiddetta occlusione di branca). Vi sono notevoli affinità tra l'una e l'altra condizione dal punto di vista clinico, ma il decorso e la prognosi hanno caratteristiche differenti.

L'occlusione venosa di branca
L’occlusione venosa di branca (OBVR) colpisce in eguale misura i due sessi ed ha maggiore incidenza tra i 60 e i 70 anni di età.L'esordio è quasi sempre improvviso e il paziente lamenta un annebbiamento della vista più o meno marcato che spesso si accompagna a perdita di parte del campo visivo. L'esame del fondo oculare evidenzia la presenza di emorragie intraretiniche, più o meno diffuse in relazione alla maggiore o minore gravità dell'occlusione. Alle emorragie si accompagna la dilatazione dei vasi sanguigni e l'edema nella parte di retina interessata dall’occlusione. In alcuni casi l'occlusione è solo parziale ed al momento della comparsa dei sintomi sono presenti solo poche emorragie retiniche che aumentano in relazione alla progressiva occlusione del vaso. In caso di blocco totale i capillari cessano di funzionare e si occludono, determinando un'ischemia da deficit di irrorazione.

Tre sono le complicanze di un'occlusione di branca capaci di determinare un deficit visivo:

* l'edema della parte retinica centrale, deputata alla visione distinta (edema maculare)
* l'assenza di irrorazione della regione maculare
* le emorragie dovute alla proliferazione di vasi sanguigni anomali, che si formano come esito dell'assenza di circolazione del distretto retinico coinvolto.

E’ comunque indispensabile effettuare una fluorangiografia retinica, che ci permette di identificare chiaramente le alterazioni retiniche presenti e ci guida in un eventuale trattamento con il laser. Ad esempio, in caso di edema il laser è da riservarsi ai pazienti in cui la visione sia inferiore a 3/10, ed è inutile in caso di ischemia maculare.La proliferazione di vasi sanguigni anomali avviene in circa il 30-50% degli occhi con aree di assenza di perfusione capillare dopo una OBVR. Tale fenomeno si manifesta in genere dopo sei - dodici mesi dall'occlusione, ma talora anche dopo qualche anno; è una complicanza assai temibile, perché conduce di frequente ad emorragie intraoculari, con grave danno visivo. In caso di vasoproliferazione è necessario ricorrere al trattamento laser, il cui scopo è quello di distruggere i capillari anomali neoformati.In ogni caso, anche se l'acuità visiva centrale è ridotta dall'edema maculare e dalle emorragie, dopo circa sei mesi dall'esordio di una OBVR in circa il 50% degli occhi colpiti si sviluppano dei circoli collaterali che talora consentono un visus discreto.A tutt'oggi non esiste un trattamento medico per la OBVR. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti (eparina, dicumarolo) non hanno mostrato sicura efficacia né nella prevenzione della OBVR, né utilità nella gestione delle sue complicanze e vanno pertanto prescritti solo nei casi in cui siano presenti patologie di base che traggano utilità da tale terapia.

L'occlusione della vena centrale della retina
Con tale termine si definisce l'occlusione della vena retinica nella sua porzione terminale, a livello del nervo ottico, ove raccoglie tutto il sangue proveniente dai capillari retinici .La maggioranza dei casi di OVCR possono essere classificati, in base all'aspetto clinico e alla prognosi, nelle forme seguenti:
- non ischemica
- ischemica
- dei giovani adulti

