Adenocarcinoma colon-retto

Salve,
mia madre (61 anni)il 3 febbraio è stata sottoposta ad intervento chirurgico di resezione retto-colica e confezionamento di ileostomia derivativa temporanea in seguito ad adenococarcinoma del colon-retto.
In precedenza è stata effettuata una stadiazione della neoplasia dalla quale non risultava nessun altro organo interessato da metastasi.

Dopo circa 50 gg dall'intervento abbiamo ricevuto il seguente esame istologico:

Adenocarcinoma intestinale moderatamente differenziato con estesa componente mucosa, infiltrante fino alla muscolare. visibili emboli neoplastici. T2NxMx.
Margini di resezione indenni da lesione.

Immediatamente ci è parso troppo sintetico e soprattutto il non avere identificato il numero dei linfonodi interessati ci ha lasciati un pò perplessi, cosi abbiamo provveduto a fare effettuare un altro esame istologico presso altra struttura ospedaliera, il cui esito è il seguente:

Adenocarcinoma Nas moderatamente differenziato G2 del grosso intestino:
- diametro massimo non valutabile
- infiltrante la parete del viscere a tutto spessore senza sicura estensione al grasso periviscerale (pT2)
- fronte di avanzamento neoplastico di tipo espansivo
- infiltrato infiammatorio peritumorale presente-scarso
- invasione vascolo-linfatica presente intraparietale
- invasione perinuerale non evidente
- budding tumorale presente
Margini di exeresi indenni.

Preciso che questo esame istologico è stato effettuato su vetrini già allestiti.
Il dottore mi ha detto che non è stato possibile individuare linfonodi perchè in questi vetrini non c'erano e che in virtù di questa situazione conviene interpellare un oncologo per opportuna terapia.

In attesa di visita oncologica vorrei porVi le seguenti domande:

1) prima di iniziare la terapia oncologica si può chiudere la ileostomia?
2) come valutate la situazione nella sua totalità? ci sono speranze di guarigione per mia madre? l'iter intrapreso è corretto?

considerato che son passati circa 80 gg dall'intervento abbiamo aspettato troppo tempo per rivolgerci ad un oncologo?

Voglio ringraziare tutti i dottori che interverranno, siamo in una situazione molto difficile visto il primo esito istologico che ci ha costretti a ripeterlo e quindi abbiam perso un pò di tempo.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
Sarebbe utile per affrontare l'argomento che lei ci trascrivesse, per esteso, il primo referto istologico.
Mi sembra strano, se non assurdo, che l'anatomo patologo abbia omesso, esaminando il pezzo, di isolare, contare ed studiare i linfonodi. Come non posso credere, che sia stata eseguita una resezione retto-colica interessante solo il viscere, senza quel tanto di ventaglio mesenterico sede dei linfonodi.
In attesa di sue notizie
Cordiali Saluti

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Caro Dottor D'Oriano,
purtroppo Le devo dire a malincuore che ho trascritto tutto il referto! e si tratta di queste poche parole:

"Adenocarcinoma intestinale moderatamente differenziato con estesa componente mucosa, infiltrante fino alla muscolare. visibili emboli neoplastici. T2NxMx.
Margini di resezione indenni da lesione"

Per questo motivo ho deciso di rivolgermi ad altra struttura ospedaliera ed ho avuto il secondo esito, un pò più corposo del primo ma ugualmente senza indicare i linfonodi.

Il dottore che ha eseguito l'intervento mi ha confermato più volte che lui ha tolto tutti i linfonodi presenti nel mesoretto.

Se potesse servire posso anche scrivere la tipologia di intervento che è stato fatto in base a ciò che è scritto nella cartella clinica.

Aiutatemi a venirne fuori. Per favore

GRAZIE GRAZIE
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
Da protocollo in uno stadio I(PT2NOMO) o in uno stadio II,in un paziente che non presentava occlusione intestinale o perforazione, Adenoca G3, invasione linfatico o vascolare,non è prevista terapia adiuvante(chemioterapia o altro).
Per essere più chiari, l'uso della chemioterapia adiuvante sistemica non è indicato nello stadio I. L’indicazione alla chemioterapia adiuvante nel carcinoma del colon, anche, nello stadio II è tuttora oggetto di valutazione e riservata a casi particolari.
Nell'impossibilità di sapere se effettivamente esitono o non metastasi linfonodali, considerare sua madre come NI e collocarla in uno stadioIII è una decisione difficile, Solo nello stadioIII siste una precisa indicazione ad una terapia adiuvante.
Decisione che non può essere presa a distanza e tramite questo mezzo, senza altre valutazioni cliniche, strumentali, ed ematochimiche.
In merito all'ileostomia, queste vengono chiuse dopo aver completato, quando necessario, i sei mesi di ciclo chemioterapico. Nel caso di sua madre, a questo punto, sarebbe preferibile chiuderla al più presto e prima di prendere qualunque altra decisione.


