Microcalcificazioni seno
Salve,
mia moglie (40 anni) ha da poco effettuato l'annuale controllo eseguendo Ecografia e Mammografia (sua madre è stata operata per un tumore al seno lo scorso anno all'età di 69 anni).
Quest'anno il referto ha portato qualche novità lo riporto di seguito:
"L'indagine è stata eseguita con sonda lineare ad alta frequenza (12MHz).
Entrambi i seni mostrano una simmetrica rappresentazione del tessuto ghiandolare, con componente connettivo-stromale localizzata nei quadranti esterni ed in sede retroareolare. Assenza di tumefazioni nodulari solide. In particolare, non si rilevano fenomeni espansivi a livello delle microcalcificazioni documentate nel QIE destro, in sede periareolare.
Sono visibili alcune piccole aree anecogene, ben capsulate, a margini regolari, da riferire a cisti, la maggiore delle quali è localizzata nel QIE della mammella sinistra e misura 9mm di diametro.
Il tessuto ghiandolare mostra aspetti di mastopatia fibrocistica con actasia dei dotti in sede retroareolare.
Regolare il profilo sottocutaneo.
Presenza di formazioni linfonodali nei cavi ascellari, di forma e struttura aspecifica.
Utile eventuale controllo ecografico mirato a distanza di 4 mesi"
A fronte di tale referto è stata eseguita una visita con il medico che aveva operato sua madre il quale ha consigliato un controllo ecografico tra 6 mesi.
Mia moglie è convinta che la presenza di microcalcificazioni, non presenti nella mammografia dell'anno precedente (a dir la verità eseguita presso un diverso centro specialistico e quindi con il dubbio della divera precisione dei due strumenti utilizzati), siano indice di un probabile sviluppo di tumore al seno.
Sicuramente tale idea è rafforzata dal fatto che la madre è stata da poco operata per questa patologia.
Io ho letto su internet e sul vostro sito varie argomentazioni in merito, ma non sono riuscito a chiarirmi le idee di quanto le microcalcificazioni siano indice di uno sviluppo tumorale al seno. Volevo capire inoltre se tra 6 mesi il nuovo controllo ci darà una risposta certa (immagino in caso di non modifica delle immagini) o se saremo d'ora in poi costretti ad un controllo semestrale.
Infine la frase finale "Presenza di formazioni linfonodali nei cavi ascellari, di forma e struttura aspecifica." non mi è chiaro se indica qualcosa di anomalo (in questo caso cosa??) da tenere sotto controllo (vista la classificazione aspecifica) o se indica una situazione nella norma.
Ringrazio per la disponibilità
Cordiali Saluti.
mia moglie (40 anni) ha da poco effettuato l'annuale controllo eseguendo Ecografia e Mammografia (sua madre è stata operata per un tumore al seno lo scorso anno all'età di 69 anni).
Quest'anno il referto ha portato qualche novità lo riporto di seguito:
"L'indagine è stata eseguita con sonda lineare ad alta frequenza (12MHz).
Entrambi i seni mostrano una simmetrica rappresentazione del tessuto ghiandolare, con componente connettivo-stromale localizzata nei quadranti esterni ed in sede retroareolare. Assenza di tumefazioni nodulari solide. In particolare, non si rilevano fenomeni espansivi a livello delle microcalcificazioni documentate nel QIE destro, in sede periareolare.
Sono visibili alcune piccole aree anecogene, ben capsulate, a margini regolari, da riferire a cisti, la maggiore delle quali è localizzata nel QIE della mammella sinistra e misura 9mm di diametro.
Il tessuto ghiandolare mostra aspetti di mastopatia fibrocistica con actasia dei dotti in sede retroareolare.
Regolare il profilo sottocutaneo.
Presenza di formazioni linfonodali nei cavi ascellari, di forma e struttura aspecifica.
Utile eventuale controllo ecografico mirato a distanza di 4 mesi"
A fronte di tale referto è stata eseguita una visita con il medico che aveva operato sua madre il quale ha consigliato un controllo ecografico tra 6 mesi.
Mia moglie è convinta che la presenza di microcalcificazioni, non presenti nella mammografia dell'anno precedente (a dir la verità eseguita presso un diverso centro specialistico e quindi con il dubbio della divera precisione dei due strumenti utilizzati), siano indice di un probabile sviluppo di tumore al seno.
Sicuramente tale idea è rafforzata dal fatto che la madre è stata da poco operata per questa patologia.
Io ho letto su internet e sul vostro sito varie argomentazioni in merito, ma non sono riuscito a chiarirmi le idee di quanto le microcalcificazioni siano indice di uno sviluppo tumorale al seno. Volevo capire inoltre se tra 6 mesi il nuovo controllo ci darà una risposta certa (immagino in caso di non modifica delle immagini) o se saremo d'ora in poi costretti ad un controllo semestrale.
Infine la frase finale "Presenza di formazioni linfonodali nei cavi ascellari, di forma e struttura aspecifica." non mi è chiaro se indica qualcosa di anomalo (in questo caso cosa??) da tenere sotto controllo (vista la classificazione aspecifica) o se indica una situazione nella norma.
