Frattura femore anziana

BUONGIORNO, MIA NONNA DI 93 ANNI E' CADUTA UNA SETTIMANA E SI E' FRATTURATA IL COLLO DEL FEMORE.
AD OGGI LE HANNO FATTO DELLE ANALISI COMPRESA QUELLA NEUROLOGICA DATO CHE DORME POCHISSIMO, HA SPESSO VUOTI DI MEMORIA E NON CI RICONOSCE.( DALLA PRIMA TAC SEMBREREBBE CHE ABBIA AVUTO DEI PICCOLI ICTUS, L'ULTIMA INVECE E' BUONA)
PARE DALL'ULTIMA VISITA CHE PERO' VOGLIANO DIMETTERLA LUNEDI DATO CHE SEMBREREBBE NON OPERABILE.I MEDICI NON SI ESPRIMO MOLTO.
VI CHIEDO COSA POTREBBE COMPORTARE LA NON OPERABILITA'. E' PIU' RISCHIOSA?
LE ANALISI AL CUORE E LA PRESSIONE SONO BUONE ANCHE SE MIA NONNA SOFFRE DI SCOMPENSI CARDIACI. QUALI SONO LE CONSEGUENZE?
SONO MOLTO PREOCCUPATA
GRAZIE
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Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Gentile utente,

purtroppo quello che è capitato alla nonna è quanto di meno si possa augurare ad un paziente anziano.
Infatti una frattura di un femore ad età avanzata pone i chirurghi e i parenti -quando non il paziente stesso- di fronte ad un vero dilemma: imbarcarsi in una avventura chirurgica, con dei rischi perioperatori elevati ed una lunga riabilitazione successiva, o decidere di lasciare il paziente a letto, attendendo una guarigione nell'immobilità?
Purtroppo la seconda possibilità non ci lascia senza rischi. Anzi i rischi dell'allettamento prolungato sono elevati. Una persona di quell'età si trova in uno stato molto delicato di equilibrio fisiologico, e un allettamento ed un ricovero in ospedale lo sconvolgono del tutto. Molto frequentemente questi pazienti hanno disorientamento spaziotemporale, si disidratano, presentano ulcerazioni da decubito che corrono il rischio di infettarse e sono esposti al rischio di polomite nosocomiale e trombosi e tromboembolie polmonari.

La scelta finale spetta al chirurgo e all'anestesista, perché sono loro che si assumono la responsabilità di addormentare e operare il paziente, e soprattutto hanno le competenze per sapere quale delle due possibilità è più indicata nel caso specifico. Ma tale scelta deve essere compresa e condivisa dal paziente e dai parenti.

Le dico tutto questo, gentile utente, non per spaventarLa, ma perché doverosamente è giusto informarLa che -spero di sbagliarmi- il percorso che Sua nonna inizia sarà un percorso difficile, che vedrà tutti Voi cari impegnati in prima persona per starLe vicino. E, sia che scegliate la strategia chirurgica che quella conservativa, sarà un percorso che potrebbe anche non portare i risultati sperati. In quest'ultima sfortunata eventualità la vicinanza dei cari e l'adeguato supporto con terapie farmacologiche intese ad alleviare la sofferenza fisica saranno ancora più importanti.

Mi rendo conto (per esperienza personale) di quanto sia difficile questa situazione, ma Le faccio i migliori auguri e mi permetto esprimerLe tutta la mia solidarietà umana. Ci tenga informati sull'evoluzione, se lo desidera.

Distinti saluti

Dr. Emanuele Caldarella

Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio vivamente per la velocità della riposta.
oggi mia nonna è stata visitata dal primario che in base all'esito degli esami ha deciso di operarla giovedi.
cosa potrebbe succedere?
esiste una statistica riferita alla soppravivenza in casi come questa?
quali sono i rischi dell'anestesia che dovrebbe essere epidurale.
devo dire che da ieri mia nnna è molto più vigile, mangia poco ma mangia, ogni tanto specialmente la sera si lamenta del dolore e ogni tanto fa fatica arespirare, rispetto ai primi giorni devo dire che ha comopiuto passi da gigante.
spero che giovedi si risolva tutto al meglio
grazie
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Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Gentile utente,

purtroppo non è possibile fare una statistica, in quanto dipende molto dallo stato di salute che varia da soggetto a soggetto.
Le rinnovo i miei auguri, e ci tenga informati sul decorso.

Distinti saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
L'OPERAZIONE PER FORTUNA E' RIUSCITA BENISSIMO E ANCHE MIA NONNA. ADESSO CREDO CHE DOBBIAMO AFFRONTARE IL PASSAGGIO PIU' DELICATO.RIABILITAZIONE E SUPPORTO PSICOLOGICO. MIA NONNA INFATTI SI SENTE MOLTO DEBOLE E TALVOLTA NON VUOLE MANGIARE. NOI CERCHIAMO SEMPRE DI SPRONARLA PERCHE' IMMAGINO CHE LA GUARIGIONE POTRA' DECIDERLA SOLO LEI.
SO CHE DOVRA' FARE LA RIBILITAZIONE, MOLTO BLANDA CONSIDERANDO L'ETA' E CONSIDERANDO CHE PRECEDENTEMENTE CAMMINAVA CON IL GIRELLO. E' CONSIGLIABILE UN OSPEDALE O E' MEGLIO LA CASA CURA DOVE VIVE CON UN FISIOTERAPISTA?
COSA POSSIAMO FARE PER RIMMETTERLA SU PSICOLGICAMENTE?
MIA NONNA E' ANCORA IN PERICOLO DI VITA?
GRAZIE MILLE
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Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Sono felice per il decorso dell'operazione!

Ora dovete continuare a starLe vicino, perché se già prima dell'incidente deambulava solo con girello, credo non sarebbe prudente farla tornare al domicilio.
E' importante però che la situazione di ricovero in lungo-degenza sia "addolcita" quanto più possibile dalla vostra presenza e solidarietà, in maniera da evitare che la nonna si abbatta ulteriormente e si rifiuti di guarire.
Quando Lei chiede se la nonna è ancora in pericolo di vita, Le risponderò in maniera un po' brutale: a 93 anni si è sempre fragili, e si è sempre in pericolo di vita.
Superato bene l'intervento, il pericolo maggiore è che la nonna si lasci un po' andare psicologicamente.
Continuate a starLe vicino, e vivete serenamente insieme a lei la sua vecchiaia.

Tanti auguri