Sarcoma di ewing
La patologia si è sviluppata inizialmente alla tibia e a seguito di ciò egli è stato sottoposto ad intervento chirurgico dopo quattro cicli di chemio all'ospedale Rizzoli di Bologna.
Successivamente ha sviluppato una prima recidiva all'anca e al polmone (non ricordo se entrambi o solo destra o solo sinistra) piuttosto importanti curate con svariati cicli di chemio e radioterapie. So con certezza che l'unico farmaco efficace nel contrastare l'evoluzione della malattia è l'isofosfamide : non gli possono essere somministrati altri antiblastici perchè alla nascita il ragazzo ha sofferto di ipertensione portale con conseguenti varici esofagee e splenomegalia. Sia la chemio che la radio hanno dato risultati positivi, infatti le lesioni controllate tramite tac e pet a maggio dell'anno scorso risultavano debellate.
Ad agosto 2011 dopo controllo fatto con la tac al torace e all'anca risultano nuovamente noduli di modesta dimensione rispetto alle precedenti lesioni al polmone. I medici decidono quindi di tenerli sotto controllo e ad ottobre sempre dopo riscontro strumentale si orientano verso un nuovo ciclo di chemio in quanto vedono che i noduli sono aumentati in grandezza.
A fine novembre comincia a lamentare dolore alla mandibola e alla mascella sinistra risoltesi dopo somministrazione di antidolorifici da parte dei medici di Bologna che lo sottopongono al solo esame radiografico, risultato negativo. Nei giorni successivi il dolore ritorna e si irradia anche alla tempia e dietro all'orecchio sinistro con conseguenti parestesie nelle zone dove lui lamenta dolore. Sottoposta a metà dicembre ad una pet, questa dà per quanto riguarda il cranio risultato negativo. Il dolore rimane ed aumentano le parestesie ed allora i medici di Bologna gli prenotano una risonanza magnetica al cranio per il 05-01-2012. Nel frattempo egli non comincia la terapia chemioterapica poichè ha le transaminasi alterate, i medici decidono di aspettare affinchè quest' ultime rientrino nei range. Inizia la terapia il 05-01-2012 ma il 03-01-2012 al risveglio il paziente presenta un grosso rigonfiamento all'occhio tale da impedirgli di aprire quest'ultimo e all'altezza dell'osso mandibolare. Portato al pronto soccorso di Careggi (FI) egli viene sottoposto a tac cranio e in questa viene riscontrato:
"lesione osteolitica a livello della parete posterolaterale dell'orbita sinistra (grande ala dello sfenoide) con estensione di tessuto patologico isodenso sia verso la fossa cranica media, sia in sede orbitaria extraconica. Compresso e dislocato il muscolo retto laterale. Esoftalmo sinistro. Erosa la base cranica e la parete laterale sinistra del seno sfenoidale con invasione di tessuto patologico endosinusale e nella fossa infratemporale sinistra." I medici hanno a seguito della RSM sentenziato l'irreversibilità della malattia con possibile evoluzione nel giro di pochi giorni.
Successivamente ha sviluppato una prima recidiva all'anca e al polmone (non ricordo se entrambi o solo destra o solo sinistra) piuttosto importanti curate con svariati cicli di chemio e radioterapie. So con certezza che l'unico farmaco efficace nel contrastare l'evoluzione della malattia è l'isofosfamide : non gli possono essere somministrati altri antiblastici perchè alla nascita il ragazzo ha sofferto di ipertensione portale con conseguenti varici esofagee e splenomegalia. Sia la chemio che la radio hanno dato risultati positivi, infatti le lesioni controllate tramite tac e pet a maggio dell'anno scorso risultavano debellate.
Ad agosto 2011 dopo controllo fatto con la tac al torace e all'anca risultano nuovamente noduli di modesta dimensione rispetto alle precedenti lesioni al polmone. I medici decidono quindi di tenerli sotto controllo e ad ottobre sempre dopo riscontro strumentale si orientano verso un nuovo ciclo di chemio in quanto vedono che i noduli sono aumentati in grandezza.
A fine novembre comincia a lamentare dolore alla mandibola e alla mascella sinistra risoltesi dopo somministrazione di antidolorifici da parte dei medici di Bologna che lo sottopongono al solo esame radiografico, risultato negativo. Nei giorni successivi il dolore ritorna e si irradia anche alla tempia e dietro all'orecchio sinistro con conseguenti parestesie nelle zone dove lui lamenta dolore. Sottoposta a metà dicembre ad una pet, questa dà per quanto riguarda il cranio risultato negativo. Il dolore rimane ed aumentano le parestesie ed allora i medici di Bologna gli prenotano una risonanza magnetica al cranio per il 05-01-2012. Nel frattempo egli non comincia la terapia chemioterapica poichè ha le transaminasi alterate, i medici decidono di aspettare affinchè quest' ultime rientrino nei range. Inizia la terapia il 05-01-2012 ma il 03-01-2012 al risveglio il paziente presenta un grosso rigonfiamento all'occhio tale da impedirgli di aprire quest'ultimo e all'altezza dell'osso mandibolare. Portato al pronto soccorso di Careggi (FI) egli viene sottoposto a tac cranio e in questa viene riscontrato:
"lesione osteolitica a livello della parete posterolaterale dell'orbita sinistra (grande ala dello sfenoide) con estensione di tessuto patologico isodenso sia verso la fossa cranica media, sia in sede orbitaria extraconica. Compresso e dislocato il muscolo retto laterale. Esoftalmo sinistro. Erosa la base cranica e la parete laterale sinistra del seno sfenoidale con invasione di tessuto patologico endosinusale e nella fossa infratemporale sinistra." I medici hanno a seguito della RSM sentenziato l'irreversibilità della malattia con possibile evoluzione nel giro di pochi giorni.
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Gentile Utente,
la situazione clinica si presenta purtroppo assai compromessa. Si potrebbe tentare un nuovo trattamento farmacologico (condizioni generali ed esami ematochimici permettendo) abbinato ad ipertermia. Questo allo scopo di migliorare le condizioni generali e sperabilmente prolungare la sopravvivenza. Utile senza dubbio inoltre energica terapia di supporto ed antalgica.
Cari saluti
la situazione clinica si presenta purtroppo assai compromessa. Si potrebbe tentare un nuovo trattamento farmacologico (condizioni generali ed esami ematochimici permettendo) abbinato ad ipertermia. Questo allo scopo di migliorare le condizioni generali e sperabilmente prolungare la sopravvivenza. Utile senza dubbio inoltre energica terapia di supporto ed antalgica.
Cari saluti
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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