[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Caro Dottore,
innanzitutto voglio ringraziarLa ancora una volta per il Suo intervento. Mi sta aiutando tantissimo.

Il dottore che ci sta seguendo attualmente ha detto di fare un clisma opaco per poter verificare la possibilità di intervenire chirurgicamente e chiudere la ileostomia, però per questo esame abbiamo la prenotazione per l'8 maggio e
non vorrei far trascorrere tempo prezioso per un eventualmente chemioterapia ed avere brutte sorprese nel momento in cui ci sarà il successivo follow-up.

Cmq a breve dovremmo avere un consulto con un oncologo, spero che lui ci sappia chiarire le idee e soprattutto ci sappia indicare la strada giusta da seguire.

Nel frattempo le volevo chiedere se ci sono ulteriori esami (e quali) che si possono fare per determinare lo stadio della malattia.

Tenendo in considerazione che mia madre è stata operata il 3 febbraio siamo in ritardo con la chemioterapia? ci potrebbero essere complicazioni rispetto alla situazione iniziale?

GRAZIE GRAZIE
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
Sarebbe preferibile, visto che a breve e come le consiglio ci sarà un consulto con un oncologo, che sia questo a decidere quali esami ritiene opportuno eseguire.
Sicuramente una PET-TAC potrebbe essere utile per evidenziare o escludere la presenza di eventuali adenopatie metastatiche.
La chemioterapia nei tumori del colonretto, negli stadi dove è indicata, viene iniziata dopo circa un mese dall'intervento chirurgico.
Nel caso di sua madre, come le ho scritto precedentemente,
l'indicazione è dubbia per l'impossibilità di una precisa stadiazione postchirurgica.
Auguriamoci che gli esami possano escludere la presenza di metastasi, in tal caso, confermato il PT2NOMO,non sarà necessaria nessuna terapia adiuvante.

La saluto e resto in attesa di sue notizie
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Caro Dottore,
grazie al Suo intervento adesso ho le idee un pò più chiare rispetto a prima.
La prossima settimana dovremmo avere la visita oncologica, spero venga effettuato uno screening completo su mia madre in modo da avere risposte circa eventuali adenopatie metastatiche.

Mi sembra di aver capito, dal Suo intervento, che qualora queste non fossero presenti, non ci sia bisogna di terapie adiuvanti. Mi conferma di aver capito bene?

Scusi le troppe domande ma penso potrà capire bene il mio stato d'animo attuale dopo aver ricevuto un esame istologico insufficiente.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE e buona domenica

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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Si, ha capito bene. Se con gli esami, strumentali ed ematochimici, non si evidenziano segni diretti o indiretti di eventuali metastasi, a tre mesi di distanza dall'intervento non ha senso una terapia adiuvante in un PT2NXM0
Chiaramente questo potrà essere confermato solo dal curante e dopo una visita diretta ed una attenta valutazione di tutti gli esami.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Salve Dottore,
ho parlato con l'oncologo e mi ha detto che se non sappiamo il numero dei linfonodi interessati non è possibile decidere se iniziare o meno una terapia adiuvante.

Alla mia domanda se è possibile sapere, tramite altri esami strumentali ed ematochimici, se ci sono linfonodi interessati o adenopatie mi ha risposto negativamente.

Cosa mi consiglia di fare?

GRAZIE
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
La decisione del collega Oncologo è condivisibile.
Come le avevo scritto, senza sapere, se almeno un linfonodo è sede di metastasi, non è corretto iniziare la terapia adiuvante in un PN2NXMX.
Gli esami strumentali ed ematochimici sarebbero serviti, indirettamente, a ipotizzare la presenza di eventuali metastasi linfonodali, che avrebbero potuto richiedere, per una conferma istologica, anche un intervento in laparoscopia per un prelievo. In questo caso, la terapia non si sarebbe chiamata adiuvante, ma chemioterapia ,necessaria, per metastasi.
[#10]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Salve Dottore,
l'oncologo a cui mi sono rivolto mi ha detto le stesse cose presenti nella Sua risposta.

