Chemio, piastrine e globuli bianchi
Salve mia madre è stata operata di carcinoma duttale, gli è stato prima asportato un nodulo e poi gli è stata fatta la quadrantectomia con lo svuotamento ascellare e di questi noduli uno su 17 è uscito negativo. Un oncologo della zona gli ha consigliato la chemioterapia però ora dopo il primo ciclo ha avuto un abbassamento notevole dei globuli bianchi e delle piastrine, da premettere lei prima di incominciare la terapia già aveva i globuli bianchi non altissimi. Ora dopo 5 iniezioni di "granocyte" e l'assunzione di "deltacortene" ancora non sono saliti i valori o meglio è sono saliti i globuli bianchi a 4500 mentre le piastrine sono a 87 RL. Ora dove deve fare il secondo ciclo hanno detto che non possono procedere con la seconda seduta se non salgono entrambi. Io volevo sapere come funziona di solito?Da cosa dipende tutto ciò?Casomai salgono si può fare la chemio e soprattutto dovrà riepetere sicuramente tutte queste iniezioni e dunque tutta questa sofferenza?grazie
[#1]
Gentile utente,
purtroppo funziona esattamente come Le ha spiegato il Suo oncologo,
che ha tutte le ragioni per agire con cautela.
Si tratta tra l'altro di una evenienza frequente, ma per fortuna risolvibile.
Auguri con cordialità.
Salvo Catania
www.senosalvo.com
purtroppo funziona esattamente come Le ha spiegato il Suo oncologo,
che ha tutte le ragioni per agire con cautela.
Si tratta tra l'altro di una evenienza frequente, ma per fortuna risolvibile.
Auguri con cordialità.
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
Innanzitutto La ringrazio per la celere risposta...e mi scuso se ne approfitto della Sua gentilezza ma volevo rivolgerLe altre domande:
1)In che modo è risolvibile?
2)Da cosa può dipendere, visto che con 5 iniezioni non si sono ristabiliti i valori?
3)Ma al prossimo ciclo di sicuro accadrà lo stesso o è possibile che non si verifichi tutto ciò?
Le ho fatto queste domande perchè l'oncologo che la sta seguendo presso il centro di chemio dice che probabilmente verrà sospesa e dovrà farne un'altro tipo a compresse per 5 anni. Ancora grazie...
1)In che modo è risolvibile?
2)Da cosa può dipendere, visto che con 5 iniezioni non si sono ristabiliti i valori?
3)Ma al prossimo ciclo di sicuro accadrà lo stesso o è possibile che non si verifichi tutto ciò?
Le ho fatto queste domande perchè l'oncologo che la sta seguendo presso il centro di chemio dice che probabilmente verrà sospesa e dovrà farne un'altro tipo a compresse per 5 anni. Ancora grazie...
[#3]
I principali organi che possono risentire della chemioterapia sono quelli in cui le cellule normali si dividono e crescono rapidamente, vale a dire capelli,bocca, apparato digerente, cute, e midollo osseo, il materiale spugnoso che riempie le ossa e e da cui originano tre tipi di cellule prodotte dal midollo osseo:
-i globuli bianchi che sono fondamentali per combattere le infezioni
-i globuli rossi che contengono l'emoglobina che favorisce il trasporto dell'ossigeno in tutto l'organismo
-le piastrine che favoriscono la coagulazione del sangue e prevengono le emorragie.
Gli effetti collaterali non sono uguali per tutti i pazienti e non è detto che si ripresenteranno nel corso del ciclo successivo.
-i globuli bianchi che sono fondamentali per combattere le infezioni
-i globuli rossi che contengono l'emoglobina che favorisce il trasporto dell'ossigeno in tutto l'organismo
-le piastrine che favoriscono la coagulazione del sangue e prevengono le emorragie.
Gli effetti collaterali non sono uguali per tutti i pazienti e non è detto che si ripresenteranno nel corso del ciclo successivo.
