Secondarismi costo-vertebrali da pregresso carcinoma mammario
Buonasera, sono il figlio trentatreenne di una donna di 53 anni.
Cerchero' di esporre il piu' brevemente e ,spero , chiaramente possibile i problema, perche' e' una storia un po' lunghina.
Mia madre ha subito una mastectomia totale 10 anni fa in seguito a carcinoma mammario, ha eseguito le terapie successive ed i controlli annuali .
2 Anni fa, in seguito ad importanti dolori costali sono emerse fratture spontanee in svariate zone costali .
Inizia la terapia con Tamoxifene ( che probabilmente avrebbe dovuto iniziare molto tempo prima in quanto il Carcinoma era estrogeno-dipendente....ma questa e' un'altra storia) che porta un rapido miglioramento del quadro con risoluzione positiva delle lesioni ossee e scomparsa del dolore.
3 settimane fa compare forte lombalgia ( da blocco totale ) con dolori irradiati bilateralmente in zona inguinale .
La Risonanza magnetica ha evidenziato un cedimento della limitante somatica superiore ed inferiore di D12 , iniziera' la Radioterapia e flebo mensili con Bifosfonati ( Zometa) , ed in seguito , eventualmente, chemio.
Ora continua ad avere dolori fortissimi alla schiena refrattari agli antidolorifici ed iniziera' domani a prendere il DUROGESIC per il dolore.
Vi chiedo cortesemente un parere sincero, in base alla vostra esperienza, sul quadro patologico che vi ho esposto. Chiedo anche se e in quanto tempo , secondo voi, il dolore potrebbe calare. E quali, secondo le vostre casistiche e le vostre conoscenze , potrebbero essere le prognosi, dando per scontato che ho ben chiaro di essere davanti ad un problema di gravita' estrema.
Chiedo tra l'altro scusa se non sono stato troppo specifico ma , non avendo la documentazione in mano, sono andato a memoria. Nel caso occorressero dati piu' precisi non avro' problemi a recuperare la documentazione.
Nel ringraziarvi porgo cordiali saluti
S.
Cerchero' di esporre il piu' brevemente e ,spero , chiaramente possibile i problema, perche' e' una storia un po' lunghina.
Mia madre ha subito una mastectomia totale 10 anni fa in seguito a carcinoma mammario, ha eseguito le terapie successive ed i controlli annuali .
2 Anni fa, in seguito ad importanti dolori costali sono emerse fratture spontanee in svariate zone costali .
Inizia la terapia con Tamoxifene ( che probabilmente avrebbe dovuto iniziare molto tempo prima in quanto il Carcinoma era estrogeno-dipendente....ma questa e' un'altra storia) che porta un rapido miglioramento del quadro con risoluzione positiva delle lesioni ossee e scomparsa del dolore.
3 settimane fa compare forte lombalgia ( da blocco totale ) con dolori irradiati bilateralmente in zona inguinale .
La Risonanza magnetica ha evidenziato un cedimento della limitante somatica superiore ed inferiore di D12 , iniziera' la Radioterapia e flebo mensili con Bifosfonati ( Zometa) , ed in seguito , eventualmente, chemio.
Ora continua ad avere dolori fortissimi alla schiena refrattari agli antidolorifici ed iniziera' domani a prendere il DUROGESIC per il dolore.
Vi chiedo cortesemente un parere sincero, in base alla vostra esperienza, sul quadro patologico che vi ho esposto. Chiedo anche se e in quanto tempo , secondo voi, il dolore potrebbe calare. E quali, secondo le vostre casistiche e le vostre conoscenze , potrebbero essere le prognosi, dando per scontato che ho ben chiaro di essere davanti ad un problema di gravita' estrema.
Chiedo tra l'altro scusa se non sono stato troppo specifico ma , non avendo la documentazione in mano, sono andato a memoria. Nel caso occorressero dati piu' precisi non avro' problemi a recuperare la documentazione.
Nel ringraziarvi porgo cordiali saluti
S.
[#1]
Salve,
la RMN documenta evidentemente un crollo vertebrale che giustifica la sintomatologia e la refrattarietà alla terapia medica; quindi ritengo mandatorio, in questo momento, un trattamento radiante ipofrazionato (10 sedute) mirato a quel tratto di colonna sede della localizzazione secondaria della malattia. è necessaria una visita clinica per valutare la presenza di eventali segni e/o sintomi di compressione midollare che richiederebbero un trattamento radiante di urgenza. il suddetto trattamento ha comunque un intento esclusivamente palliativo-antalgico, e ottiene in genere ottimi risultati, dal punto di vista del controllo del dolore, dopo la quarta, quinta seduta. Trovandoci di fronte ad una malattia in fase metastatica, la chemioterapia, insieme ai bifosfonati, dovrebbe essere la strategia migliore successivamente al trattamento radiante.
Spero di esserle stato utile per ulteriori chiarimenti sono a sua completa disposizione.
la RMN documenta evidentemente un crollo vertebrale che giustifica la sintomatologia e la refrattarietà alla terapia medica; quindi ritengo mandatorio, in questo momento, un trattamento radiante ipofrazionato (10 sedute) mirato a quel tratto di colonna sede della localizzazione secondaria della malattia. è necessaria una visita clinica per valutare la presenza di eventali segni e/o sintomi di compressione midollare che richiederebbero un trattamento radiante di urgenza. il suddetto trattamento ha comunque un intento esclusivamente palliativo-antalgico, e ottiene in genere ottimi risultati, dal punto di vista del controllo del dolore, dopo la quarta, quinta seduta. Trovandoci di fronte ad una malattia in fase metastatica, la chemioterapia, insieme ai bifosfonati, dovrebbe essere la strategia migliore successivamente al trattamento radiante.