La forma non ischemica è di gran lunga la più comune e coinvolge circa il 75% dei casi.
Il paziente lamenta tipicamente una perdita più o meno grave dell'acuità visiva e l'esame del fondo oculare mostra la presenza di dilatazione e tortuosità di tutte le branche venose retiniche, di emorragie, di edema della testa del nervo ottico, associata o meno ad edema maculare. L'esame fluorangiografico conferma tali alterazioni, evidenziando la presenza di una buona perfusione capillare.
La prognosi è legata all’entità del danno iniziale, e si può avere un visus discreto. La causa del danno visivo è principalmente l'edema maculare, per il quale l'utilità del trattamento medico o laser è tuttora discussa.
La forma ischemica è meno comune ed è caratterizzata da una perdita alquanto grave dell'acuità visiva, ridotta nella maggior parte dei casi alla conta delle dita o poco più. L'esame del fondo oculare mostra, oltre alla tortuosità delle vene e alle emorragie diffuse, la presenza di marcata ischemia del nervo ottico e di emorragie localizzate specificamente a livello maculare. La fluoroangiografia è indispensabile per evidenziare le aree ischemiche, in cui è cioè assente la perfusione capillare. La prognosi è sfavorevole se non viene effettuato un trattamento laser, la cui finalità è quella di distruggere le aree ischemiche.
Se il trattamento non viene effettuato, circa il 50% dei pazienti svilupperà entro alcuni mesi dall'episodio originale un marcato aumento della pressione intraoculare, difficilmente controllabile con farmaci, con conseguente dolore oculare e addirittura rischio di perdita del bulbo oculare (glaucoma neovascolare).L'occlusione venosa del giovane adulto è una forma rara, caratterizzata da una diminuzione della capacità visiva, tipicamente più evidente nelle prime ore del mattino. Colpisce prevalentemente individui al di sotto dei 40 anni e costituisce probabilmente una forma diversa da quella che colpisce i soggetti più anziani.La causa è probabilmente da ricercarsi in un'anomalia congenita della vena centrale retinica, che favorisce alterazioni del flusso vascolare, o come conseguenza di un fatto infiammatorio.

LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO centralino tel 02 583951 / CUP 02 50030013

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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
CARA SIGNORA,
Le allego anche un altro appunto in corso di pubblicazione sempre su NEDICITALIA

L’occlusione arteriosa retinica è un evento drammatico che nella maggioranza dei casi porta alla perdita quasi totale della capacità visiva di un occhio. L’occlusione arteriosa crea una impossibilità di apporto di sangue alla retina dell’occhio colpito, con fenomeni ischemici e di grave danno della funzione visiva. L’occlusione arteriosa è un evento drammatico, c sia per le gravi alterazioni visive , sia perché è spesso o meglio sempre la manifestazione oculare di una patologia sistemica, (una sorta di Campanello d’allarme) è necessario allora effettuare indagini strumentali

1. Ecocolordoppler dei trochi sovra-aortici (TSA) e carotidei,
2. Ecocardiogramma
3. Monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore (M.A.P.)
4. una accurata valutazione dallo specialista CARDIOLOGO
5. una routine ematica con controllo dei parametri della coagulazione
6. una accurata valutazione dallo specialista EMATOLOGO
7. Cercare sempre la patologia sistemica responsabile dell’occlusione arteriosa retinica.
La terapia delle occlusioni arteriose retiniche deve essere avviata molto precocemente, meglio se entro poche ore, è comunque purtroppo raramente efficace. Il trattamento locale si attua per ottenere una variazione della pressione a livello della arteria centrale della retina e per cercare di mobilizzare l’ embolo presente. Si deve praticare subito
1. un massaggio del bulbo oculare per 2-5 minuti,
2. una paracentesi della camera anteriore,
3. iniezione retro-bulbare di farmaci vasodilatatori ed antispastici
4. posizionare il paziente in maniera da ottenere una importante diminuzione della pressione arteriosa
5. instaurare un trattamento sistemico con
• ACETAZOLAMIDE (DIAMOX)
• FARMACI ANTICOAGULANTI
• FARMACI FIBRINOLITICI
L’occlusione arteriosa può interessare il tronco arterioso principale (occlusione dell’arteria centrale della retina) oppure solo ramo (occlusione arteriosa di branca).