[#5]
Utente
Salve dottore Le chiedo di nuovo aiuto...questo è il punto della situazione:
il secondo ciclo di chemio era previsto per il 3 agosto ma siccome i valori non erano buoni è stato posticipato di 5 giorni e le dosi sono state ridotte del 20%. Dopo qualche giorno ha rifatto l'emocromo e di nuovo globuli bianchi e piastrine avevano valori bassissimi...il dottore della chemio gli ha rifatto fare le 5 inieizioni più il deltacortene oggi avrebbe dovuto fare il terzo ciclo ma niente i valori non sono saliti...siccome vedo che quì non hanno molta esperienza a riguardo visto che hanno detto che non sanno come comportarsi ed è il primo caso Lei cosa mi consiglia?grazie
il secondo ciclo di chemio era previsto per il 3 agosto ma siccome i valori non erano buoni è stato posticipato di 5 giorni e le dosi sono state ridotte del 20%. Dopo qualche giorno ha rifatto l'emocromo e di nuovo globuli bianchi e piastrine avevano valori bassissimi...il dottore della chemio gli ha rifatto fare le 5 inieizioni più il deltacortene oggi avrebbe dovuto fare il terzo ciclo ma niente i valori non sono saliti...siccome vedo che quì non hanno molta esperienza a riguardo visto che hanno detto che non sanno come comportarsi ed è il primo caso Lei cosa mi consiglia?grazie
[#8]
Continuo a stupirmi, pur comprendendone le vere ragioni, che Lei cerchi, alle domande che più frequentemente si pongono in corso di chemioterapia, una risposta su internet piuttosto che confrontarsi con l'oncologo curante.
La chemioterapia antitumorale, ossia l’uso di farmaci indirizzati alla distruzione delle cellule neoplastiche, è considerata un cardine della terapia dei tumori. Tale terapia è tuttavia gravata da effetti collaterali che, oltre a ridurre la qualità di vita dei pazienti, costringono spesso i medici a distanziare ulteriormente le somministrazioni dei farmaci, a ridurne il dosaggio o a sospendere addirittura la terapia. E questo, tra l’altro, è vissuto spesso dai pazienti come una possibile riduzione di efficacia della cura.
L’approccio terapeutico attualmente utilizzato per fronteggiare tali tossicità è essenzialmente indirizzato a contrastarne i sintomi: antiemetici per la nausea e vomito, accorgimenti alimentari e sciacqui della cavità orale con bicarbonato di sodio per la stomatite, antimicotici per la Candida, antidiarroici in caso di dissenteria, fattori di crescita emopoietici e trasfusioni per la mielodepressione e così via.
Inoltre, da parte dei pazienti, è comunque associata al cancro e/o alle sue terapie, una sindrome - delle cui complesse cause ancora si discute e spesso sottovalutata dagli stessi medici - indicata come “fatigue”, caratterizzata da un malessere e da una perdita di energia tali da essere ritenuti il principale ostacolo verso le normali attività quotidiane e una accettabile qualità della vita.
Tale sindrome, ben documentata nella letteratura scientifica, affligge dal 60% al 96% dei pazienti oncologici e in particolare coloro che sono sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia. I sintomi di “fatigue”, inoltre, tendono ad aumentare progressivamente durante le terapie oncologiche raggiungendo un massimo dopo alcune settimane e perdurano, a volte lungo, dopo la fine delle terapie. Il trattamento di questa complessa sindrome è tuttora problematico e consiste sostanzialmente in farmaci psicostimolanti, antidepressivi, cortisonici, eritropoietina.
Tali terapie di supporto, COMPRESA L'ALIMENTAZIONE, nel loro complesso, sono sicuramente efficaci dal punto di vista strettamente farmacologico, ma non sempre lo sono dal punto di vista clinico a causa della variabilità di risposta dei singoli pazienti, della loro storia clinica precedente, della complessità delle diverse situazioni oncologiche e di tutto quanto ancora sfugge alle nostre conoscenze.
In altre parole LE TERAPIE DI SUPPORTO alla chemioterapia devono sempre essere personalizzate con un confronto costante e diretto,impensabile ad essere realizzato tramite un semplice contatto via Internet.
Cordiali saluti
Salvo Catania
La chemioterapia antitumorale, ossia l’uso di farmaci indirizzati alla distruzione delle cellule neoplastiche, è considerata un cardine della terapia dei tumori. Tale terapia è tuttavia gravata da effetti collaterali che, oltre a ridurre la qualità di vita dei pazienti, costringono spesso i medici a distanziare ulteriormente le somministrazioni dei farmaci, a ridurne il dosaggio o a sospendere addirittura la terapia. E questo, tra l’altro, è vissuto spesso dai pazienti come una possibile riduzione di efficacia della cura.