Spero di esserle stato utile per ulteriori chiarimenti sono a sua completa disposizione.
Dr. Gianluca Mortellaro
Dirigente Medico I livello
U.O. Radioterapia
ARNAS CIVICO Palermo
[#2]
oltra a concoradre con il Collega radioterapista, suggerirei di tenere presente qualora la radioterapia non dovesse avere effetti antidolorifici duraturi la possibilità di sottoporre la vertebra ad un trattamento percutaneo di vertebroplastica.
Tutti questi suggerimenti dvrebbero comunque essere consigliati dall'Oncologo che segue la sua mamma per un approccio multidisciplinare integrato (chemio*radio*interventistica radiologica) alla malttia.
Cordialità,
Tutti questi suggerimenti dvrebbero comunque essere consigliati dall'Oncologo che segue la sua mamma per un approccio multidisciplinare integrato (chemio*radio*interventistica radiologica) alla malttia.
Cordialità,
Dr. Rodolfo Lanocita, Fondazione Istituto Nazionale Tumori - Milano
[#3]
Utente
Gentilissimi Dottori,
Innanzi tutto vi ringrazio per la vostra rapidissima risposta.
La visita dal Radioterapista ha escluso interessamenti midollari ed oggi stesso mia mamma andra' in ospedale ( S.Orsola di Bologna) per la " simulazione di terapia" ( credo si dica cosi') per poi iniziare la radio al piu' presto. Il medico ha pero' parlato di sole 5 sedute.
Questo potrebbe volere dire che considerano , parlo del radioterapista e l'oncologo che l'ha in cura ( Dott. Paladini), la situazione in uno stadio pressoche' iniziale?
Per quel che riguarda la vertebroplastica, momentaneamente non le e' stata proposta, nonostante abbia letto che all'ospedale S.Orsola eseguano questo tipo di intervento. Chiedero' al medico delucidazioni in modo da capire meglio quale sia' la sua strategia di "attacco".
So che e' veramente difficile fare una prognosi, ma volevo chiedervi, in base alle vostre esperienze, se e quali possibilita' ci sono che la situazione metastatica si riesca ad arrestare o a tenere sotto controllo come era successo in passato con l'utlizzo del Tamoxyfene. E se e' solo una questione di tempo prima che ripartano (ammesso che si riescano ad arrestare) o se , tutto sommato, ci sono possibilita' di procrastinare il piu' possibile spiacevoli esiti.
La mia non e' ansia o angoscia anche se e' ovvio che sia preoccupato , e' solo la ricerca di qualche risposta in piu' causa ignoranza in materia , per questo vi chiederei di presentarmi tutte quelle che sono le diverse possibilita', positive o negative che siano , a cui potremmo andare incontro.
Grazie
Cordiali Saluti
S.
Innanzi tutto vi ringrazio per la vostra rapidissima risposta.
La visita dal Radioterapista ha escluso interessamenti midollari ed oggi stesso mia mamma andra' in ospedale ( S.Orsola di Bologna) per la " simulazione di terapia" ( credo si dica cosi') per poi iniziare la radio al piu' presto. Il medico ha pero' parlato di sole 5 sedute.
Questo potrebbe volere dire che considerano , parlo del radioterapista e l'oncologo che l'ha in cura ( Dott. Paladini), la situazione in uno stadio pressoche' iniziale?
Per quel che riguarda la vertebroplastica, momentaneamente non le e' stata proposta, nonostante abbia letto che all'ospedale S.Orsola eseguano questo tipo di intervento. Chiedero' al medico delucidazioni in modo da capire meglio quale sia' la sua strategia di "attacco".
So che e' veramente difficile fare una prognosi, ma volevo chiedervi, in base alle vostre esperienze, se e quali possibilita' ci sono che la situazione metastatica si riesca ad arrestare o a tenere sotto controllo come era successo in passato con l'utlizzo del Tamoxyfene. E se e' solo una questione di tempo prima che ripartano (ammesso che si riescano ad arrestare) o se , tutto sommato, ci sono possibilita' di procrastinare il piu' possibile spiacevoli esiti.
La mia non e' ansia o angoscia anche se e' ovvio che sia preoccupato , e' solo la ricerca di qualche risposta in piu' causa ignoranza in materia , per questo vi chiederei di presentarmi tutte quelle che sono le diverse possibilita', positive o negative che siano , a cui potremmo andare incontro.
Grazie
Cordiali Saluti
S.
[#4]
Il numero di sedute e la dose di radioterapia vengono decisi dopo una valutazione clinica ed iconografica. La terapia ipofrazionata comprende diverse opzioni fra le quali 10, 4, 5 sedute etc. Questo non vuol dire che la patologia è stata considerata in uno stadio iniziale, vuol dire che hanno ritenuto opportuno, dopo la consulenza, fare un dosaggio giornaliero più alto ed un numero di sedute inferiore. Lo scopo, comunque, di questa terapia è sempre lo stesso e cioè il controllo del dolore. Per quanto riguarda la progosi, non è mia abitudine fare previsioni temporali perchè ogni paziente è diverso da un altro, rimane comunque una prognosi di una malattia in fase metastatica quindi non buona e la radioterapia ha solo il compito di controllare localmente le lesioni osse, i bifosfonati e/o la chemio agiranno più a livello sistemico spesso con buoni risultati. Fondamentalmente l'obiettivo principale delle terapie rimane quello di garantire a sua mamma una buona qualità di vita.
Salve
Salve
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.3k visite dal 11/04/2008.
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