Tumore secondario alle ossa
Mio padre ha 54 anni e l'anno scorso è stato operato per un tumore alla vescica. che gli è stata ricostruita e ha fatto poi dei cicli di chemioterapia.
Da tre mesi sentendo dolore alla zona del bacino, ha fatto nuovi esami(PET) e ha scoperto che il tumore si era ripresentato però nelle ossa del bacino e nelle vertebre. Gli hanno prescritto di nuovo la chemioterapia e la radioterapia per diminuire il dolore. Volevo chiedervi se potevate darmi delle rassicurazioni. Vorrei sapere se esistono delle percentuali di riuscita della terapia, se il tumore può essere completamente annientato, o non c'è niente da fare e la terapia serve solo per il dolore e per rallentare l'avanzamento della malattia? Sinceramente nn mi aspettavo proprio che ricomparisse anzi ero felice che avesse superato la prima operazione e che ormai fosse tutto passato... Il mio medico curante ha detto che le cure in tutta Italia sono sempre le stesse e che nn vi è differenza rivolgersi all'ospedale di Genova (Galliera dove è in cura e lo hanno operato lanno scorso ) oppure rivolgersi a Milano dove mi ha detto che esiste proprio un centro oncologico specializzato(di cercare solo un parere da altro medico più per una questione psicologica per noi famigliari che per la cura stessa..)Voi cosa ne pensate? Cmq se nn andasse la terapia in media quanto si puo' sopravvivere? Vi prego nn ditemi che nn si puo' sapere perchè ovunque ho trovato questa risposta (perchè la terapia è soggettiva e dipende dalla reazione del paziente).. Perchè il fatto di nn sapere con certezza la durata della vita o in generale cosa succederà dopo è veramente terribile. Grazie mille..
Da tre mesi sentendo dolore alla zona del bacino, ha fatto nuovi esami(PET) e ha scoperto che il tumore si era ripresentato però nelle ossa del bacino e nelle vertebre. Gli hanno prescritto di nuovo la chemioterapia e la radioterapia per diminuire il dolore. Volevo chiedervi se potevate darmi delle rassicurazioni. Vorrei sapere se esistono delle percentuali di riuscita della terapia, se il tumore può essere completamente annientato, o non c'è niente da fare e la terapia serve solo per il dolore e per rallentare l'avanzamento della malattia? Sinceramente nn mi aspettavo proprio che ricomparisse anzi ero felice che avesse superato la prima operazione e che ormai fosse tutto passato... Il mio medico curante ha detto che le cure in tutta Italia sono sempre le stesse e che nn vi è differenza rivolgersi all'ospedale di Genova (Galliera dove è in cura e lo hanno operato lanno scorso ) oppure rivolgersi a Milano dove mi ha detto che esiste proprio un centro oncologico specializzato(di cercare solo un parere da altro medico più per una questione psicologica per noi famigliari che per la cura stessa..)Voi cosa ne pensate? Cmq se nn andasse la terapia in media quanto si puo' sopravvivere? Vi prego nn ditemi che nn si puo' sapere perchè ovunque ho trovato questa risposta (perchè la terapia è soggettiva e dipende dalla reazione del paziente).. Perchè il fatto di nn sapere con certezza la durata della vita o in generale cosa succederà dopo è veramente terribile. Grazie mille..
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Cara Amica,
come ben comprendi si tratta di una situazione delicata. Difficilmente, dato l'organo di partenza della neoplasia ed il tipo di diffusione, si può giungere ad una guarigione. La malattia si può però tentare di tenerla sotto controllo per un certo periodo di tempo che però nessuno può quantificare. Non è un non voler dare delle risposte ma è realmente così. Dipende molto dalla sensibilità delle cellule tumorali ai farmaci e dalla loro cinetica (cioè dalla velocità di riproduzione), variabile da popolazione cellulare a popolazione cellulare. I protocolli di terapia sono internazionali anche se è vero che ognuno di noi medici mette un pò della sua esperienza per tentare di "tagliare" il protocollo su misura adattandolo alle esigenze ed alle caratteristiche del singolo paziente.
Sempre a disposizione,
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
come ben comprendi si tratta di una situazione delicata. Difficilmente, dato l'organo di partenza della neoplasia ed il tipo di diffusione, si può giungere ad una guarigione. La malattia si può però tentare di tenerla sotto controllo per un certo periodo di tempo che però nessuno può quantificare. Non è un non voler dare delle risposte ma è realmente così. Dipende molto dalla sensibilità delle cellule tumorali ai farmaci e dalla loro cinetica (cioè dalla velocità di riproduzione), variabile da popolazione cellulare a popolazione cellulare. I protocolli di terapia sono internazionali anche se è vero che ognuno di noi medici mette un pò della sua esperienza per tentare di "tagliare" il protocollo su misura adattandolo alle esigenze ed alle caratteristiche del singolo paziente.
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Carlo Pastore
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Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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Utente
La ringrazio.. quindi lei non consiglierebbe di rivolgerci a Milano o forse sarebbe il caso? Nel migliore dei casi quanto si può andare avanti cercando di limitarlo questo tumore? Cioè vorrei sapere nei casi in cui lei si è imbattuto, ha visto gente sopravvivere per anni o è una questione di mesi? (anche se immagino che anche questo sia soggettivo...) cmq indicativamente, nei casi in cui lei si è imbattuto, è successo che qualcuno sia riuscito a guarire? e quelli che non vi sono riusciti quanto tempo hanno avuto?
Volevo inoltre chiederle se è vero che vi è una percentuale bassissima che il tumore dopo un'operazione come quella di mio padre potesse ripresentarsi in questa forma?
Grazie ancora
Volevo inoltre chiederle se è vero che vi è una percentuale bassissima che il tumore dopo un'operazione come quella di mio padre potesse ripresentarsi in questa forma?
Grazie ancora
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Di nulla, figurati. Ancora una volta debbo purtroppo dirti che non è possibile quantificare... Dipende molto dalla marcia di crescita del tumore e dalla sua sensibilità ai trattamenti. Chiedere un ulteriore parere può magari essere di conforto psicologico ma le terapie di questo tipo di patologia come dicevo seguono protocolli internazionali, magari tagliati più o meno sul paziente e sulle sue patologie concomitanti eventuali o necessità. Purtroppo non mi è capitato di osservare guarigione di neoplasie vescicali metastatiche. Per dire quanto fosse probabile un ripresentarsi in forma diffusa del tumore occorrerebbe conoscere la stadiazione patologica sul pezzo operatorio (cioè l'estensione del tumore descritta all'esame istologico). Immagino che se essendo stata eseguita una chemioterapia adiuvante non fosse uno stadio molto iniziale.
Sempre a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.6k visite dal 19/01/2009.
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