Occlusione dell'arteria centrale della retina
E’ la forma di occlusione arteriosa retinica più frequente. Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne ,l’età media è intorno ai 60 anni. Le cause più comuni sono rappresentate da microemboli o emboli che si posizionano nell’arteria centrale della retina conseguenti a placche occlusive, spasmi vascolari, aneurismi dissecanti o necrosi arteriolare da ipertensione.
L’occlusione dell’arteria centrale della retina (O.A.C.R.) si associa ed è più frequente in pazienti che soffrono già di altre patologie vascolari sistemiche quali ad esempio l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la stenosi carotidea e le valvulopatie cardiache. Il paziente lamenta un’improvvisa grave riduzione monolaterale dell’acuità visiva (AMAUROSI) senza alcun dolore, la pupilla appare dilatata (MIDRIASI MONOLATERALE), non riflette alla illuminazione diretta, ma è presente il riflesso consensuale quando si illumina l’altro occhio . L’esame del campo visivo computerizzato non si riesce solitamente ad eseguire. All’esame del FUNDUS OCULI la retina appare edematosa e di colorito pallido - biancastro sulla quale spicca una macchia rosso-ciliegia in corrispondenza della parte centrale della retina: la fovea (segno patognomonico). L’ Edema retinico è maggiore nei casi di occlusione completa dell’arteria centrale della retina.
La fluorangiografia è sempre utile nel mostrare ed evidenziare la diagnosi di Occlusione dell’arteria centrale retinica e soprattutto per stabilire il grado di occlusione presente che si caratterizza in un ritardo più o meno marcato di riempimento dei vasi arteriosi.
La prognosi per la funzione visiva è davvero scarsa e la vista è spesso se sono sempre ridotta a pochissimo : conta delle dita – motu manu (movimento della mano), percezione luce. Il Fondo Oculare si presenta nei giorni successivi all’occlusione in maniera diversa a seconda ed in rapporto alla ri - perfusione del circolo arterioso retinico. Si assiste in genere ad una progressiva diminuzione dell’EDEMA RETINICO e nelle settimane successive compare spesso un’ ATROFIA OTTICA a settore della testa del nervo ottico ed un restringimento dei vasi arteriosi.
Le complicanze a lungo termine quali le proliferazioni di capillari anomali retinici o papillari e l’insorgenza di glaucoma neovascolare sono possibili ma molto meno frequenti che in caso di occlusioni venose.
In circa il 10% dei pazienti, la presenza di un arteria suppletiva che è l’arteria cilioretinica assicura anche in presenza di Occlusione arteriosa della arteria centrale retinica un apporto di sangue sufficiente alla FOVEA ( la parte di macula retinica più importante per la visione). In questo ultimo caso l’acuità visiva si mantiene davvero relativamente buona e in alcuni pazienti più fortunati, oltre alla visione centrale (che consente di leggere e scrivere), può essere conservata anche la periferia del campo visivo.

Occlusione di branca dell'arteria centrale della retina
E’ un quadro ad insorgenza acuta con caratteristiche variabili in rapporto all’estensione ed alla localizzazione dell’area retinica nutrita dal vaso occluso. Le cause di un'occlusione arteriosa di branca sono le stesse dell’Occlusione dell’arteria centrale retinica . Il paziente avverte una limitazione solo parziale del campo visivo che è in genere a limiti netti . L’acuità visiva è variabile: risulta fortemente compromessa quando la branca arteriosa occlusa nutre la regione maculare, ben conservata se l’ ISCHEMIA RETINICA non interessa quest’area.
All’esame del FUNDUS OCULI si apprezza un EDEMA RETINICO a settore, localizzato nel territorio della branca occlusa. Se vi è interessamento dell’area maculare è possibile riscontrare il tipico aspetto "rosso ciliegia" della fovea. La fluorangiografia permette di evidenziare delimitare con l’area retinica ischemica ed il grado di occlusione presente. La prognosi di un'occlusione arteriosa di branca è solitamente migliore di quella dell’Occlusione dell’Arteria centrale retinica l’amputazione del campo visivo normalmente si stabilizza dopo una sua parziale regressione ed il recupero dell’acuità visiva dipenderà dall’interessamento o meno dell’area foveale. Nel caso di occlusione arteriosa retinica di branca il rischio d' insorgenza di glaucoma neovascolare è praticamente nullo.
a presto
SUO
Prof LUIGI MARINO

[#3]
dopo
Utente
Utente
Egregio professore
la ringrazio molto della sollecitudine nel rispondere nonchè dei chiarimenti.Mi scuso per essedre stata superficiale nella descrizione dlla patologia che giustamente fa la differenza.La diagnosi esatta è stata trombosi della vecentrale retinica con edema e risale a si mesi fa.Naturalmente è stata effettuata fluorangiografia e tutti gli esami del sangue compresi quelli genetici nonchè ecodoppler carotideo.Tutto negativo. Preciso anche che ho 51 anni e nessuna patologia era evidente , ne si è evidenziata dopo le indagini.Oltre al danno grave già subito , mi preoccupa non poco la prevenzione per il futuro.Con che frequenza e in che direzione dovrò effettuare controlli?Si possono ripetere tali eventi e con che frequenza?
Grazie ancora della disponibilità
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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
mia cara signora
a mio parere deve eseguire una consulenza matologica studiando bene i fattori della coagulazione
ed una valida consultazione cardiologica
con monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore...
infine sta andando in menopausa ??
fa terapia sostitutiva??
fa attività fisica??
a presto
suo DOC
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