Ringrazio per la disponibilità
Cordiali Saluti.
[#1]
1) >>delle microcalcificazioni documentate nel QIE destro>>
Le rileva le microcalcificazioni ma non ne descrive le caratteristiche.
In generale in una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/70-agobiopsia-della-mammella.html
) Pertanto non si può aggiungere alcun contributo perchè nel referto che allega non ne descrive le caratteristiche
2) >>A fronte di tale referto è stata eseguita una visita con il medico che aveva operato sua madre il quale ha consigliato un controllo ecografico tra 6 mesi.>>
Senza dubbio GENIALE !! (^___^). Ma come ? Le ha rilevate la mammografia le microcalcificazioni e si vogliono monitorare con l'ecografia che raramente le vede ? Se li vuole monitorare io farei una mammografia monolaterale a 4-6 mesi.
5) >>Presenza di formazioni linfonodali nei cavi ascellari, di forma e struttura aspecifica.>> Assolutamente non degna di rilievo.
La mia sensazione, che ovviamente non conta nulla è che sua moglie si stia preoccupando per nulla.
Le rileva le microcalcificazioni ma non ne descrive le caratteristiche.
In generale in una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/70-agobiopsia-della-mammella.html
) Pertanto non si può aggiungere alcun contributo perchè nel referto che allega non ne descrive le caratteristiche
2) >>A fronte di tale referto è stata eseguita una visita con il medico che aveva operato sua madre il quale ha consigliato un controllo ecografico tra 6 mesi.>>
Senza dubbio GENIALE !! (^___^). Ma come ? Le ha rilevate la mammografia le microcalcificazioni e si vogliono monitorare con l'ecografia che raramente le vede ? Se li vuole monitorare io farei una mammografia monolaterale a 4-6 mesi.
5) >>Presenza di formazioni linfonodali nei cavi ascellari, di forma e struttura aspecifica.>> Assolutamente non degna di rilievo.
La mia sensazione, che ovviamente non conta nulla è che sua moglie si stia preoccupando per nulla.
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la veloce risposta e colgo l'occasione per chiarire/chiederle:
1) Non mi è chiaro se la mancata descrizione delle microcalcificazioni ("benigne", "dubbie" e di "tipo maligno") sia da imputare ad una mancanza di chi ha steso il referto; o se ci sono casi in cui la mammografia da sola non riesce a classificare le microcalcificazioni e quindi si prosegue con esami successivi. Immagino a questo punto che siano state classificate come "dubbie" se viene chiesto il controllo a 6 mesi.
2) In effetti la genialità è stata mia in quanto il medico che ha operato la mamma ha suggerito una mammografia tra 6 mesi. Invece nel referto da me riportato effettivamente c'e' da parte del medico che ha eseguito la mammografia questo termine "Utile eventuale controllo ecografico mirato a distanza di 4 mesi". In ogni caso su questo punto ci è chiaro che tra 6 mesi faremo una mammografia :-)
La ringrazio di nuovo per la sua disponibilità se dalla sua risposta non avremo altri dubbi le farò certamente sapere esito della successiva mammografia post-estate.
1) Non mi è chiaro se la mancata descrizione delle microcalcificazioni ("benigne", "dubbie" e di "tipo maligno") sia da imputare ad una mancanza di chi ha steso il referto; o se ci sono casi in cui la mammografia da sola non riesce a classificare le microcalcificazioni e quindi si prosegue con esami successivi. Immagino a questo punto che siano state classificate come "dubbie" se viene chiesto il controllo a 6 mesi.
2) In effetti la genialità è stata mia in quanto il medico che ha operato la mamma ha suggerito una mammografia tra 6 mesi. Invece nel referto da me riportato effettivamente c'e' da parte del medico che ha eseguito la mammografia questo termine "Utile eventuale controllo ecografico mirato a distanza di 4 mesi". In ogni caso su questo punto ci è chiaro che tra 6 mesi faremo una mammografia :-)
La ringrazio di nuovo per la sua disponibilità se dalla sua risposta non avremo altri dubbi le farò certamente sapere esito della successiva mammografia post-estate.
[#3]
Ribadisco che "La mia sensazione, che ovviamente non conta nulla è che sua moglie si stia preoccupando per nulla"
1) Se nel referto non c'è scritto altro è perchè le caratteristiche siano di benignità.
Se no ci sarebbe scritto altro
2) Trattandosi di prima insorgenza viene richiesto correttamente un controllo mammografico a scopo precauzionale a 6 mesi. e
3) un controllo ecografico, stante, probabilmente (occorrerebbe consultare le lastre), una discretà densità mammografica fisiologica a 40 anni.
1) Se nel referto non c'è scritto altro è perchè le caratteristiche siano di benignità.
Se no ci sarebbe scritto altro
2) Trattandosi di prima insorgenza viene richiesto correttamente un controllo mammografico a scopo precauzionale a 6 mesi. e
3) un controllo ecografico, stante, probabilmente (occorrerebbe consultare le lastre), una discretà densità mammografica fisiologica a 40 anni.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 19.8k visite dal 30/05/2013.
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