Sto provvedendo a verificare se è disponibile il pezzo di colon asportato per provvedere ad altro esame istologico.

Nell'attesa mi può consigliare quali esami si possono fare?
io pensavo ad una pet-tac ed eventualmente i markers tumorali.

GRAZIE dell'ennesimo intervento
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
Nell'attesa è consigliabile eseguire tutti gli esami ematochimici e strumentali indicati nei follow-up a tre mesi dall'intervento, + Pet-Tac addomino-pelvica.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Salve Dottore,
domani finalmente dovrebbero dirmi se la parte di colon asportata è ancora disponibile.
Nel frattempo oggi mia madre ha eseguito delle analisi del sangue con i markers tumorali inclusi ed rx torace.

Spero di poter postare il referto dei raggi a breve per poter avere un Suo parere.

Grazie dell'attenzione che mi sta dedicando!!
[#13]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Salve,
il tratto di colon asportato era disponibile e quindi ho provveduto a fare effettuare un nuovo esame istologico che ha dato le seguenti informazioni:

MACRO-MICRO
Pezzo operatorio comprendente segmento di grosso intestino della lunghezza di cm 20 e tessuto adiposo periviscerale.
All'apertura del viscere, a cm 3 da uno dei margini di resezione è presente neoformazione rilevata coinvolgente il 50% della circonferenza del viscere, che si estende per un tratto di cm 3.7.
In sezione la neoplasia infiltra la parete del viscere a tutto spessore. La restante mucosa non presenta alterazioni macroscopiche di rilievo.
Dal tessuto adiposo periviscerale si isolano 8 linfonodi.
Numero inclusioni: 8

DIAGNOSI
Adenocarcinoma Nas moderatamente differenziato G2 del grosso intestino:
- diametro massimo cm 3.7
- infiltrante la parete del viscere a tutto spessore senza sicura estensione al grasso periviscerale (pT2)
- fronte di avanzamento neoplastico di tipo espansivo
- infiltrato infiammatorio peritumorale presente-scarso
- invasione vascolo-linfatica presente intraparietale
- invasione perinuerale non evidente
- budding tumorale presente
Margini di exeresi indenni

Metastasi in uno su otto linfonodi periviscerali (1/8)

Questo è il nuovo esame istologico.

Cosa potete dirmi?
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Gentile Utente
Quello che mi racconta sembra inverosimile. Solo ora sappiamo che esistevano dei linfonodi da analizzare e solo ora sappiamo che sua madre non è più in uno stadio T2NOMX, ma T2N1MX stadio dove ad un mese dall'intervento è indicato un trattamento chemioterapico adiuvante.
La presenza di metastasi, anche in un solo linfonodo su otto, modifica notevolmente il programma terapeutico.Il collega oncologo, alla luce di questo nuovo dato, programmerà una terapia adiuvante.
Cordiali Saluti
[#15]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Grazie Dottore dei suoi numerosi e precisi interventi.
Ho già provveduto a prenotare una visita oncologica, Le farò sapere cosa mi dirà l'oncologo se può farLe piacere.

Nell'attesa della visita Le posso chiedere quali possono essere i problemi derivanti dall'inizio in ritardo della terapia adiuvante?

Quante possibilità ci sono, in base alla sua esperienza, che mia madre si riprenda?

So che sono domande a cui è difficile dare una risposta ma per me sarebbe molto importante avere qualche notizia.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE

Ps. purtroppo il primo ospedale che ha fatto l'esame istologico ci ha rovinati e ci ha costretti ad accumulare questo ritardo. Spero solo non pregiudichi la guarigione di mia madre.
[#16]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Salve a tutti,
riprendo questa conversazione a distanza di tre anni perché mia madre, in seguito ad controllo previsto dal follow-up, è stata costretta ad un ricovero per approfondire alcune problematiche individuate con la tac e con dei raggi.

Chiarisco che ha effettuato nel 2010, dopo aver individuato un linfonodo con metastasi, due sessioni di chemioterapia intervallate da un periodo di radioterapia. Dopodichè sono iniziati i controlli semestrali. E' andato tutto bene fino agli ultimi esami. Mi spiego meglio.

