Incisivi superiori dondolano

Buona sera.

Ho 63 anni, sono una donna. Ho i due incisivi superiori che dondolano da tempo e leggermente quelli adiacenti (questo particolare me lo ha fatto però notare il dentista). Le gengive superiori mi sanguinano. Faccio la pulizia dei denti con scrupolo (parodontex e altri prodotti) giornalmente, li risciacquo bene ma il problema rimane. Sono andata da uno studio dentistico sotto casa, ho fatto la panoramica e la prima visita. Risultato: l'osso si è assotigliato non si possono mettere le "viti" bisogna rimuovere i denti che si muovono (5 denti) e fare un ponte la cui durata sarà di 10-15 anni circa. Io non sono in grado di giudicare se la soluzione propostami è ok anche per il fatto che c'è una massiccia pubblicità sulle diverse radio e in internet che tratta la "parodontesi" (non so se è parodontasi il mio problema, penso di si) con il laser e il microscopio chirurgico. Non ho competenze specifiche, ho paura di prendere la decisione sbagliata. Perdere i denti non è un piacere però attualmente la parte superiore non la posso usare perchè mi fa male e non posso quindi usarla. Come posso sapere se il dentista (sono 4 dentisti in questo studio) mi ha proposto il meglio, se è un vero "professional"? Mio marito è perplesso (togliere 5 denti, due ballano gli altri molto meno) e più propenso per il laser ma, entrambi brancoliamo nel buio.
Personalmente il medico mi ha fatto buona impressione, lo studio pure ma non mi basta per avere la certezza che la soluzione propostami sia la migliore o la più idonea per il mio caso.

Grazie in anticipo per i suggerimenti del caso.

Chiara provincia di Milano.
[#1]
Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56 18
Gentile paziente,
non è la cura (laser o microscopio) ma la diagnosi il punto più importante.
Togliere i denti per fare un ponte è un errore, se la sua situazione è quella di una parodontopatia.
Meglio sentire un nuovo parere per capire se una bonifica è possibile ed avere maggiori certezze sul piano di cure.
Escludere gli impianti è una scelta che va attentamente ponderata poichè appaiono una delle soluzioni più efficienti e meno invasive nel medio periodo.
In sostanza richieda un nuovo parere ed un piano di cure alternative.
Cordiali saluti

Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it

[#2]
Dr. Paolo De Carli Dentista, Ortodontista 1.5k 46
La malattia parodontale (piorrea) è un'infezione dei tessuti di sostegno (gengiva, osso, legamento) dei denti che, se non diagnosticata tempestivamente e correttamente trattata, può portare alla loro perdita.

La diagnosi, dice bene il Dott. Ponzi, è il punto più importante e si effettua con un'accurata visita clinica, un sondaggio parodontale da eseguirsi su sei punti su ciascun dente e con delle Rx endorali.

La terapia dei problemi parodontali deve inizialmente prevedere sedute professionali in studio di ablazione del tartaro e di rimozione della placca batterica sottogengivale (curettage).

Queste sedute vanno ripetute, inizialmente, con una frequenza variabile (lo decide lo specialista), anche ogni due-tre mesi.

Con una successiva rivalutazione della situazione clinica, si dovrà decidere se mantenere sotto controllo la situazione con ulteriori sedute di igiene in studio oppure eseguire interventi di chirurgia ossea resettiva o rigenerativa parodontale o muco-gengivale (a seconda del quadro clinico).

Le ricordo che la letteratura internazionale riporta alte percentuali di successo con queste terapie, beninteso che vengano effettuate correttamente e da un operatore esperto.

Imprescindibile è la collaborazione del paziente nel mantenere un'igiene orale ottimale (per tutta la vita!) e l'abolizione di eventuali abitudini come il fumo, pena il possibile aggravamento della malattia.

Non pensi a nulla di fantascientifico, lei ha bisogno di una diagnosi e di una terapia come migliaia di altre persone nella sua situazione, le suggerisco l'ipotesi di effettuare un altro consulto da un dentista esperto che si occupa di Parodontologia.

Riguardo al laser, può essere utilizzato per ridurre l'infiammazione e l'infezione dei tessuti (risultato che può essere però eseguito anche con strumenti "tradizionali"). Il successo della terapia non dipende tanto dallo "strumento" ma piuttosto dalla testa "sapiens" di chi lo utilizza.

Per ultimo si ricordi che NON deve inserire gli impianti se prima non è stata trattata correttamente e tenuta sotto controllo la malattia parodontale, perchè la possibilità di una perimplantite (colpisce gli impianti similmente alla parodontite che interessa invece i denti naturali) sarebbe molto alta con il rischio di una perdita precoce degli impianti stessi.

Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com

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