L’approccio terapeutico attualmente utilizzato per fronteggiare tali tossicità è essenzialmente indirizzato a contrastarne i sintomi: antiemetici per la nausea e vomito, accorgimenti alimentari e sciacqui della cavità orale con bicarbonato di sodio per la stomatite, antimicotici per la Candida, antidiarroici in caso di dissenteria, fattori di crescita emopoietici e trasfusioni per la mielodepressione e così via.
Inoltre, da parte dei pazienti, è comunque associata al cancro e/o alle sue terapie, una sindrome - delle cui complesse cause ancora si discute e spesso sottovalutata dagli stessi medici - indicata come “fatigue”, caratterizzata da un malessere e da una perdita di energia tali da essere ritenuti il principale ostacolo verso le normali attività quotidiane e una accettabile qualità della vita.
Tale sindrome, ben documentata nella letteratura scientifica, affligge dal 60% al 96% dei pazienti oncologici e in particolare coloro che sono sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia. I sintomi di “fatigue”, inoltre, tendono ad aumentare progressivamente durante le terapie oncologiche raggiungendo un massimo dopo alcune settimane e perdurano, a volte lungo, dopo la fine delle terapie. Il trattamento di questa complessa sindrome è tuttora problematico e consiste sostanzialmente in farmaci psicostimolanti, antidepressivi, cortisonici, eritropoietina.
Tali terapie di supporto, COMPRESA L'ALIMENTAZIONE, nel loro complesso, sono sicuramente efficaci dal punto di vista strettamente farmacologico, ma non sempre lo sono dal punto di vista clinico a causa della variabilità di risposta dei singoli pazienti, della loro storia clinica precedente, della complessità delle diverse situazioni oncologiche e di tutto quanto ancora sfugge alle nostre conoscenze.
In altre parole LE TERAPIE DI SUPPORTO alla chemioterapia devono sempre essere personalizzate con un confronto costante e diretto,impensabile ad essere realizzato tramite un semplice contatto via Internet.
Cordiali saluti
Salvo Catania
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Per saperne di più sulla alimentazione in corso di chemioterapia
può consultare www.istitutotumori.mi.it/INT/cascinarosa/doc/aderire_studia.pdf
dove potrà avere dettagli sullo StuDiA , uno studio di Dieta Adiuvante in corso di chemioterapia-Responsabile il dr. Franco Berrino che io conosco bene da molti anni è che rappresenta una garanzia "di qualità" che sottoscrivo volentieri.
L’Unità di Epidemiologia Eziologica e Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano organizza,inoltre, corsi di cucina teorico-pratici per pazienti in chemioterapia presso la struttura di Cascina Rosa.
I corsi prevedono una quota in euro a carico del paziente per sostenere le spese del pasto che verrà preparato e consumato insieme a loro durante il corso.
Suppongo che ai corsi possano partecipare anche i famigliari.
Questa informazione va verificata.
Per informazioni su StuDiA e sui corsi di cucina rivolgersi alla Dr.ssa Anna Villarini allo 0223903552 o scrivere a anna.villarini@isitutotumori.mi.it.
può consultare www.istitutotumori.mi.it/INT/cascinarosa/doc/aderire_studia.pdf
dove potrà avere dettagli sullo StuDiA , uno studio di Dieta Adiuvante in corso di chemioterapia-Responsabile il dr. Franco Berrino che io conosco bene da molti anni è che rappresenta una garanzia "di qualità" che sottoscrivo volentieri.
L’Unità di Epidemiologia Eziologica e Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano organizza,inoltre, corsi di cucina teorico-pratici per pazienti in chemioterapia presso la struttura di Cascina Rosa.
I corsi prevedono una quota in euro a carico del paziente per sostenere le spese del pasto che verrà preparato e consumato insieme a loro durante il corso.
Suppongo che ai corsi possano partecipare anche i famigliari.
Questa informazione va verificata.
Per informazioni su StuDiA e sui corsi di cucina rivolgersi alla Dr.ssa Anna Villarini allo 0223903552 o scrivere a anna.villarini@isitutotumori.mi.it.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 205.1k visite dal 02/08/2007.
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