In seguito alle analisi del sangue, un marcatore tumorale era leggermente fuori dal range di riferimento, per cui su consiglio del medico, nonostante non fosse previsto dallo schema dei controlli, abbiamo effettuato una tac dal seguente esito:

Si segnala ernia gastrica trans-iatale con caratteristiche da scivolamento.
FEgato, pancreas, milza, reni e surreni nei limiti morfo-volumetrici e densitometrici valutati in condizioni basali.
Laparocele anteriore DX.
Adenoaptie subcentrometriche aorto-cavali.
Vescica poso espansa contenente livello idroaereo.
Si segnala contenuto aereo nei fornici vaginali.

L'oncologo dopo aver visto il referto ha subito fatto fare un rx diretto all'addome, che ha riportato il seguente esito:

Distensione gassosa di alcune anse digiunali e coliche, non significativi livelli idroaerei in ortostasi.
Sospetta piccola falda aerea in sede sottodiaframmatica sinistra.
Piccola falda aerea in sede pelvica probabilmente non inserita nei visceri cavi.

Cosicché, l'oncologo ha suggerito un ricovero per fare una gastroscopia e una tac, al fine di capire "da dove deriva quest'aria". Lui presume ci sia stata una perforazione di qualche organo, ma resta meravigliato dal fatto che mia madre non avverte nessun particolare fastidio (dolore al tatto, febbre alta...).

Dagli esami del sangue di evidenza l'aumento dei leucociti neutrofili, segno di una infezione mi sembra di aver capito dalla spiegazione del chirurgo.

Vorrei sapere se l'iter previsto dai dottori è corretto o quantomeno condivisibile ed eventualmente cosa pensate a tal proposito.

Grazie a tutti coloro che risponderanno.
Il percorso di mia madre è stato molto impervio (basta leggere i post sopra), per cui ogni consiglio è sempre ben accetto.

GRAZIE
[#17]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
La presenza di aria libera in addome è un segno di una perforazione intestinale.
La presenza di area libera, anche, in sede pelvica(probabilmente retroperitoneale) farebbe pensare ad una perforazione bassa piu che gastrica.
La condizioni di stabilità sono un segnale positivo che farebbe pensare ad una perforazione che si è spontaneamente" coperta"
La paziente è ricoverata e l'iter è condivisibile.
Mi tenga informato.
[#18]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
La ringrazio molto per la celere risposta.
Appena ho maggiori informazioni provvederò ad informarLa.

grazie di tutto
[#19]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
Salve,
mia madre è stata dimessa dall'ospedale dove era stata ricoverata perchè in seguito a dei raggi, precisamente rx diretta addome, non è stata riscontrata nessuna problematica.

Riporto il referto nella sua totalità:
non distensione patologica di anse intestinali. non livelli idroaerei nè aria libera in addome. ingombro fecale del colon dx. esiti chirurgici in FID.

Il dottore ha detto di stare tranquilli che non ha nulla. Fra un mese dovrà ripetere degli esami del sangue e nulla più. Io non riesco a capire come a distanza di qualche giorno i raggi fatti nella stessa struttura abbiano dato esito differente. Inoltre in precedenza si era optato per fare la tac e la gastroscopia, mentre in seguito agli rx si è optato per non far nulla.

Cosa mi consigliate di fare?

GRAZIE a tutti coloro che risponderanno
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Bene, tutto è rientrato.
A distanza e senza poter visionare i precedenti esami, che ci hanno allarmato, non è possibile dire nulla, questi potrebbero essere stati anche mal interpretati.
A questo punto dopo il controllo radiologico, non è necessario fare altro; eventuali manovre diagnostiche, colo/gastro, che richiedono insufflazione di aria nel viscere, se realmente c'era il sospetto una perforazione che si è coperta spontaneamente, potrebbero riacutizzare il problema.
[#21]
dopo
Attivo dal 2010 al 2016
Ex utente
GRAZIE tante Dott. D'oriano.
E' stato sempre molto disponibile nel chiarire i miei dubbi.

La terrò aggiornato, se Le fa piacere, dell'evoluzione della situazione di mia madre.
Non ho problemi a dire che, se abbiamo proceduto in maniera corretta nel post intervento, è anche grazie a Lei e a questo forum.

GRAZIE
[#22]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Di nulla.
Certo che mi fa piacere.
A risentirci.